Coltivato del tessuto cardiaco su una foglia di spinacio.


Che gli spinaci facciano bene alla salute del cuore, (e non solo), è una cosa nota da tempo, ma adesso le loro proprietà potrebbero essere sfruttate in un modo del tutto inedito: le delicate venature che trasportano linfa nella foglia di spinacio sono state utilizzate per la prima volta per irrorare cellule umane, in una versione in miniatura di cuore pulsante. In pratica ai giorni d'oggi la riproduzione di tessuti umani in laboratorio avviene tramite la stampa 3D, ma ottenere l'intricato sistema di vasi sanguigni necessario ad ossigenare gli organi è ancora molto difficile da ottenere: senza questa rete capillare stampare tessuti non serve e gran parte di questi finisce per morire. Ed è stato proprio per questo motivo che alcuni ricercatori del Worcester Polytechnic Institute, (noto anche con la sigla WPI), guidati da Joshua Gerslak, hanno deciso di modificare delle foglie di spinaci, comprate in un comune mercato locale, rimuovendone le cellule vegetali e lasciando soltanto l'impalcatura di cellulosa: un materiale biocompatibile non dannoso per l'uomo e già ampiamente usato in medicina. In sostanza la foglia privata del "verde" ed ormai ridotta, appunto, ad un reticolo trasparente, è stata poi irrorata con cellule cardiache umane, le quali hanno pulsato nello strano nuovo ambiente per ben 3 settimane; mentre, come hanno dimostrato i test, in breve tempo è stato ottenuto un piccolo frammento di tessuto cardiaco completo di vasi perfettamente "funzionanti". Ad ogni modo per dimostrare come le venature della pianta possono alimentare i tessuti, gli scienziati hanno versato in questi vasi della foglia una vernice rossa e delle microparticelle del diametro di circa 8 micron, (ovvero lo stesso di quello dei globuli rossi), guardandole scorrere al microscopio. Al riguardo i ricercatori, che considerano tale esperimento come una prova di principio della possibilità di utilizzare le piante come supporti per coltivare e rigenerare il tessuto del cuore, ad esempio, per riparare i danni dell'infarto, hanno osservato: "Le piante e gli animali sfruttano approcci radicalmente diversi per trasportare fluidi e nutrienti, eppure ci sono somiglianze sorprendenti nelle loro strutture di reti vascolari". Comunque sia, come già anticipato, nel lungo periodo questa tecnica potrebbe essere impiegata per sostituire parti di tessuto danneggiato in pazienti con problemi cardiaci, anche utilizzando, infine, vegetali diversi: il sostegno in cellulosa del legno potrebbe forse servire a ricostruire ossa, mentre l'intricata struttura dei cavolfiori ricorda, ad esempio, quella degli alveoli polmonari.

Di seguito alcune immagini:
http://www.sciencealert.com/images/2017-03/leaf_decell_timelapse_2.jpg
http://news.nationalgeographic.com/content/dam/news/2017/03/25/leaf/leaf-2_zoomout_no-dye2.adapt.768.1.jpghttp://news.nationalgeographic.com/content/dam/news/2017/03/25/leaf/leaf-2_zoomout_dye2.jpg
...ed un video pubblicato dai ricercatori della WPI:

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