Creati i primi spermatozoi umani "in provetta".


Dopo il primo fegato artificiale, i primi mini-stomaci, il primo intestino, i primi muscoli ed i primi tessuti cerebrali "in provetta", di recente sono stati coltivati e cresciuti in laboratorio degli spermatozoi umani. O almeno questo è stato l'annuncio diffuso in questi giorni dalla Kallistem, un società biotech francese specializzata nella spermatogenesi fondata nel 2012 a con sede a Lione. Al riguardo Isabelle Cuoc, amministratore delegato della suddetta società, ha affermato "Il team scientifico di Marie-Hélène Perrard e Philippe Durand è l'unico ad aver sviluppato un bioreattore che consente una completa spermatogenesi in vitro a partire dal tessuto di una biopsia testicolare, tuttavia si tratta di un processo estremamente complesso che richiede 72 giorni". Ad ogni modo pur mantenendo il riserbo sui dati scientifici, (in attesa della pubblicazione prevista per il 23 Giugno), i ricercatori della Kallistem hanno spiegato di essere riusciti a trasformare in provetta gli spermatogoni, (ovvero cellule germinali indifferenziate presenti nell'uomo fin dalla nascita), in spermatozoi maturi ed aver ottenuto sperma a sufficienza per dare alla luce un bambino con la fecondazione in vitro. Difatti in tal proposito la stessa Isabelle Cuoc ha proseguito dichiarando: "Abbiamo affrontato uno dei problemi più sentiti dagli uomini, quello della sterilità, ed il nostro team è il primo al mondo ad aver sviluppato la tecnologia necessaria per ottenere spermatozoi completamente formati con un rendimento sufficiente per avviare una fecondazione in vitro". Ed a quanto pare è proprio a questo  quello a cui miravano i ricercatori, con l'obiettivo di riuscire ad utilizzare nella fecondazione assistita gameti di entrambi i genitori, senza dover ricorrere ad un donatore. Inoltre un impiego di questa tecnica potrebbe essere, ad esempio, quello che riguarda ragazzi sottoposti da giovanissimi a cure anticancro, ai quali sia stato prelevato del tessuto testicolare prima di cominciare chemio o radioterapia e dal quale sarebbe poi possibile creare spermatozoi che, una volta divenuto adulto, il paziente potrebbe utilizzare senza rischi per procreare. Infatti gli scienziati francesi si sono detti certi che grazie a questa nuova tecnica potrebbe aprirsi una nuova speranza per il trattamento dell'infertilità maschile e si sono detti pronti a passare presto ai test pre-clinici, (si parla di un inizio previsto per il 2017), per poi arrivare nel giro di qualche anno al primo bebè; anche se, come già anticipato, attualmente i risultati annunciati dal laboratorio privato non sono stati pubblicati e questo solleva alcuni dubbi tra gli esperti. Perciò il passo successivo per l'azienda francese sarà quello di dimostrare che la procedura è del tutto sicura ed efficace in studi pre-clinici, che dovrebbero, infine, partire già dal prossimo anno.

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