Scoperto che Marte ha ospitato grandi laghi, fiumi ed una densa atmosfera per milioni di anni.


A quanto pare la storia di Marte vide un lungo periodo durante il quale l'atmosfera creava una sorta di effetto serra tale da permettere ai ghiacci di sciogliersi, creare fiumi e laghi di grandi dimensioni e sparsi un po' ovunque; il che smentirebbe alcune ipotesi avanzate negli ultimi anni che vogliono che l'acqua su Marte sia stata presente solo per brevissimi periodi e che non ebbe modo di creare grandi corsi d'acqua permanenti. O almeno tutto ciò è quanto si  può dedurre dai recenti studi eseguiti dai ricercatori della NASA grazie ai rilevamenti ottenuti con il rover Curiosity che da oltre due anni sta lavorando all'interno del Cratere Gale, (il cui diametro supera i 150 km). In pratica, come già noto, Curiosity è stato spedito sul pianeta rosso per analizzare le rocce che si trovano alla base del Monte Sharp, il quale a sua volta si trova, appunto, all'interno del suddetto cratere. Tra l'altro il luogo in cui è stato fatto atterrare il rover, (il 6 Agosto 2012), è stato scelto proprio perché, grazie ai rilevamenti eseguiti dalle sonde che gli ruotano attorno, Marte mostrava segni di possibile presenza d'acqua nel lontano passato. Al riguardo Ashwin Vasavada, del Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha spiegato: "Se quanto abbiamo scoperto finora è corretto, possiamo dire che un tempo Marte possedeva un ambiente caldo ed umido che durò per almeno 10 milioni di anni. Questo conferma che l'atmosfera del pianeta fu molto spessa, anche se al momento non abbiamo un'idea ben precisa di come fosse fatta". In sostanza il Monte Sharp si innalza per oltre 5 km ed i suoi fianchi espongono centinaia di strati di roccia che, stando alle analisi, si sarebbero formati grazie a depositi lacustri, fluviali ed eolici e testimonierebbero una serie di fasi ripetute di riempimento ed evaporazione di un lago. Ad ogni modo al momento Curiosity sta studiando gli strati alla base della montagna: una sezione di rocce situata ad un'altezza di circa 150 metri e che prende il nome di "Murray Ridge"; sarebbe proprio in questa zona che risiederebbe la testimonianza di delta fluviali molto simili a quelli presenti sulla Terra. In tal proposito John Grotzinger del California Institute of Technology di Pasadena, ha dichiarato: "Man mano che Curiosity salirà sul Monte Sharp potremo avere più indizi delle passate interazioni tra atmosfera, acqua e sedimenti e capire come la chimica dei laghi marziani si sia evoluta nel corso dei millenni. Quel che è molto interessante è il fatto che poiché il cratere si è riempito e svuotato più volte ci è permesso di verificare come è avvenuta l'interazione tra acqua, suolo ed atmosfera più e più volte. Possiamo studiare come si sono verificate le reazioni chimiche in momenti diversi". Difatti le immagini e le analisi realizzate da Curiosity permettono di ricostruire fasi durante le quali vi era il lago e fasi durante le quali prevalevano i fiumi che arrivavano nel cratere dalle pianure circostanti e formavano grandi delta. Tra l'altro, sempre stando alle analisi di questi anni, sembra che dopo che il Cratere Gale fu riempito da acqua, (la quale lasciò, appunto, enormi pacchi di sedimenti terrigeni), quando essa si ritirò definitivamente il vento erose quel che c'era tra il bordo e le parti più interne del cratere stesso, lasciando l'immensa montagna ad oggi presente. Per di più, secondo i ricercatori, sarebbe proprio sulle pendici di questo monte che sarebbe scritto negli starti di roccia un momento tra i più importanti della storia di Marte: quello che avrebbe potuto permettere alla vita di svilupparsi. Tuttavia si dovranno aspettare i prossimi mesi per avere dati che permettano di affermare ciò con certezza; infatti nel 2015 il rover sarà impiegato per valutare l'esistenza di antichi siti potenzialmente abitabili e come sono cambiati nel tempo: il progetto fa parte di una serie di ricerche che la NASA sta effettuando per preparare, infine, una futura missione con equipaggio umano sul pianeta rosso, prevista a partire dal 2030.


Di seguito alcune immagini:
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