Come risaputo, il protocollo HTTP utilizza una serie di codici numerici per restituire ai browser messaggi provenienti dai server contenenti le risorse Web: si tratta di una lunga serie di codifiche, (molte delle quali note ed ampiamente riconosciute). Tuttavia adesso un nuovo codice potrebbe aggiungersi a questo quadro, (ed in particolare ai cosiddetti "4xx Client Error"): quello relativo alle risorse vietate per motivi legali, rendendo così esplicita l'eventuale improvvisa impossibilità di reperire un particolare file. Infatti dopo "Errore 400: La richiesta non può essere soddisfatta a causa di errori di sintassi", "Errore 401: Risorsa accessibile soltanto sotto autorizzazione" ed il più conosciuto "Errore 404: Risorsa non trovata", (oltre ovviamente a tutti gli altri), a breve arriverà "Errore 451: Impossibile raggiungere la risorsa in quanto il suo accesso è vietato per motivi legali", il quale andrebbe a sostituire in un certo qual modo "Errore 403: Accesso Negato". Tuttavia al momento questo nuovo codice non è ancora ufficiale e campeggia soltanto all'interno di una bozza di proposta, avanzata anni fa da Tim Bray, (co-autore dell'XML), firmata dall'Internet Engineering Steering Group a titolo di "An HTTP Status Code to Report Legal Obstacles" e che è già stata depositata presso l'Internet Engineering Task Force, (noto anche con la sigla IETF). In pratica l'approvazione definitiva di tale bozza costituirebbe un'importante risposta del mondo del Web alle pressioni che provengono dal mondo esterno: la censura, i problemi di copyright e molto altro ancora hanno fatto sì che il Web diventasse una risorsa molto meno ampia rispetto alle sue ambizioni iniziali, fermando la pubblicazione di alcune risorse per motivi dettati da regole spesso differenti di Paese in Paese. In poche parole esplicitare il fatto che una determinata risorsa non sia più disponibile per motivi legali equivarrebbe a scaricare le colpe sul Paese in oggetto. Ma d'altro canto è a questo che servono le codifiche di errore previste dal protocollo: capire la natura del problema per tentare di risalirne i meccanismi fino alla formulazione di una soluzione. Insomma, lo stesso principio che sembra voler essere applicato anche alla problematica dei fermi di natura legale: l'utente sappia regolarsi e, quando incrocia un errore 451, sappia soprattutto quale ne è l'origine. Ad ogni modo subito dopo la suddetta proposta è scattata anche l'ipotesi, (poi confermata dallo stesso Tim Bray), secondo cui il numero della codifica non sia per niente casuale, ma sia un chiaro riferimento a "Fahrenheit 451", il vecchio romanzo di fantascienza scritto da Ray Bradbury ed improntato sul concetto di censura. Difatti nel romanzo viene descritta una società distopica in cui leggere o possedere libri è considerato un reato, per contrastare il quale è stato istituito un apposito corpo di vigili del fuoco impegnato a bruciare ogni tipo di volume alla temperatura di 451 gradi Fahrenheit, (ovvero quella si ritiene essere la temperatura di accensione della carta e che nel Sistema internazionale corrisponde a circa 506 K o 233 °C). Comunque sia, come già detto, la soluzione di Tim Bray, qualora venga implementata, aiuterà a chiarire la confusione attorno ai siti censurati, anche se sarà opzionale e richiederà l'implementazione da parte degli sviluppatori. Infatti al riguardo lo stesso imprenditore ha, infine, spiegato: "È facile immaginare che alcune autorità legali vogliano evitare la trasparenza. Impedendo non solo l'accesso a determinate risorse, ma anche la divulgazione dell'esistenza di queste restrizioni".
Come risaputo, il protocollo HTTP utilizza una serie di codici numerici per restituire ai browser messaggi provenienti dai server contenenti le risorse Web: si tratta di una lunga serie di codifiche, (molte delle quali note ed ampiamente riconosciute). Tuttavia adesso un nuovo codice potrebbe aggiungersi a questo quadro, (ed in particolare ai cosiddetti "4xx Client Error"): quello relativo alle risorse vietate per motivi legali, rendendo così esplicita l'eventuale improvvisa impossibilità di reperire un particolare file. Infatti dopo "Errore 400: La richiesta non può essere soddisfatta a causa di errori di sintassi", "Errore 401: Risorsa accessibile soltanto sotto autorizzazione" ed il più conosciuto "Errore 404: Risorsa non trovata", (oltre ovviamente a tutti gli altri), a breve arriverà "Errore 451: Impossibile raggiungere la risorsa in quanto il suo accesso è vietato per motivi legali", il quale andrebbe a sostituire in un certo qual modo "Errore 403: Accesso Negato". Tuttavia al momento questo nuovo codice non è ancora ufficiale e campeggia soltanto all'interno di una bozza di proposta, avanzata anni fa da Tim Bray, (co-autore dell'XML), firmata dall'Internet Engineering Steering Group a titolo di "An HTTP Status Code to Report Legal Obstacles" e che è già stata depositata presso l'Internet Engineering Task Force, (noto anche con la sigla IETF). In pratica l'approvazione definitiva di tale bozza costituirebbe un'importante risposta del mondo del Web alle pressioni che provengono dal mondo esterno: la censura, i problemi di copyright e molto altro ancora hanno fatto sì che il Web diventasse una risorsa molto meno ampia rispetto alle sue ambizioni iniziali, fermando la pubblicazione di alcune risorse per motivi dettati da regole spesso differenti di Paese in Paese. In poche parole esplicitare il fatto che una determinata risorsa non sia più disponibile per motivi legali equivarrebbe a scaricare le colpe sul Paese in oggetto. Ma d'altro canto è a questo che servono le codifiche di errore previste dal protocollo: capire la natura del problema per tentare di risalirne i meccanismi fino alla formulazione di una soluzione. Insomma, lo stesso principio che sembra voler essere applicato anche alla problematica dei fermi di natura legale: l'utente sappia regolarsi e, quando incrocia un errore 451, sappia soprattutto quale ne è l'origine. Ad ogni modo subito dopo la suddetta proposta è scattata anche l'ipotesi, (poi confermata dallo stesso Tim Bray), secondo cui il numero della codifica non sia per niente casuale, ma sia un chiaro riferimento a "Fahrenheit 451", il vecchio romanzo di fantascienza scritto da Ray Bradbury ed improntato sul concetto di censura. Difatti nel romanzo viene descritta una società distopica in cui leggere o possedere libri è considerato un reato, per contrastare il quale è stato istituito un apposito corpo di vigili del fuoco impegnato a bruciare ogni tipo di volume alla temperatura di 451 gradi Fahrenheit, (ovvero quella si ritiene essere la temperatura di accensione della carta e che nel Sistema internazionale corrisponde a circa 506 K o 233 °C). Comunque sia, come già detto, la soluzione di Tim Bray, qualora venga implementata, aiuterà a chiarire la confusione attorno ai siti censurati, anche se sarà opzionale e richiederà l'implementazione da parte degli sviluppatori. Infatti al riguardo lo stesso imprenditore ha, infine, spiegato: "È facile immaginare che alcune autorità legali vogliano evitare la trasparenza. Impedendo non solo l'accesso a determinate risorse, ma anche la divulgazione dell'esistenza di queste restrizioni".
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