Uno dei meteoriti in cui è stata trovata la Rubinite. |
In questi giorni alcuni ricercatori dell'Università del Tōhoku e del California Institute of Technology, (noto anche con il nome Caltech), hanno annunciato di aver scoperto un nuovo minerale chiamato "Rubinite" all'interno dei più antichi meteoriti del Sistema Solare, il quale è stato ufficialmente riconosciuto dall'Associazione Mineralogica Internazionale, (nota anche con la sigla IMA), lo scorso Marzo. In pratica, come capita a volte nella ricerca scientifica, Takashi Yoshizaki e Chi Ma, principali autori della scoperta in questione, sono giunti allo stesso risultato in maniera del tutto separata ed indipendente, mentre studiavano 2 diversi meteoriti nei rispettivi laboratori a migliaia di chilometri di distanza. In sostanza la Rubinite, (chiamata così in onore del cosmochimico americano Alan Rubin), è stato individuato nelle cosiddette condriti carbonacee, ovvero i meteoriti più interessanti dal punto di vista scientifico poiché composti da materiale che si è aggregato 4,5 miliardi di anni fa, nei pressi del Sole durante le sue prime fasi di vita. Inoltre le condriti carbonacee rappresentano soltanto il 3% dei meteoriti noti alla scienza e sono suddivise in 8 distinte categorie, le cui differenze dipendono verosimilmente dalle differenti temperature in cui si formarono. Tra l'altro tutte derivano dall'aggregazione di polveri in un ambiente ricco di ossigeno, ma soltanto alcune presentano tracce di acqua, le cui concentrazioni variano dal 3% al 22%. Ma non è tutto: la caratteristica peculiare delle condriti carbonacee sono le inclusioni CAIS, (abbreviazione di Calcium-aluminum-rich inclusions), ovvero piccole "gemme" dalla matrice rocciosa con una colorazione biancastra e giallognola ed una forma irregolare: hanno un diametro di pochi millimetri, (raramente raggiungono i centimetri), e sono ricche di calcio ed alluminio. Ed è stato proprio all'interno di queste inclusioni che gli studiosi hanno individuato la Rubinite, sotto forma di piccolissimi grani con uno spessore inferiore ai 10 micron. Per di più, come suggerisce la sua formula chimica, (ovvero Ca3Ti3 + 2Si3O12), questo nuovo materiale è particolarmente ricca di titanio. Comunque sia, considerato che i CAIS sono ritenuti tra i primissimi solidi formatisi attorno al Sole primordiale, secondo i ricercatori, studiarli potrebbe, infine, aiutare a comprendere meglio l'origine e la formazione del Sistema Solare.
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