A quanto pare anche la felicità ha i suoi geni che determinano il modo in cui le persone vivono un'esperienza positiva e riescono a stare bene con se stesse; o almeno questo è quanto ha fatto sapere di recente uno studio condotto da alcuni ricercatori della Vrije Universiteit, coordinati da Meike Bartels e Philipp Koellinger, e pubblicato sulla rivista Nature Genetics. In pratica durante tale studio, (il quale ha coinvolto 181 ricercatori e circa 145 istituti di ricerca), i ricercatori hanno analizzato il genoma di quasi 300.000 persone, (gran parte delle informazioni genetiche sono state ottenute dal registro dei gemelli dei Paesi Bassi), ed hanno così individuato: 3 varianti genetiche coinvolte, appunto, nella felicità, 2 legate ai sintomi della depressione ed 11 punti del genoma correlati a nevrosi. In sostanza la scoperta di questi geni potrebbe aiutare in futuro a mettere a punto terapie per ridurre i livelli di ansia. Al riguardo il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell'Università di Roma Tor Vergata, ha commentato: "I criteri della felicità sono diversi da persona a persona e da popolazione a popolazione. Questi geni hanno un ruolo complesso, sono collegati soprattutto al modo in cui le persone affrontano le difficoltà oppure le situazioni della vita. Queste varianti in genere ci rendono più empatici e meno ansiosi ma è chiaro che, per esempio, l'ambiente, l'aspetto sociale ed economico, giocano un ruolo importante. Sicuramente ci sono anche altri geni coinvolti in questo aspetto perché tutti i caratteri dell'uomo sono dovuti all'azione di più geni che interagiscono e funzionano come un'orchestra». Inoltre la ricerca in questione, secondo gli stessi autori, è contemporaneamente un traguardo ed un inizio; difatti in tal proposito lo stesso Meike Bartels ha spiegato: "Siamo ormai certi che ci sia un aspetto genetico coinvolto nella felicità. Tuttavia le tre varianti individuate sono solo una piccola frazione del DNA coinvolto, ci aspettiamo che ci siano molti altri geni che hanno un ruolo nella sensazione di benessere delle persone". Insomma, i ricercatori olandesi vogliono scoprire gli altri geni coinvolti e comprendere soprattutto perché le persone vivono in modo diverso la felicità, nonché in che modo l'ambiente e le differenze culturali influenzano questo aspetto. Al riguardo Meike Bartels ha, infine, concluso dichiarando: "Aver scoperto anche le varianti genetiche coinvolte nella depressione è un passo importante, in quanto dimostra che la ricerca delle cause genetiche della felicità potrebbe offrire anche nuovi indizi per scoprire le radici genetiche di una delle più grandi sfide mediche del nostro tempo".
A quanto pare anche la felicità ha i suoi geni che determinano il modo in cui le persone vivono un'esperienza positiva e riescono a stare bene con se stesse; o almeno questo è quanto ha fatto sapere di recente uno studio condotto da alcuni ricercatori della Vrije Universiteit, coordinati da Meike Bartels e Philipp Koellinger, e pubblicato sulla rivista Nature Genetics. In pratica durante tale studio, (il quale ha coinvolto 181 ricercatori e circa 145 istituti di ricerca), i ricercatori hanno analizzato il genoma di quasi 300.000 persone, (gran parte delle informazioni genetiche sono state ottenute dal registro dei gemelli dei Paesi Bassi), ed hanno così individuato: 3 varianti genetiche coinvolte, appunto, nella felicità, 2 legate ai sintomi della depressione ed 11 punti del genoma correlati a nevrosi. In sostanza la scoperta di questi geni potrebbe aiutare in futuro a mettere a punto terapie per ridurre i livelli di ansia. Al riguardo il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell'Università di Roma Tor Vergata, ha commentato: "I criteri della felicità sono diversi da persona a persona e da popolazione a popolazione. Questi geni hanno un ruolo complesso, sono collegati soprattutto al modo in cui le persone affrontano le difficoltà oppure le situazioni della vita. Queste varianti in genere ci rendono più empatici e meno ansiosi ma è chiaro che, per esempio, l'ambiente, l'aspetto sociale ed economico, giocano un ruolo importante. Sicuramente ci sono anche altri geni coinvolti in questo aspetto perché tutti i caratteri dell'uomo sono dovuti all'azione di più geni che interagiscono e funzionano come un'orchestra». Inoltre la ricerca in questione, secondo gli stessi autori, è contemporaneamente un traguardo ed un inizio; difatti in tal proposito lo stesso Meike Bartels ha spiegato: "Siamo ormai certi che ci sia un aspetto genetico coinvolto nella felicità. Tuttavia le tre varianti individuate sono solo una piccola frazione del DNA coinvolto, ci aspettiamo che ci siano molti altri geni che hanno un ruolo nella sensazione di benessere delle persone". Insomma, i ricercatori olandesi vogliono scoprire gli altri geni coinvolti e comprendere soprattutto perché le persone vivono in modo diverso la felicità, nonché in che modo l'ambiente e le differenze culturali influenzano questo aspetto. Al riguardo Meike Bartels ha, infine, concluso dichiarando: "Aver scoperto anche le varianti genetiche coinvolte nella depressione è un passo importante, in quanto dimostra che la ricerca delle cause genetiche della felicità potrebbe offrire anche nuovi indizi per scoprire le radici genetiche di una delle più grandi sfide mediche del nostro tempo".
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