UNICUSANO presenta l'infografica "Stop alla violenza contro le donne: Dati ed analisi per un cambiamento".


Dall'inizio dell'anno sono molte le donne che hanno subìto un qualsiasi tipo di violenza, (vittime di stalking, picchiate, abusate o addirittura uccise), da parte di estranei, mariti, amanti, fidanzati, compagni, figli e nipoti: tutti uomini accomunati dall'incapacità di controllarsi, frenare i propri istinti ed accettare la fine di una relazione. Ad esempio, uno dei casi più agghiaccianti ed eclatanti in Italia è stato quello che nelle scorse settimane ha riguardato Sara, la giovane 22enne romana di Pietrantonio arsa viva dall'ex-fidanzato lungo via della Magliana e ritrovata carbonizzata dalla madre. Ed è stato proprio alla sua storia ed a quella di tutte le altre donne nel mondo di cui non si conosce neppure il nome o il cui ricordo svanisce nel nulla che la Facoltà di Psicologia dell'Università Telematica di Roma "Niccolò Cusano", (conosciuta anche con la sigla UNICUSANO), ha deciso di dedicare l'infografica "Stop alla violenza contro le donne: Dati ed analisi per un cambiamento". In pratica, come purtroppo noto, il femminicidio è una delle piaghe più cupe e preoccupanti della società contemporanea, un fenomeno in crescita in Italia e nel mondo. Non a caso, secondo la mappa riportata nella prima parte dell'infografica in questione, a livello mondiale la percentuale di donne che hanno sperimentato una violenza fisica o sessuale almeno una volta nella propria vita è del 35%: le percentuali più elevate riguardanti le vittime di violenza subìte dal proprio partner si registrano in Australia, (68%), Asia, (67%), ed Africa, (64%); mentre, sempre a livello mondiale, 2 donne su 3 sono state vittime di omicidi in ambito familiare ed il 50% delle aggressioni sessuali sono state registrate nei confronti di ragazze di età inferiore ai 16 anni. Per di più nel mondo il numero di Paesi che hanno approvato leggi e provvedimenti su violenza coniugale, violenza domestica e molestie sessuali è rispettivamente di 52, 119 e 125. Tuttavia in Italia pare che il numero di femminicidi nel 2015 sia calato del 6,5% rispetto al 2014, (rispettivamente 128 contro 136): in media è stata assassinata dal proprio marito o compagno una donna ogni 3 giorni. Tra l'altro, secondo alcune fonti ministeriali, nei primi 6 mesi del 2016 i casi di femminicidio sono stati 36, ovvero quasi il 23% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Insomma, si tratta di dati certamente confortanti, ma non per questo inconfutabili e che ci si augura incoraggi ancora di più l'azione di prevenzione e contrasto del fenomeno. Ad ogni modo scorrendo l'infografica realizzata dai ricercatori dell'UNICUSANO, è possibile osservare come, sempre nel nostro Paese, le donne vittime di stalking siano circa 3,5 milioni, (equivalenti a circa il 16% delle italiane, di cui il 59% da parte di estranei ed il 41% dall'ex-partner): quasi la metà rispetto a coloro che subiscono violenza fisica o sessuale, (ossia il 31,5% delle italiane di età compresa tra i 16 ed i 70 anni). Inoltre i casi più frequenti di violenza psicologica si verificano al Sud e nelle Isole e, (dato al quanto allarmante), la quasi totalità delle donne risulta essere paralizzata di fronte all'ossessione ed alla instabilità dei propri uomini: solo il 12% di loro ha, infatti, il coraggio di reagire e denunciare. Motivo per il quale di fronte ad un'emergenza chiara e dilagante come, appunto, quella della violenza sulle donne, (di qualunque tipo essa sia), l'impegno dei Centri Antiviolenza presenti in tutte le regioni italiane e delle apposite ONLUS, (come, ad esempio, la Casa delle Donne), è quello di aiutare le potenziali vittime a sviluppare la consapevolezza del rischio e comprendere quando è il momento di chiedere aiuto. In ogni caso a chiudere la suddetta infografica sono alcuni consigli della stessa Casa delle Donne, (al fianco delle vittime di violenza da oltre 20 anni), ed il parere della criminologa Cinzia Mammoliti, la quale ha spiegato: "L'ultimo appuntamento è sempre il più pericoloso. L'abusante capisce di aver perso la donna e chiede l'ultimo appuntamento, magari cercando di convincerla con regali, fiori, ricatti affettivi. Negare sempre l'ultimo appuntamento è essenziale". Mentre rispondendo alla domanda su quali siano i primi campanelli d'allarme di una relazione "malata", l'esperta ha, infine, concluso dichiarando: "Quando la vittima sente che sta vivendo un disagio e non riesce più a comunicare con il partner. Quando l'uomo non ha il controllo di sé. Campanelli d'allarme sono anche i ripetuti ed eccessivi messaggi, quando si chiede di essere lasciate in pace".

Di seguito l'infografica in questione:
http://www.unicusano.it/blog/images/infografiche/infografica_femminicidio2016.jpg
In collaborazione con BizUp ed UNICUSANO.

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