Dopo la scoperta dell'acqua avvenuta lo scorso Settembre, i ricercatori della NASA in questi giorni hanno fatto sapere di aver rilevato per la prima volta in 40 anni la presenza di ossigeno atomico nell'alta atmosfera di Marte, (attualmente composta per il 95% da anidride carbonica). In pratica si tratta di una scoperta effettuata grazie allo Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy, (noto anche con la sigla SOFIA), vale a dire un aereo di linea Boeing 747SP appositamente modificato, frutto di un progetto congiunto della NASA e del Centro Aerospaziale Tedesco, su cui è stato caricato un telescopio ad infrarossi da 254 centimetri. Ad ogni modo che nella mesosfera di Marte ci fosse ossigeno atomico non è una novità assoluta, (l'avevano già rilevato le sonde Viking, tra il 1969 ed il 1971, ed il satellite Mariner, nel 1975), tuttavia, come già anticipato, da oltre quattro decadi non si effettuava una misurazione simile, in quanto, (come ha spiegato anche Pamela Marcum, una delle ricercatrici responsabili di SOFIA), l'ossigeno atomico è abbastanza difficile da rilevare dato che si debbono impiegare lunghezze d'onda all'infrarosso: un requisito che obbliga a trovarsi a quote parecchio elevate. Motivo per il quale SOFIA è stato fondamentale: l'aereo si è portato ad oltre 13.000 metri di altitudine, in modo da trovarsi al di sopra delle nuvole e del 99% del vapore acqueo dell'atmosfera terrestre. In sostanza il risultato di tutto ciò è stata una misurazione dell'ossigeno atomico negli strati superiori dell'atmosfera marziana, (appunto nella mesosfera), da cui è emerso che la sua presenza è pari a circa la metà della quantità prevista; tale dato ha una rilevanza perché l'ossigeno atomico influenza il modo in cui gli altri gas sfuggono dall'atmosfera marziana, (attraverso quella che viene chiamata "erosione atmosferica"), e di conseguenza ha un impatto significativo sul clima del Pianeta Rosso. Tra l'altro il suo basso valore potrebbe essere dovuto a variazioni nell'atmosfera marziana; motivo per il quale gli scienziati continueranno ad utilizzare SOFIA con l'obiettivo di cercare di comprendere meglio l'atmosfera del Pianeta Rosso. Comunque sia, anche se, come si può ben immaginare, l'ossigeno trovato su Marte non è respirabile, la sua misurazione rappresenta, infine, un grande traguardo per capire di più sul pianeta.
Dopo la scoperta dell'acqua avvenuta lo scorso Settembre, i ricercatori della NASA in questi giorni hanno fatto sapere di aver rilevato per la prima volta in 40 anni la presenza di ossigeno atomico nell'alta atmosfera di Marte, (attualmente composta per il 95% da anidride carbonica). In pratica si tratta di una scoperta effettuata grazie allo Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy, (noto anche con la sigla SOFIA), vale a dire un aereo di linea Boeing 747SP appositamente modificato, frutto di un progetto congiunto della NASA e del Centro Aerospaziale Tedesco, su cui è stato caricato un telescopio ad infrarossi da 254 centimetri. Ad ogni modo che nella mesosfera di Marte ci fosse ossigeno atomico non è una novità assoluta, (l'avevano già rilevato le sonde Viking, tra il 1969 ed il 1971, ed il satellite Mariner, nel 1975), tuttavia, come già anticipato, da oltre quattro decadi non si effettuava una misurazione simile, in quanto, (come ha spiegato anche Pamela Marcum, una delle ricercatrici responsabili di SOFIA), l'ossigeno atomico è abbastanza difficile da rilevare dato che si debbono impiegare lunghezze d'onda all'infrarosso: un requisito che obbliga a trovarsi a quote parecchio elevate. Motivo per il quale SOFIA è stato fondamentale: l'aereo si è portato ad oltre 13.000 metri di altitudine, in modo da trovarsi al di sopra delle nuvole e del 99% del vapore acqueo dell'atmosfera terrestre. In sostanza il risultato di tutto ciò è stata una misurazione dell'ossigeno atomico negli strati superiori dell'atmosfera marziana, (appunto nella mesosfera), da cui è emerso che la sua presenza è pari a circa la metà della quantità prevista; tale dato ha una rilevanza perché l'ossigeno atomico influenza il modo in cui gli altri gas sfuggono dall'atmosfera marziana, (attraverso quella che viene chiamata "erosione atmosferica"), e di conseguenza ha un impatto significativo sul clima del Pianeta Rosso. Tra l'altro il suo basso valore potrebbe essere dovuto a variazioni nell'atmosfera marziana; motivo per il quale gli scienziati continueranno ad utilizzare SOFIA con l'obiettivo di cercare di comprendere meglio l'atmosfera del Pianeta Rosso. Comunque sia, anche se, come si può ben immaginare, l'ossigeno trovato su Marte non è respirabile, la sua misurazione rappresenta, infine, un grande traguardo per capire di più sul pianeta.
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