A quanto pare il talamo, una struttura del cervello finora considerata un semplice centro di amplificazione e smistamento dei segnali, si è rivelato essere una "cassaforte" dei ricordi; o almeno questo è quanto hanno dimostrano 3 recenti ricerche condotte sui alcuni topi, pubblicate sulle riviste Nature e Nature Neuroscience, e finanziate dai National Institutes of Health, (noti anche con la sigla NIH). In pratica tutte e tre gli studi hanno studiato il circuito che collega il talamo con la corteccia prefrontale, che funziona in modo anomalo nelle persone che affette da schizofrenia; non a caso i risultati emersi hanno indicato che il talamo è cruciale per fissare i ricordi e li conserva "dialogando" con la corteccia prefrontale. In sostanza in un primo esperimento, condotto da alcuni ricercatori dell'Università di New York, coordinati da Michael Halassa, è stata monitorata l'attività delle cellule nervose dei topi mentre questi dovevano ricordare quale, fra 2 porte, nascondesse una ciotola di latte. Inoltre grazie ad un tecnica chiamata optogenetica, la quale utilizza la luce per attivare e disattivare singole cellule nervose, i ricercatori sono riusciti a bloccare l'attività dei neuroni del talamo ed hanno osservato che dopo questo intervento i topi non erano più in grado di scegliere la porta giusta. Tra l'altro, come già anticipato, un risultato simile è stato ottenuto anche da un gruppo di ricercatori della Columbia University, guidato da Joshua Gordon e Christoph Kellendonk, il quale ha dimostrato che il circuito che collega il talamo alla corteccia prefrontale controllava anche la capacità dei topi di percorrere un labirinto per raggiungere una ricompensa. Mentre il terzo ed ultimo esperimento condotto da alcuni ricercatori del Howard Hughes Medical Institute, (noto anche con la sigla HHMI), e dei NIH, guidati da Karel Svoboda e Charles Gerfen, ha dimostrato che il talamo svolge un ruolo cruciale nella memoria a breve termine e che collabora con la corteccia prefrontale per fissare questi ricordi: anche in questo caso i topi dovevano ricordare dove andare per ricevere una ricompensa ed è stato visto che i neuroni del talamo "parlano", tramite segnali elettrici, con quelli della corteccia prefrontale durante la pianificazione dei movimenti. Comunque sia adesso, come hanno fatto sapere gli stessi ricercatori, i risultati di tali studi potrebbero, infine, aprire nuove strade per ridurre i deficit cognitivi causati da malattie psichiatriche come, appunto, la schizofrenia.
A quanto pare il talamo, una struttura del cervello finora considerata un semplice centro di amplificazione e smistamento dei segnali, si è rivelato essere una "cassaforte" dei ricordi; o almeno questo è quanto hanno dimostrano 3 recenti ricerche condotte sui alcuni topi, pubblicate sulle riviste Nature e Nature Neuroscience, e finanziate dai National Institutes of Health, (noti anche con la sigla NIH). In pratica tutte e tre gli studi hanno studiato il circuito che collega il talamo con la corteccia prefrontale, che funziona in modo anomalo nelle persone che affette da schizofrenia; non a caso i risultati emersi hanno indicato che il talamo è cruciale per fissare i ricordi e li conserva "dialogando" con la corteccia prefrontale. In sostanza in un primo esperimento, condotto da alcuni ricercatori dell'Università di New York, coordinati da Michael Halassa, è stata monitorata l'attività delle cellule nervose dei topi mentre questi dovevano ricordare quale, fra 2 porte, nascondesse una ciotola di latte. Inoltre grazie ad un tecnica chiamata optogenetica, la quale utilizza la luce per attivare e disattivare singole cellule nervose, i ricercatori sono riusciti a bloccare l'attività dei neuroni del talamo ed hanno osservato che dopo questo intervento i topi non erano più in grado di scegliere la porta giusta. Tra l'altro, come già anticipato, un risultato simile è stato ottenuto anche da un gruppo di ricercatori della Columbia University, guidato da Joshua Gordon e Christoph Kellendonk, il quale ha dimostrato che il circuito che collega il talamo alla corteccia prefrontale controllava anche la capacità dei topi di percorrere un labirinto per raggiungere una ricompensa. Mentre il terzo ed ultimo esperimento condotto da alcuni ricercatori del Howard Hughes Medical Institute, (noto anche con la sigla HHMI), e dei NIH, guidati da Karel Svoboda e Charles Gerfen, ha dimostrato che il talamo svolge un ruolo cruciale nella memoria a breve termine e che collabora con la corteccia prefrontale per fissare questi ricordi: anche in questo caso i topi dovevano ricordare dove andare per ricevere una ricompensa ed è stato visto che i neuroni del talamo "parlano", tramite segnali elettrici, con quelli della corteccia prefrontale durante la pianificazione dei movimenti. Comunque sia adesso, come hanno fatto sapere gli stessi ricercatori, i risultati di tali studi potrebbero, infine, aprire nuove strade per ridurre i deficit cognitivi causati da malattie psichiatriche come, appunto, la schizofrenia.
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