Come noto, le meraviglie del mondo finora conosciute sono 7, ma a quanto pare ne esiste anche un'8ª: si tratta delle Pink and White Terraces, ovvero enormi piscine di pietra rosa e bianca disegnate con maestria dalla natura, perfettamente rotonde ed incastrate fra terrazze infinite di silice da cui scendono le acque termali del grande Lago Rotomahana, (nella Nuova Zelanda del Nord). Tuttavia questo piccolo paradiso è stato cancellato dalla lava e dai detriti del vulcano Tarawera che il 10 Giugno del 1886 eruttò per l'ultima volta, uccidendo 153 Māori. Ad ogni modo sembra proprio che, nonostante la suddetta calamità naturale le abbia sepolte, le Pink and White Terraces non siano andate perdute per sempre ed, adesso, dopo oltre 131 anni potrebbero tornare a risplendere. O almeno questo è quanto hanno fatto sapere Rex Bunn e Sascha Nolden, ricercatori indipendenti, tramite uno studio pubblicato in questi giorni sul Journal of the Royal Society of New Zealand, nel quale hanno spiegato: "Queste terrazze sono sepolte e preservate a 10-15 metri da cumuli di cenere solidificata e fango. Bisogna solo scavare". Insomma, secondo i ricercatori, questo piccolo paradiso naturale non è stato distrutto o spinto in fondo al lago, come suggerito da precedenti ricerche, ma è sepolto sulle coste del lago e dopo alcuni scavi potrebbe essere ripristinato nella passata gloria. In pratica l'affascinante caccia alle Pink and White Terraces dura da diversi anni: le terrazze dai colori strabilianti all'epoca attiravano migliaia di turisti da tutto il mondo e tutt'oggi sono un sogno a cui è difficile rinunciare. Motivo per il quale, dopo svariati tentativi, nel 2011 alcuni scienziati del GNS Science, utilizzando tecnologie simili a quelle per il ritrovamento del Titanic, annunciarono di averne individuato i resti in una tratta sommersa in fondo al lago. Tuttavia adesso a circa 5 anni di distanza questa teoria è stata smentita; al riguardo lo stesso Rex Bunn ha dichiarato: "Le terrazze divennero la più grande attrazione turistica nell'emisfero sud e nell'impero britannico, e navi cariche di turisti affrontavano il viaggio dall'Europa e dall'America per ammirarle. Ma non fu mai eseguita una ricognizione accurata da parte del governo del tempo, quindi non erano state finora registrate le loro coordinate. Quindi con ogni probabilità non sono andate distrutte, semplicemente non sono qui. Le cercavano nel punto sbagliato, non era quella la giusta latitudine e longitudine". Ed ha poi proseguito spiegando: "Nel 2014 ho lavorato nel tentativo di abbassare le acque del lago di 30-40 metri, volevo vederle. Per farlo ho studiato il caso italiano del Lago di Nemi, dove Guido Ucelli negli anni '30 sperimentò l'uso di idrovore per risucchiare acqua e portare alla luce due grandi navi romane. Ma da noi si presentò un problema: un'area magmatica sotto il Rotomahana risultava ancora attiva con il rischio di eruzione, ed i lavori vennero sospesi. Ero bloccato finché nel 2015 mi telefonò Sascha Nolden dicendo che voleva mostrarmi alcuni diari". In sostanza si trattava degli appunti dello geologo e cartografo austro-tedesco Ferdinand von Hochstetter, i quali contengono una descrizione dettagliata della località delle terrazze prima dell'eruzione del vulcano Tarawera. In tal proposito i ricercatori hanno detto: "Ci siamo affidati alla sola ricognizione mai eseguita di quella parte della Nuova Zelanda e siamo fiduciosi che la cartografia sia corretta. Hochstetter era un cartografo molto competente ed i suoi appunti sono straordinariamente precisi ed attendibili come mappe. Abbiamo incrociato i dati ed abbiamo scoperto che le terrazze si trovano sulla costa e non in fondo al lago, sono sepolte da strati di detriti e c'è la possibilità di recuperarne parti intatte. L'8ª meraviglia non è distrutta per sempre. Abbiamo prove convincenti della presenza di almeno 3 terrazze". Ed hanno, infine, concluso facendo sapere: "L'opera di recupero è nel pubblico interesse. Abbiamo collaborato strettamente con i proprietari ancestrali del territorio, la Tuhourangi Tribal Authority, che sono stati di grande sostegno e felici del nostro lavoro. Gli scavi partiranno a breve: le terrazze sono soltanto coperte ed una volta recuperate tutti potranno finalmente vederle".
