A quanto pare la calvizie è più complessa del previsto ed i geni che la provocano non sono così pochi come si credeva, ma ben 287, i quali sono ereditati in buona parte dalla madre; o almeno questo è quanto ha scoperto uno studio intitolato "Genetic prediction of male pattern baldness", condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Edimburgo, guidati da Saskia Hagenaars e David Hill, e pubblicato in questi giorni sulla rivista PLOS Genetics. In pratica, come già anticipato, finora si riteneva che alla base della calvizie, (che colpisce circa il 70% degli uomini di tutto il mondo), ci fossero pochi geni, ma analizzando e confrontando il DNA di 52.000 uomini, (attraverso il cosiddetto metodo "genome-wide"), i ricercatori scozzesi hanno rilevato che il problema in questione si deve principalmente al complesso rapporto esistente, appunto, tra 287 geni diversi, molti dei quali sono legati alla struttura del capello ed a come si sviluppa; motivo per il quale questa scoperta in futuro potrebbe permettere di creare nuovi farmaci specifici contro la caduta dei capelli. Al riguardo Riccardo Marioni, uno degli autori della suddetta ricerca, ha spiegato: "Il nostro studio è il più grande lavoro genetico per la comprensione della calvizie maschile e non ci stupisce il fatto di aver trovato così tanti geni associati con il problema. I dati indicano che molti di questi geni si trovano nel cromosoma X, un cromosoma che gli uomini ereditano dalla madre. Quindi di conseguenza si può dire che i geni della madre forniscono un contributo considerevole alla calvizie". Ad ogni modo attualmente esistono già in commercio dei test genetici per prevedere la possibile caduta di capelli ma, come spiegano i ricercatori, si deve lavorare ancora molto prima di poter fare accurate previsioni sulle singole persone. Inoltre se ci si dovesse affidare all'analisi completa del genoma, per il paziente il test potrebbe essere molto costoso; anche se grazie ad una formula da loro sviluppata, gli scienziati hanno fatto sapere di essere in grado di stabilire quali sono le probabilità che il soggetto sia predisposto alla calvizie. In sostanza ciò è possibile analizzando la presenza o l'assenza di un certo numero di marcatori genetici, tuttavia questa formula non è applicabile ad un singolo: serve per identificare solo dei sottogruppi della popolazione che rischia di più di perdere i capelli. Insomma, anche se lo studio in questione non è andato a risolvere il problema della calvizie una volta per tutte, ha permesso di conoscere meglio questa condizione che colpisce molti uomini e che, ad oggi, non è ancora del tutto evitabile. In tal proposito Stefano Gustincich, dell'Istituto Italiano di Tecnologia, (noto anche con la sigla IIT), ha, infine, commentato: "Traguardi come questi sono molto interessanti ed erano impensabili fino a pochi anni fa. Sono stati resi possibili solo grazie alla creazione di banche dati genomiche molto grandi, alla sempre maggiore "finezza" degli studi, ed all'abbattimento dei costi del sequenziamento del DNA".
A quanto pare la calvizie è più complessa del previsto ed i geni che la provocano non sono così pochi come si credeva, ma ben 287, i quali sono ereditati in buona parte dalla madre; o almeno questo è quanto ha scoperto uno studio intitolato "Genetic prediction of male pattern baldness", condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Edimburgo, guidati da Saskia Hagenaars e David Hill, e pubblicato in questi giorni sulla rivista PLOS Genetics. In pratica, come già anticipato, finora si riteneva che alla base della calvizie, (che colpisce circa il 70% degli uomini di tutto il mondo), ci fossero pochi geni, ma analizzando e confrontando il DNA di 52.000 uomini, (attraverso il cosiddetto metodo "genome-wide"), i ricercatori scozzesi hanno rilevato che il problema in questione si deve principalmente al complesso rapporto esistente, appunto, tra 287 geni diversi, molti dei quali sono legati alla struttura del capello ed a come si sviluppa; motivo per il quale questa scoperta in futuro potrebbe permettere di creare nuovi farmaci specifici contro la caduta dei capelli. Al riguardo Riccardo Marioni, uno degli autori della suddetta ricerca, ha spiegato: "Il nostro studio è il più grande lavoro genetico per la comprensione della calvizie maschile e non ci stupisce il fatto di aver trovato così tanti geni associati con il problema. I dati indicano che molti di questi geni si trovano nel cromosoma X, un cromosoma che gli uomini ereditano dalla madre. Quindi di conseguenza si può dire che i geni della madre forniscono un contributo considerevole alla calvizie". Ad ogni modo attualmente esistono già in commercio dei test genetici per prevedere la possibile caduta di capelli ma, come spiegano i ricercatori, si deve lavorare ancora molto prima di poter fare accurate previsioni sulle singole persone. Inoltre se ci si dovesse affidare all'analisi completa del genoma, per il paziente il test potrebbe essere molto costoso; anche se grazie ad una formula da loro sviluppata, gli scienziati hanno fatto sapere di essere in grado di stabilire quali sono le probabilità che il soggetto sia predisposto alla calvizie. In sostanza ciò è possibile analizzando la presenza o l'assenza di un certo numero di marcatori genetici, tuttavia questa formula non è applicabile ad un singolo: serve per identificare solo dei sottogruppi della popolazione che rischia di più di perdere i capelli. Insomma, anche se lo studio in questione non è andato a risolvere il problema della calvizie una volta per tutte, ha permesso di conoscere meglio questa condizione che colpisce molti uomini e che, ad oggi, non è ancora del tutto evitabile. In tal proposito Stefano Gustincich, dell'Istituto Italiano di Tecnologia, (noto anche con la sigla IIT), ha, infine, commentato: "Traguardi come questi sono molto interessanti ed erano impensabili fino a pochi anni fa. Sono stati resi possibili solo grazie alla creazione di banche dati genomiche molto grandi, alla sempre maggiore "finezza" degli studi, ed all'abbattimento dei costi del sequenziamento del DNA".
Commenti
Posta un commento