Negli smartphone potrebbe arrivare la "modalità letto" per non disturbare il sonno.


Negli ultimi anni diversi studi hanno scoperto che la luce blu degli schermi di smartphone, tablet, Pc e Tv possono causare insonnia e, considerato che per sempre più persone sembra impossibile evitare di portarsi a letto il proprio dispositivo, qualcuno, sulla falsariga della "modalità aereo", ha ben pensato all'introduzione della "modalità letto". In pratica si tratta della proposta di alcuni ricercatori dell'Evelina London Children's Hospital, che in questi giorni hanno pubblicato uno studio coordinato da Paul Gringras, su Frontiers in Public Health, il quale suggerisce a tutte le case produttrici di smartphone e tablet, appunto, l'introduzione di una modalità intelligente che preveda la riduzione automatica della brillantezza dello schermo quando ci si avvicina all'ora in cui ci si deve addormentare. In sostanza anche questo studio ha analizzato i rischi connessi con la brutta abitudine di portarsi a letto i veri dispositivi, ed in particolare l'effetto prodotto, appunto, dalla luce blu degli schermi sull'orologio biologico: sempre più luminescente e sempre più blu, questo tono di colore contribuisce a tenere le persone sveglie ed influisce sull'equilibrio veglia-sonno. Al riguardo lo stesso Paul Gringras ha spiegato: "Ogni nuovo modello che arriva sul mercato ha una luce blu sempre più brillante. Questo tipo di illuminazione prima di coricarsi può allungare la veglia di un'ora. Ecco che da parte dei produttori occorrerebbe più responsabilità: se l'illuminazione dei dispositivi diventasse più scura, seguendo l'andamento della giornata, potrebbe aiutare il corpo dell'utente a produrre la melatonina, che aiuta a prendere sonno". Mentre il dottor Giuseppe Mele, presidente dell'Osservatorio Nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza, (noto anche come Paidòss), ha commentato: "Sarebbe bene spegnere smartphone, tablet, Tv e computer almeno un'ora prima di andare a letto, entro le ore 20:00; infatti sappiamo che entrare sotto le coperte dopo le ore 21:00 fa sì che i bimbi impieghino molto più tempo per addormentarsi e si sveglino più spesso di notte. Sì a tende e schermature per la luce esterna e ad una lampada che possa essere regolata così da illuminare la stanza da letto dei bambini in modo soft, per aiutare i piccoli che hanno paura del buio ad addormentarsi in presenza di una luce molto fioca". Ad ogni modo anche per gli adulti la qualità del sonno viene pregiudicata sempre più spesso dall'abitudine di portare a letto smartphone e tablet: lo afferma anche uno studio dell'Università della California di San Francisco, (conosciuta anche con la sigla UCSF), che ha segnalato il pericolo insito in questa scelta poco salutare, la quale rischia di provocare dipendenza e problemi anche seri di salute. In tal proposito il dottor David M. Claman, direttore dello Sleep Disorders Center presso l'UCSF Medical Center, ha ricordato che spesso la necessità di sapere l'ora è soltanto un pretesto per utilizzare lo smartphone e sbirciare magari fra le e-mail o vedere le ultime notizie e da qui il passaggio verso l'insonnia e gli stati ansiosi è breve: non a caso l'insonnia risulta in forte aumento fra le persone che hanno un'età compresa fra i 20 ed i 30 anni. Insomma, come più volte detto, uno dei motivi di ciò andrebbe ricercato nella retroilluminazione tipica di tablet, portatili e smartphone: la luce, tendente al blu, interferisce con il ritmo circadiano attraverso i vari recettori cerebrali e contribuisce a tenere vigile l'attenzione. Inoltre la prolungata esposizione a questa luce provoca una forte riduzione, appunto, della melatonina, un'ormone prodotto dalla ghiandola pineale, (detta anche epifisi), che agisce sull'ipotalamo ed ha la funzione di regolare il ciclo sonno-veglia. Ed è quello che rivelarlo anche un altro studio condotto dal Lighting Research Centre, appartenente al Rensselaer Polytechnic Institute di New York, il quale ha evidenziato come l'uso continuativo per oltre 2 ore di smartphone, computer, tablet e così via, possa provocare un calo del suddetto ormone pari al 22%. Il che significa che l'individuo si ritrova un una condizione che porta a disturbi del riposo, in particolar modo nel caso in cui non si contempli una pausa tra lo spegnimento di tali strumenti e l'ora in cui si decide di andare a dormire. Motivo per il quale gli esperti suggeriscono una "tregua" di almeno mezz'ora, ribadendo comunque l'importanza di un maggior quantitativo di ore di sosta per beneficiare di un buon sonno; in caso contrario si corre il rischio di incappare, infine, nella cosiddetta "vigilanza minacciosa", (secondo la definizione che ne dà il neuroscienziato Orfeu Buxton), vale a dire uno stato di ansia continuo che ci costringe alla veglia.

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