Secondo un recente studio, la Via Lattea starebbe trabballando e potrebbe "rompersi".


A quanto pare la Via Lattea sta "traballando" e potrebbe raggiungere un punto di instabilità tale da "rompersi"; anche se tra alcuni miliardi di anni. O almeno questo è quanto ha fatto sapere una delle primissime osservazioni di Gaia, ossia il satellite lanciato il 19 Settembre 2013 dall'Agenzia Spaziale Europea, (meglio nota con la sigla ESA), il quale sta realizzando la più completa e precisa mappa in 3D della galassia in questione. In pratica i primi dati sono stati presentati in questi giorni alla comunità scientifica presso l'Agenzia Spaziale Italiana, (conosciuta anche con la sigla ASI), in modo che adesso i ricercatori di tutto il mondo potranno iniziare ad analizzare immagini e dati, in un quella che si annuncia una combattutissima gara alla scoperta. Al riguardo Mario Lattanzi, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, (noto con la sigla INAF), nonché responsabile scientifico del centro di analisi dati di Gaia e del DPAC, (ovvero il Data Processing and Analysis Consortium), ha spiegato: "L'analisi inizia oggi, ma un aspetto visibile sin da subito è che il piano della nostra galassia appare "tiltato", con curvature che lo rendono irregolare. Ciò significa che la Via Lattea cambierà nel tempo e che tra miliardi di anni potrebbe auto-distruggersi". Ad ogni modo, come già anticipato il satellite Gaia è al lavoro da 3 anni esatti per misurare distanza, luminosità e molti altri parametri di circa 1 miliardo di stelle per costruire così la più dettagliata mappa dell'ambiente che circonda la Terra. In tal proposito Barbara Negri, responsabile del progetto Osservazione ed Esplorazione dell'Universo dell'ASI, ha commentato: "Lo sta facendo con una precisione come mai fino ad ora"; mentre lo stesso Matteo Lattanzi ha poi precisato: "Ben tre volte meglio di quanto fatto dalla precedente missione europea Hipparcos". Comunque sia il satellite in questione è stato interamente finanziato dall'ESA ed a realizzarlo è stata una cordata europea di imprese guidata da Airbus Defence and Space, a cui ha partecipato l'italiana Leonardo-Finmeccanica, (la quale ha fornito tra le varie cose anche i sensori necessari al mantenimento della posizione del satellite e gli schermi di protezione dal calore del Sole), Thales Alenia Space, (una joint venture tra Thales e Finmeccanica, che ha fornito specifici sistemi di comunicazione), e Telespazio, (una joint venture tra Leonardo e Thales, che ha fornito assistenza per quanto riguarda gli aspetti legati alle operazioni di lancio e controllo missione). Tra l'altro l'Italia ha anche un fondamentale ruolo scientifico con oltre 70 ricercatori dell'INAF e dell'ASI che hanno grande rilevanza nel consorzio di analisi dati da Gaia, (ovvero il DPAC), con i centri ALTEC, (a Torino, dove viene raccolta e archiviata l'enorme mole di dati prodotti dal telescopio in questione), ed, infine, l'ASI Science Data Center, (il quale gestisce l'analisi dei dati, e situato a Roma).

Commenti