Da diverso tempo si sente parlare sempre più spesso di un'epidemia di depressione tra i teenager dovuta sopratutto al crescente "isolamento da Social Media", ma il discorso è vero solo in parte: secondo una recente revisione sistematica degli studi sul tema, tra tempo passato online e fenomeni depressivi esiste un debole legame che non è, come ci si potrebbe aspettare, di causa-effetto. In pratica un gruppo di psicologi del King's College London ha analizzato 11 studi riguardanti, appunto, Social Media e depressione nei ragazzi fino ai 18 anni, con dati relativi ad un totale di 12.646 volontari, ed hanno scoperto che una piccola, ma statisticamente significativa relazione tra Social Network e depressione c'è; anche se questi studi non dicono con esattezza se i disturbi dell'umore siano l'origine o la conseguenza del tempo trascorso online: è probabile quindi che i ragazzi più inclini a depressione tendano più facilmente a cercare online il supporto e la compagnia di cui hanno bisogno. Inoltre un altro punto debole dei suddetti studi è il fatto che i dati sulle ore trascorse nel mondo virtuale siano spesso forniti dai partecipanti stessi. Al riguardo i ricercatori inglesi hanno precisato: "La nostra ricerca non vuole certo negare la pericolosità dell'isolamento dovuto ad una vita spesa sempre di più sullo schermo degli smartphone, con i rischi a essa connessa: dal cyberbullismo alla mancanza di creatività ed interazione sociale. Ma allo stesso tempo rappresenta un invito a non leggere con superficialità gli studi sul tema". Per di più tra questi studi ce n'è uno condotto da alcuni ricercatori dell'Università di Pittsburgh e pubblicato sull'American Journal of Preventive Medicine che ha studiato i comportamenti di 1.787 persone tra i 19 e 32 anni, sottoponendoli a questionari pensati nel 2014 e che riguardavano la frequenza ed il tempo trascorso su diverse piattaforme, (tra cui Facebook, YouTube, Twitter, Instagram, Snapchat, Pinterest e LinkedIn). Dai risultati è emerso che le persone che li usavano per più di 2 ore al giorno erano 2 volte più propensi a sentirsi socialmente isolati rispetto a chi li utilizzava per meno di mezz'ora al giorno. Inoltre chi aveva visitato piattaforme social 58 o più volte a settimana vedeva aumentare di 3 volte il rischio di isolamento sociale percepito, rispetto a coloro che effettuavano meno di 9 visite a settimana. In sostanza, secondo gli autori di tale ricerca, ciò potrebbe esser dovuto al fatto che il tempo speso sui Social Network sostituisce quello per la comunicazione faccia a faccia; anche se un'altra possibile spiegazione è che il senso di esclusione aumenti perché gli utenti vedono amici divertirsi ad eventi a cui non hanno partecipato. In tal proposito Elizabeth Miller, principale autrice dello studio nonché docente di pediatria presso la suddetta università, ha spiegato: "È possibile che chi inizialmente si sentisse socialmente isolato si sia rivolto ai Social Media, oppure potrebbe essere che il maggiore uso dei Social Network abbia portato alcune persone a sentirsi isolati dal mondo reale, oppure ancora una combinazione di entrambi". Comunque sia è noto che da un lato le reazioni ai cambiamenti tecnologici sono spesso esagerate: nel XIX secolo si attribuiva ai movimenti "innaturali" indotti dal treno l'insorgere di una sorta di nevrosi. Mentre allo stesso tempo dall'altro lato va preso in considerazione che l'adolescenza è un'età alquanto delicata e spesso sono gli stessi teenager i protagonisti delle trasformazioni portate dalle nuove tecnologie: ad esempio, l'aumento di sensibilità sul tema della depressione potrebbe essere, infine, una delle cause della presunta crescita di questi fenomeni.
Da diverso tempo si sente parlare sempre più spesso di un'epidemia di depressione tra i teenager dovuta sopratutto al crescente "isolamento da Social Media", ma il discorso è vero solo in parte: secondo una recente revisione sistematica degli studi sul tema, tra tempo passato online e fenomeni depressivi esiste un debole legame che non è, come ci si potrebbe aspettare, di causa-effetto. In pratica un gruppo di psicologi del King's College London ha analizzato 11 studi riguardanti, appunto, Social Media e depressione nei ragazzi fino ai 18 anni, con dati relativi ad un totale di 12.646 volontari, ed hanno scoperto che una piccola, ma statisticamente significativa relazione tra Social Network e depressione c'è; anche se questi studi non dicono con esattezza se i disturbi dell'umore siano l'origine o la conseguenza del tempo trascorso online: è probabile quindi che i ragazzi più inclini a depressione tendano più facilmente a cercare online il supporto e la compagnia di cui hanno bisogno. Inoltre un altro punto debole dei suddetti studi è il fatto che i dati sulle ore trascorse nel mondo virtuale siano spesso forniti dai partecipanti stessi. Al riguardo i ricercatori inglesi hanno precisato: "La nostra ricerca non vuole certo negare la pericolosità dell'isolamento dovuto ad una vita spesa sempre di più sullo schermo degli smartphone, con i rischi a essa connessa: dal cyberbullismo alla mancanza di creatività ed interazione sociale. Ma allo stesso tempo rappresenta un invito a non leggere con superficialità gli studi sul tema". Per di più tra questi studi ce n'è uno condotto da alcuni ricercatori dell'Università di Pittsburgh e pubblicato sull'American Journal of Preventive Medicine che ha studiato i comportamenti di 1.787 persone tra i 19 e 32 anni, sottoponendoli a questionari pensati nel 2014 e che riguardavano la frequenza ed il tempo trascorso su diverse piattaforme, (tra cui Facebook, YouTube, Twitter, Instagram, Snapchat, Pinterest e LinkedIn). Dai risultati è emerso che le persone che li usavano per più di 2 ore al giorno erano 2 volte più propensi a sentirsi socialmente isolati rispetto a chi li utilizzava per meno di mezz'ora al giorno. Inoltre chi aveva visitato piattaforme social 58 o più volte a settimana vedeva aumentare di 3 volte il rischio di isolamento sociale percepito, rispetto a coloro che effettuavano meno di 9 visite a settimana. In sostanza, secondo gli autori di tale ricerca, ciò potrebbe esser dovuto al fatto che il tempo speso sui Social Network sostituisce quello per la comunicazione faccia a faccia; anche se un'altra possibile spiegazione è che il senso di esclusione aumenti perché gli utenti vedono amici divertirsi ad eventi a cui non hanno partecipato. In tal proposito Elizabeth Miller, principale autrice dello studio nonché docente di pediatria presso la suddetta università, ha spiegato: "È possibile che chi inizialmente si sentisse socialmente isolato si sia rivolto ai Social Media, oppure potrebbe essere che il maggiore uso dei Social Network abbia portato alcune persone a sentirsi isolati dal mondo reale, oppure ancora una combinazione di entrambi". Comunque sia è noto che da un lato le reazioni ai cambiamenti tecnologici sono spesso esagerate: nel XIX secolo si attribuiva ai movimenti "innaturali" indotti dal treno l'insorgere di una sorta di nevrosi. Mentre allo stesso tempo dall'altro lato va preso in considerazione che l'adolescenza è un'età alquanto delicata e spesso sono gli stessi teenager i protagonisti delle trasformazioni portate dalle nuove tecnologie: ad esempio, l'aumento di sensibilità sul tema della depressione potrebbe essere, infine, una delle cause della presunta crescita di questi fenomeni.
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