A quanto pare i diamanti, oltre ad essere "semplici" gioielli da indossare, possono avere anche importanti applicazioni scientifiche; infatti, (oltre che nella realizzazione di "super-computer" e "farmaci intelligenti"), secondo un recente studio spagnolo, un tipo particolare di diamante sintetico potrebbe essere sfruttato come termometro per misurazioni in scala nanometrica estremamente precise. In pratica si tratta della ricerca condotta dai ricercatori dell'Università Autonoma di Madrid e pubblicata sulla rivista scientifica Applied Physics Letters, secondo cui dispositivi realizzati con questo tipo di diamanti sarebbero capaci di rilevare temperature comprese tra i -153 ed i 627 °C: un rango di valori compreso tra quelli registrati nelle regioni polari marziane e quelli della rovente superficie di Venere. Inoltre sarebbe possibile cogliere variazioni di temperatura in spazi piccoli anche 5 micron ed in intervalli di tempo estremamente brevi: fino a 800 picosecondi, (vale a dire 800 millesimi di nanosecondo). Insomma, come già anticipato, queste eccezionali proprietà sono state scoperte durante lo studio di un difetto particolare e molto diffuso che si verifica in alcuni diamanti sintetici, (ovvero quelli prodotti mediante un processo tecnologico e non geologico). In particolare, nei casi in cui si introducano atomi di nichel nella struttura cristallina dei diamanti, si può generare un particolare difetto nel reticolo cristallino delle gemme che emette un brillio quando colpito da un fascio di luce laser. Inoltre la durata di questa risposta luminosa varia in base alla temperatura registrata dal termometro: quando il diamante è esposto a temperature più basse, il brillio dura più a lungo, (e viceversa). Motivo per il quale delle sonde realizzate con diamanti aventi questa proprietà potrebbero essere usate, per esempio, per misurare l'entità dell'attrito tra due superfici molto piccole, (un campo al momento piuttosto inesplorato), oppure per registrare le variazioni di temperatura che si verificano nelle cellule viventi in laboratorio: tuttavia ciò non sarà possibile all'interno del corpo umano, dove il brillio di luce emesso dai diamanti sarebbe, infine, troppo debole per penetrare i tessuti.
A quanto pare i diamanti, oltre ad essere "semplici" gioielli da indossare, possono avere anche importanti applicazioni scientifiche; infatti, (oltre che nella realizzazione di "super-computer" e "farmaci intelligenti"), secondo un recente studio spagnolo, un tipo particolare di diamante sintetico potrebbe essere sfruttato come termometro per misurazioni in scala nanometrica estremamente precise. In pratica si tratta della ricerca condotta dai ricercatori dell'Università Autonoma di Madrid e pubblicata sulla rivista scientifica Applied Physics Letters, secondo cui dispositivi realizzati con questo tipo di diamanti sarebbero capaci di rilevare temperature comprese tra i -153 ed i 627 °C: un rango di valori compreso tra quelli registrati nelle regioni polari marziane e quelli della rovente superficie di Venere. Inoltre sarebbe possibile cogliere variazioni di temperatura in spazi piccoli anche 5 micron ed in intervalli di tempo estremamente brevi: fino a 800 picosecondi, (vale a dire 800 millesimi di nanosecondo). Insomma, come già anticipato, queste eccezionali proprietà sono state scoperte durante lo studio di un difetto particolare e molto diffuso che si verifica in alcuni diamanti sintetici, (ovvero quelli prodotti mediante un processo tecnologico e non geologico). In particolare, nei casi in cui si introducano atomi di nichel nella struttura cristallina dei diamanti, si può generare un particolare difetto nel reticolo cristallino delle gemme che emette un brillio quando colpito da un fascio di luce laser. Inoltre la durata di questa risposta luminosa varia in base alla temperatura registrata dal termometro: quando il diamante è esposto a temperature più basse, il brillio dura più a lungo, (e viceversa). Motivo per il quale delle sonde realizzate con diamanti aventi questa proprietà potrebbero essere usate, per esempio, per misurare l'entità dell'attrito tra due superfici molto piccole, (un campo al momento piuttosto inesplorato), oppure per registrare le variazioni di temperatura che si verificano nelle cellule viventi in laboratorio: tuttavia ciò non sarà possibile all'interno del corpo umano, dove il brillio di luce emesso dai diamanti sarebbe, infine, troppo debole per penetrare i tessuti.
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