Rappresentazione artistica di Kelt-9b, (a destra), e della sua stella Kelt-9, (a sinistra). |
Si chiama Kelt-9b e lo si potrebbe definire un pianeta infernale, in quanto la sua temperatura di 4.326,85 °C, ossia maggiore di quella degli strati esterni di molte stelle, (1.177,15 °C più bassa rispetto a quella del Sole), e la più alta dei pianeti finora scoperti; o almeno questo è quanto ha fatto sapere un gruppo di astronomi della Ohio State University, guidato da Scott Gaudi, in un recente studio pubblicato sulla rivista Nature e presentato in questi giorni durante il convegno annuale dell'Associazione Astronomica Americana, (nota anche con la sigla AAS). In pratica questo corpo celeste, che parte della famiglia dei cosiddetti "Giovi caldi", si trova ad una distanza di circa 620 anni luce dalla Terra, (per la precisione nella costellazione del Cigno), e possiede una massa quasi tripla di quella di Giove, ma ciò nonostante risulta essere denso solo la metà perché le radiazioni della intorno a cui orbita, (Kelt-9), hanno fatto gonfiare la sua atmosfera come un pallone. Inoltre, considerata la stretta vicinanza alla stella, (paragonabile a quella fra la Terra e la Luna), il suo lato illuminato, (la rotazione del pianeta è sincrona rispetto alla stella, pertanto ha sempre una faccia sempre rivolta verso la stella), è sotto il costante bombardamento di radiazioni stellari, che impediscono la formazione di molecole di acqua, anidride carbonica e metano: Kelt-9 è, infatti, una gigante blu di classe spettrale A, molto giovane ed estremamente calda e luminosa, tanto da scaldare l'atmosfera del pianeta, facendola lentamente evaporare. Tra l'altro la parte di atmosfera evaporata potrebbe persino formare una lunga coda simile a quella che si vedono nelle comete; anche se per osservarla serviranno strumenti più sensibili. Al riguardo lo stesso Scott Gaudi ha affermato: "Kelt-9b è il pianeta più caldo mai scoperto. La sua atmosfera è diversa da quella di qualsiasi altro pianeta noto per la temperatura del suo lato illuminato". Mentre, secondo alcuni esperti, la faccia opposta di Kelt-9b è immersa nell'oscurità e potrebbe favorire la formazione di alcune specie molecolari. Ad ogni modo, come suggerisce anche lo stesso nome, questo pianeta era stato avvistato già nel 2014 ed adesso se n'è confermata l'esistenza grazie al Kilodegree Extremely Little Telescope, (abbreviato Kelt), vale a dire un progetto costituito da 2 piccoli telescopi con un campo di vista molto ampio e capaci quindi di monitorare contemporaneamente grandi porzioni di cielo. Difatti è stato attraverso il telescopio nord, installato all'osservatorio Winer, che i ricercatori sono riusciti ad evidenziare delle tenui variazioni di luminosità della stella Kelt-9, che sono state poi interpretate con la presenza di un pianeta extrasolare. Comunque sia, come già anticipato, il futuro di Kelt-9b non è certamente dei migliori: difatti le stime prevedono che in poche centinaia di milioni di anni Kelt-9 si trasformerà in una gigante rossa, espandendosi fino a raggiungere l'orbita del pianeta, il quale verrebbe inghiottito. In tal proposito Keivan Stassun, professore di Fisica ed Astronomia presso la Vanderbilt University, nonché coautore dello studio in questione, ha sottolineato: "Kelt-9 emana così tante radiazioni che potrebbe far evaporare completamente il pianeta. O se questo avesse un nucleo roccioso solido, potrebbe asciugarsi e ridursi diventando un'arida roccia, come Mercurio". Mentre Scott Gaudi ha, infine, concluso spiegando: "Considerando che la stella intorno a cui ruota Kelt-9b è più grande e più calda del Sole, il suo studio è complementare e fornisce una pietra di paragone per capire come i pianeti si sono formati intorno alle stelle calde e massicce".
Di seguito l'ipotetica orbita di Kelt-9b intorno a Kelt-9:
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