Boeing brevetta un drone "anfibio": vola e nuota.


A quanto pare Boeing, (la più grande costruttrice statunitense di aeromobili e la più grande azienda nel settore aerospaziale), avrebbe brevettato un drone "anfibio": un mezzo che all'occorrenza può sia volare sia immergersi nelle acquee. Infatti nel brevetto, (depositato nel 2013 e concesso dallo United States Patent and Trademark Office lo scorso mese di Aprile), questo mezzo " anfibio" è descritto come "un veicolo adattabile sia per il volo sia per le immersioni". Inoltre potrebbe essere lanciato da una portaerei e potrebbe essere utile per spiare sottomarini e/o anche per effettuare consegne a questi ultimi. Ad ogni modo il suo funzionamento sulla carta è abbastanza semplice: il drone "anfibio" è dotato di ali che gli permettono di volare, come qualsiasi altro mezzo aereo, ma quanto entra in contatto con l'acqua una parte delle ali e del sistema di stabilizzazione ed uno dei propulsori si staccano per ridurre il peso e per ottimizzare le sue proprietà idrodinamiche; in tal proposito la stessa Boeing avrebbe proposto l'utilizzo di bulloni esplosivi oppure di una colla idrosolubile. Tra l'altro nella dotazione del drone in questione è previsto anche un serbatoio di galleggiamento che permetterà di controllare la profondità di navigazione; mentre le manovre subacquee saranno possibili mediante una seconda serie di eliche. Tuttavia ci sono anche delle limitazioni: una volta terminata la propria missione subacquea, questo drone non può tornare a volare nel cielo; anche se però può riemergere in superficie per comunicare i dati raccolti al centro di comando o ad altre postazioni. Comunque sia allo stato attuale delle cose il drone "anfibio" potrebbe rimanere un concept: la Boeing non ha fatto sapere niente in merito ad eventuali test. Anche se, in realtà, va ricordato che si tratta dell'azienda che ha già trasformato un caccia F-16 in un drone, pioniere dei veicoli sottomarini senza equipaggio, (i cosiddetti Unmanned Underwater Vehicles o UUV), quindi non è detto che il tutto possa essere fatto, infine, a porte chiuse o al di là dagli occhi del pubblico.


Di seguito un'immagine del suddetto brevetto:

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