A quanto pare nel 2030 la Terra potrebbe attraversare una piccola era glaciale a causa del fatto che il Sole potrebbe "andare in letargo" ed attraversare una fase particolare della sua esistenza durante la quale le sue macchie potrebbero diminuire; o almeno questo quanto ha fatto sapere un recente studio condotto da Valentina Zharkova della Northumbria University e presentata in occasione del National Astronomy Meeting di Llandudno, (in Galles). In pratica quello elaborato dalla scienziata dell'ateneo britannico è un nuovo modello del cuore del Sole, che sta producendo previsioni sul suo comportamento con una precisione senza precedenti: previsioni con interessanti conseguenze per la Terra. In sostanza, come già noto, il Sole ha un ciclo di attività di circa 11 anni e durante i periodi di punta, si registrano numerosi brillamenti e macchie solari: le particelle cariche, (ossia espulsioni di massa coronale), possono schizzare via dalla superficie, inviando materiale nello spazio. Inoltre queste espulsioni possono influenzare satelliti ed anche la rete elettrica sulla Terra, tuttavia il ciclo di 11 anni non basta a prevedere tutti i comportamenti del Sole, il quale a volte possono apparire irregolari. Proprio per questo motivo Valentina Zharkova ed i suoi colleghi hanno cercato e trovato un modo per spiegare le discrepanze: un sistema di "doppia dinamo". In altre parole è come se il Sole, (che, come tutte le stelle, è un grande reattore a fusione nucleare che genera potenti campi magnetici, simile ad una dinamo), avesse due cuori. Difatti il modello sviluppato dal team di Valentina Zharkova suggerisce che ci siano due dinamo al lavoro: una quasi in superficie e l'altra più in profondità; il che spiegherebbe gli aspetti del ciclo solare con una precisione maggiore rispetto al passato. Ad ogni modo grazie a questo modello gli scienziati hanno esaminato le osservazioni del campo magnetico dal Solar Observatory Wilcox in California per 3 cicli solari, (ovvero dal 1976 al 2008), ed hanno poi hanno confrontato le loro previsioni con il numero medio di macchie solari; vale a dire un altro forte indicatore dell'attività solare. Così facendo sono riusciti a prevedere che l'attività solare diminuirà del 60%, appunto, nel corso del 2030, un po' come accadde durante il cosiddetto "Maunder Minimum" tra il 1645 ed il 1715, quando si registrò persino il congelamento del fiume Tamigi. Al riguardo la stessa Valentina Zharkova ha spiegato: "Nel corso del ciclo, le onde oscillano tra il Nord ed il Sud del Sole. Combinandole insieme e confrontando i dati reali del ciclo solare, abbiamo scoperto che le nostre previsioni hanno mostrato una precisione del 97%". Tra l'altro il modello in questione prevede che le coppie di onde magnetiche si compenseranno sempre più con un picco nel 2022; mentre nel decennio 2030-2040, queste due onde diventeranno esattamente fuori sincronia, annullandosi a vicenda, il che provocherà una riduzione significativa dell'attività solare. In tal proposito la scienziata ha, infine, concluso affermando: "Prevediamo che questo porterà a delle proprietà di un "Minimo di Maunder"".
A quanto pare nel 2030 la Terra potrebbe attraversare una piccola era glaciale a causa del fatto che il Sole potrebbe "andare in letargo" ed attraversare una fase particolare della sua esistenza durante la quale le sue macchie potrebbero diminuire; o almeno questo quanto ha fatto sapere un recente studio condotto da Valentina Zharkova della Northumbria University e presentata in occasione del National Astronomy Meeting di Llandudno, (in Galles). In pratica quello elaborato dalla scienziata dell'ateneo britannico è un nuovo modello del cuore del Sole, che sta producendo previsioni sul suo comportamento con una precisione senza precedenti: previsioni con interessanti conseguenze per la Terra. In sostanza, come già noto, il Sole ha un ciclo di attività di circa 11 anni e durante i periodi di punta, si registrano numerosi brillamenti e macchie solari: le particelle cariche, (ossia espulsioni di massa coronale), possono schizzare via dalla superficie, inviando materiale nello spazio. Inoltre queste espulsioni possono influenzare satelliti ed anche la rete elettrica sulla Terra, tuttavia il ciclo di 11 anni non basta a prevedere tutti i comportamenti del Sole, il quale a volte possono apparire irregolari. Proprio per questo motivo Valentina Zharkova ed i suoi colleghi hanno cercato e trovato un modo per spiegare le discrepanze: un sistema di "doppia dinamo". In altre parole è come se il Sole, (che, come tutte le stelle, è un grande reattore a fusione nucleare che genera potenti campi magnetici, simile ad una dinamo), avesse due cuori. Difatti il modello sviluppato dal team di Valentina Zharkova suggerisce che ci siano due dinamo al lavoro: una quasi in superficie e l'altra più in profondità; il che spiegherebbe gli aspetti del ciclo solare con una precisione maggiore rispetto al passato. Ad ogni modo grazie a questo modello gli scienziati hanno esaminato le osservazioni del campo magnetico dal Solar Observatory Wilcox in California per 3 cicli solari, (ovvero dal 1976 al 2008), ed hanno poi hanno confrontato le loro previsioni con il numero medio di macchie solari; vale a dire un altro forte indicatore dell'attività solare. Così facendo sono riusciti a prevedere che l'attività solare diminuirà del 60%, appunto, nel corso del 2030, un po' come accadde durante il cosiddetto "Maunder Minimum" tra il 1645 ed il 1715, quando si registrò persino il congelamento del fiume Tamigi. Al riguardo la stessa Valentina Zharkova ha spiegato: "Nel corso del ciclo, le onde oscillano tra il Nord ed il Sud del Sole. Combinandole insieme e confrontando i dati reali del ciclo solare, abbiamo scoperto che le nostre previsioni hanno mostrato una precisione del 97%". Tra l'altro il modello in questione prevede che le coppie di onde magnetiche si compenseranno sempre più con un picco nel 2022; mentre nel decennio 2030-2040, queste due onde diventeranno esattamente fuori sincronia, annullandosi a vicenda, il che provocherà una riduzione significativa dell'attività solare. In tal proposito la scienziata ha, infine, concluso affermando: "Prevediamo che questo porterà a delle proprietà di un "Minimo di Maunder"".
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