Come noto, le meraviglie del mondo finora conosciute sono 7, ma a quanto pare ne esiste anche un'8ª: si tratta delle Pink and White Terraces, ovvero enormi piscine di pietra rosa e bianca disegnate con maestria dalla natura, perfettamente rotonde ed incastrate fra terrazze infinite di silice da cui scendono le acque termali del grande Lago Rotomahana, (nella Nuova Zelanda del Nord). Tuttavia questo piccolo paradiso è stato cancellato dalla lava e dai detriti del vulcano Tarawera che il 10 Giugno del 1886 eruttò per l'ultima volta, uccidendo 153 Māori. Ad ogni modo sembra proprio che, nonostante la suddetta calamità naturale le abbia sepolte, le Pink and White Terraces non siano andate perdute per sempre ed, adesso, dopo oltre 131 anni potrebbero tornare a risplendere. O almeno questo è quanto hanno fatto sapere Rex Bunn e Sascha Nolden, ricercatori indipendenti, tramite uno studio pubblicato in questi giorni sul Journal of the Royal Society of New Zealand, nel quale hanno spiegato: "Queste terrazze sono sepolte e preservate a 10-15 metri da cumuli di cenere solidificata e fango. Bisogna solo scavare". Insomma, secondo i ricercatori, questo piccolo paradiso naturale non è stato distrutto o spinto in fondo al lago, come suggerito da precedenti ricerche, ma è sepolto sulle coste del lago e dopo alcuni scavi potrebbe essere ripristinato nella passata gloria. In pratica l'affascinante caccia alle Pink and White Terraces dura da diversi anni: le terrazze dai colori strabilianti all'epoca attiravano migliaia di turisti da tutto il mondo e tutt'oggi sono un sogno a cui è difficile rinunciare. Motivo per il quale, dopo svariati tentativi, nel 2011 alcuni scienziati del GNS Science, utilizzando tecnologie simili a quelle per il ritrovamento del Titanic, annunciarono di averne individuato i resti in una tratta sommersa in fondo al lago. Tuttavia adesso a circa 5 anni di distanza questa teoria è stata smentita; al riguardo lo stesso Rex Bunn ha dichiarato: "Le terrazze divennero la più grande attrazione turistica nell'emisfero sud e nell'impero britannico, e navi cariche di turisti affrontavano il viaggio dall'Europa e dall'America per ammirarle. Ma non fu mai eseguita una ricognizione accurata da parte del governo del tempo, quindi non erano state finora registrate le loro coordinate. Quindi con ogni probabilità non sono andate distrutte, semplicemente non sono qui. Le cercavano nel punto sbagliato, non era quella la giusta latitudine e longitudine". Ed ha poi proseguito spiegando: "Nel 2014 ho lavorato nel tentativo di abbassare le acque del lago di 30-40 metri, volevo vederle. Per farlo ho studiato il caso italiano del Lago di Nemi, dove Guido Ucelli negli anni '30 sperimentò l'uso di idrovore per risucchiare acqua e portare alla luce due grandi navi romane. Ma da noi si presentò un problema: un'area magmatica sotto il Rotomahana risultava ancora attiva con il rischio di eruzione, ed i lavori vennero sospesi. Ero bloccato finché nel 2015 mi telefonò Sascha Nolden dicendo che voleva mostrarmi alcuni diari". In sostanza si trattava degli appunti dello geologo e cartografo austro-tedesco Ferdinand von Hochstetter, i quali contengono una descrizione dettagliata della località delle terrazze prima dell'eruzione del vulcano Tarawera. In tal proposito i ricercatori hanno detto: "Ci siamo affidati alla sola ricognizione mai eseguita di quella parte della Nuova Zelanda e siamo fiduciosi che la cartografia sia corretta. Hochstetter era un cartografo molto competente ed i suoi appunti sono straordinariamente precisi ed attendibili come mappe. Abbiamo incrociato i dati ed abbiamo scoperto che le terrazze si trovano sulla costa e non in fondo al lago, sono sepolte da strati di detriti e c'è la possibilità di recuperarne parti intatte. L'8ª meraviglia non è distrutta per sempre. Abbiamo prove convincenti della presenza di almeno 3 terrazze". Ed hanno, infine, concluso facendo sapere: "L'opera di recupero è nel pubblico interesse. Abbiamo collaborato strettamente con i proprietari ancestrali del territorio, la Tuhourangi Tribal Authority, che sono stati di grande sostegno e felici del nostro lavoro. Gli scavi partiranno a breve: le terrazze sono soltanto coperte ed una volta recuperate tutti potranno finalmente vederle".
Commenti
Posta un commento