Si chiama MicroVAST, (acronimo di Microsystems for VAscular diagnosticS and inTervention), e si tratta di una speciale capsula robotica realizzata dall'Istituto di Biorobotica della Scuola Sant'Anna di Pisa che è in grado di muoversi nel sangue per distrugge le eventuali placche aterosclerotiche presenti. In pratica il progetto, finanziato dalla Fondazione Pisa ed ammesso a contributo nell'ambito di un programma di cofinanziamento pluriennale varato nel 2009, si prefigge lo scopo di ideare e realizzare tecnologie in grado di contrastare le malattie cardiovascolari. Infatti, come già anticipato, la piccola capsula in questione, (che è a locomozione magnetica e viene controllata dall'esterno da un robot), una volta entrata in circolo e non appena rivela una placca aterosclerotica, libera delle particelle magnetiche e delle microbolle per eliminarla ed, infine, recupera gli eventuali frammenti. Al riguardo i responsabili hanno spiegato: "Il progetto MicroVAST si propone di sviluppare strategie innovative per la diagnosi e la terapia del sistema vascolare, che rappresenta uno degli scenari più impegnativi per robotica medica. La piattaforma comprende strategie dal macro al micro-scala, coniugando microutensili, (capsula esempio magnetico, funzionalizzato micro-particelle), con comando esterno, principalmente magnetico ed energia acustica. Diversi moduli si concentreranno sugli scambi pre e strategie innovative post-operatorie, insieme con l'applicazione delle tecnologie esistenti". Ad ogni modo i primi risultati del progetto in questione sono stati illustrati lo scorso 2 Aprile in occasione dell'Open day organizzato dalla stessa Fondazione Pisa e ad illustrarli è stato il professor Paolo Dario, direttore del suddetto Istituto nonché responsabile scientifico di MicroVAST, il quale ha, infine, dichiarato: "La messa a punto di una piattaforma robotica con due manipolatori, (uno per la navigazione magnetica ed uno per la guida ultrasonica), validata con test in vitro ed ex-vivo, la dimostrazione dell'attacco di trombi in vitro tramite ultrasuoni focalizzati, il recupero magnetico dei frammenti di placca e trombi in simulatore in vitro e sistemi per il rilascio di farmaci anti-infiammatori post-terapia nei vasi, tramite supporti nanostrutturati. Ora proseguiremo il lavoro per sviluppare soluzioni utilizzabili nella pratica clinica".
Di seguito alcune immagine concettuali:
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