Finora le uniche due fonti conosciute di raggi X intercettati nell'universo erano il vento solare, ossia quel flusso di particelle cariche emesso dall'alta atmosfera del Sole, ed il cosiddetto "Local Hot Bubble", vale a dire quell'ammasso di materiale interstellare incandescente che circonda il Sistema Solare. Tuttavia a quanto pare la sonda DXL, (acronimo di Diffuse X-ray emission from the Local galaxy, lanciato in orbita del 13 Dicembre 2012 con lo scopo di cercare risposte concrete sull'origine dei differenti tipi di luce e raggi X), della NASA ha rilevato dei raggi X ad elevata energia che non risultano provenire né dal vento solare, né dalla suddetta ''Bolla''; o almeno questo è quanto ha riportato una ricerca pubblicata in questi giorni sull'Astrophysical Journal. Al riguardo Youaraj Uprety, principale autore dello studio e astrofisico presso l'Università di Miami, ha spiegato: "Ad energie più elevate, queste fonti contribuiscono a meno di un quarto alle emissioni di raggi X. Questo porta alla conclusione che c'è una fonte sconosciuta di raggi X in questo range di energia. E lascia quindi una domanda aperta sulla loro origine". In pratica parte della luce invisibile che riempie l'universo assume, appunto, la forma di raggi X, la cui fonte ha sempre suscitato accesi dibattiti tra gli scienziati; o almeno cosi è stato fino ad oggi. Difatti, come già anticipato, gli ultimi dati forniti dalla missione della sonda DXL, oltre ad aver rivelato l'esistenza di un gruppo di raggi X che non provengono da nessuna fonte nota, hanno confermato anche alcune delle intuizioni in merito la provenienza dei raggi X che arricchiscono la comprensione dell'antica storia nel Sistema Solare. Comunque sia soltanto ulteriori studi potranno chiarire il mistero di questi raggi X e scoprire un dettaglio o forse sollevare solo un nuovo interrogativo sulle alte energie che transitano nell'universo.
Di seguito alcune immagini che riassumono la scoperta di questi raggi X:
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