Rappresentazione artistica del Saccorhytus coronarius. |
Si chiama Saccorhytus coronarius e si tratta di un microrganismo marino vissuto circa 540 milioni di anni fa, (all'inizio del Cambriano), dalla fisiologia piuttosto particolare e spaventosa: aveva la forma di un sacchetto con una bocca enorme circondata da una corona, (da qui il nome), composta da diverse file di piccole escrescenze che ricordano dei denti ed era privo di ano. In pratica la sua scoperta è stata possibile durante alcuni scavi in rocce sedimentarie effettuate nella provincia dello Shaanxi grazie al ritrovamento di 45 fossili più piccoli di un chicco di riso che, a quanto pare, apparterrebbero ad una specie finora sconosciuta, imparentata alla lontana con i vertebrati e perciò con l'uomo. O almeno questo è quanto è stato fatto sapere in due recenti studi: uno pubblicato sulla rivista Nature da un gruppo di ricercatori della Northwest University, coordinato da Jian Han; e l'altro pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution da un team di scienziati dell'Università di Cambridge, coordinato da Thomas Harvey. In sostanza si tratta di una scoperta che ha contribuito a colmare un vuoto nella linea di una categoria di alcuni organismi chiamati "Deuterostomes", a cui, tra l'altro, appartengono i cordati, gli echinodermi e gli emicordati. Per di più durante il Cambriano, questi organismi si diversificarono in un gran numero di gruppi ed è stato studiando le differenze genetiche delle popolazioni attuali, che i biologi hanno ricostruito la loro storia e compreso quando il gruppo si divise in organismi diversi. Tuttavia finora non era mai stata identificata la "madre", (ossia l'origine della diversificazione), in quanto l'organismo originario era molto piccolo, e di conseguenza in pochi sono riusciti a fossilizzarsi: si pensava addirittura che non se ne potessero mai trovare; motivo per il quale la scoperta in questione risulta essere di grande importanza. Al riguardo lo stesso Jian Han ha spiegato: "Per isolarli dalla roccia circostante abbiamo dovuto elaborare enormi volumi di calcare, (circa 3 tonnellate), e successivamente sottoporli al microscopio elettronico ed alla TAC. Ma alla fine siamo stati in grado di ricostruire l'aspetto di questo antichissimo microrganismo ed il suo modo di vivere: in quell'angolo di mondo, all'inizio del periodo Cambriano, il mare era poco profondo ed il Saccorhytus era così piccolo che probabilmente viveva tra i granelli di sabbia sul fondo del mare". Tra l'altro i fossili rinvenuti fanno pensare a piccole maschere con un buco nel mezzo a fare da bocca, la quale doveva essere circondata da rugosità che probabilmente permettevano all'organismo di catturare piccole prede. Mentre altri piccoli fori che somigliano a occhi e narici, (che secondo alcuni ricercatori si trasformarono poi in branchie nei pesci ed in orecchie per l'uomo), erano probabilmente sistemi per espellere rifiuti: anche perché pare proprio che, come già anticipato, l'organismo in questione non possedesse un ano; caratteristica alquanto insolita per i Deuterostomes. Ma non è tutto: secondo i suddetti studio il corpo del Saccorhytus coronarius era a simmetria bilaterale, (una caratteristica ereditata da molti dei suoi discendenti, compresi gli esseri umani), ed era coperto da una sottile pelle, relativamente flessibile. Questo, sempre secondo i ricercatori, suggerisce che questo essere era dotato di una sorta di muscolatura che gli permetteva di muoversi contraendosi in modo simile a quello dei lombrichi. Tuttavia probabilmente la sua caratteristica più sorprendente era il modo in cui si nutriva: come già detto, il microrganismo aveva una bocca enorme rispetto al resto del corpo e probabilmente mangiava ingoiando pezzi di cibo anche molto grandi o addirittura altre creature per intero. Comunque sia se le conclusioni dei suddetti 2 studi si riveleranno corrette, allora il Saccorhytus coronarius potrà essere considerato come l'antenato comune di moltissime specie ed allo tempo stesso il primo passo sul percorso evolutivo che centinaia di milioni di anni più tardi ha portato all'uomo. In tal proposito Simon Conway Morris, uno dei principali autori della ricerca dell'Università di Cambridge, ha, infine, concluso dichiarando: "Se ad un primo esame i fossili scoperti somigliano a piccoli granelli neri, sotto il microscopio ci hanno lasciato attoniti. Si possono, infatti, osservare molte caratteristiche che hanno permesso una serie di importanti deduzioni. Ovviamente è difficile tracciare una precisa linea di discendenza tra noi uomini ed il Saccorhytus coronarius, tuttavia non c'è dubbio che possiamo realmente considerarlo un nostro antichissimo antenato".
Di seguito alcune immagini dei fossili del Saccorhytus coronarius:
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