Si sa, l'epilessia è una malattia neurologica che causa improvvisa perdita della coscienza e violenti movimenti convulsivi dei muscoli causati dalla scarica elettrica improvvisa eccessiva e rapida di una porzione più o meno estesa di neuroni, (comunemente detti "crisi epilettiche"). Tuttavia, anche se i farmaci attualmente a disposizione funzionano abbastanza bene, circa un terzo delle persone affette non risponde a tali trattamenti: si tratta di casi in cui, secondo un recente studio presentato al meeting annuale della American Academy of Neurology, (in corso in questi giorni a Washington), una soluzione potrebbe essere rappresentata da un estratto della marijuana. In sostanza, stando gli ultimi dati a disposizione, le persone affette da epilessia, a livello mondiale, sarebbero oltre 65 milioni, ed, anche se i trattamenti ad oggi disponibili hanno come meccanismo d'azione il blocco della scarica elettrica anomala, di forme ne esistono a decine ed ognuna ha un'origine e meccanismo d'azione differente. Tra l'altro in alcuni casi, (come, ad esempio, nella Sindrome di Dravet e nella Sindrome di Lennox-Gastaut), questa scariche elettriche possono portare addirittura a disabilità intellettuale e convulsioni permanenti; ed è stato proprio su questi casi, (senza contare altre 10 forme rare di epilessia) che si è concentrata la suddetta ricerca degli scienziati statunitensi. In breve, per testare l'effetto di questo estratto di marijuana i ricercatori hanno coinvolto oltre 200 persone, (la maggior parte delle quali erano bambini), affette dalla malattia in questione, le quali sono state, appunto, sottoposte alla somministrazione per via orale dell'estratto per 3 mesi. Ad ogni modo dalle analisi effettuate durante quest'arco di tempo è emersa una riduzione di oltre il 50% della frequenza degli attacchi epilettici: un risultato alquanto importante, (seppur preliminare), se si considera il fatto che tutte le persone sottoposte al test erano risultate resistenti a qualsiasi altro tipo di trattamento. Tuttavia, secondo quanto hanno spiegato gli autori dello studio, questo risultato non andrebbe, infine, confuso con l'effetto terapeutico della cannabis. Difatti il farmaco in questione è ben lontano dall'essere simile al classico spinello: si tratta di un estratto ottenuto dalle foglie di marijuana che nulla ha a che vedere con le sostanze che provocano dipendenza ed effetti allucinogeni.
Si sa, l'epilessia è una malattia neurologica che causa improvvisa perdita della coscienza e violenti movimenti convulsivi dei muscoli causati dalla scarica elettrica improvvisa eccessiva e rapida di una porzione più o meno estesa di neuroni, (comunemente detti "crisi epilettiche"). Tuttavia, anche se i farmaci attualmente a disposizione funzionano abbastanza bene, circa un terzo delle persone affette non risponde a tali trattamenti: si tratta di casi in cui, secondo un recente studio presentato al meeting annuale della American Academy of Neurology, (in corso in questi giorni a Washington), una soluzione potrebbe essere rappresentata da un estratto della marijuana. In sostanza, stando gli ultimi dati a disposizione, le persone affette da epilessia, a livello mondiale, sarebbero oltre 65 milioni, ed, anche se i trattamenti ad oggi disponibili hanno come meccanismo d'azione il blocco della scarica elettrica anomala, di forme ne esistono a decine ed ognuna ha un'origine e meccanismo d'azione differente. Tra l'altro in alcuni casi, (come, ad esempio, nella Sindrome di Dravet e nella Sindrome di Lennox-Gastaut), questa scariche elettriche possono portare addirittura a disabilità intellettuale e convulsioni permanenti; ed è stato proprio su questi casi, (senza contare altre 10 forme rare di epilessia) che si è concentrata la suddetta ricerca degli scienziati statunitensi. In breve, per testare l'effetto di questo estratto di marijuana i ricercatori hanno coinvolto oltre 200 persone, (la maggior parte delle quali erano bambini), affette dalla malattia in questione, le quali sono state, appunto, sottoposte alla somministrazione per via orale dell'estratto per 3 mesi. Ad ogni modo dalle analisi effettuate durante quest'arco di tempo è emersa una riduzione di oltre il 50% della frequenza degli attacchi epilettici: un risultato alquanto importante, (seppur preliminare), se si considera il fatto che tutte le persone sottoposte al test erano risultate resistenti a qualsiasi altro tipo di trattamento. Tuttavia, secondo quanto hanno spiegato gli autori dello studio, questo risultato non andrebbe, infine, confuso con l'effetto terapeutico della cannabis. Difatti il farmaco in questione è ben lontano dall'essere simile al classico spinello: si tratta di un estratto ottenuto dalle foglie di marijuana che nulla ha a che vedere con le sostanze che provocano dipendenza ed effetti allucinogeni.
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