A quanto pare di recente un gruppo di ricercatori dell'Università Nazionale di Singapore è riuscito a creare e brevettare la prima birra probiotica al mondo, che contiene ceppi vivi di un batterio naturalmente presente nell'intestino umano: un prodotto che, secondo le intenzioni degli studiosi, oltre ad essere di gradimento agli amanti di birre artigianali, fornirà anche un prezioso contributo alla salute dell'intestino. In pratica, come noto, i probiotici, dei veri e propri microorganismi che vivono naturalmente nel nostro intestino crasso, possono essere inseriti sia in prodotti alimentari come lo yogurt, (lactobacilli e bifidobatteri), che in alcuni integratori per contrastare diarrea e simili. Tuttavia, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, per essere considerati realmente devono essere in grado di persistere e moltiplicarsi all'interno dell'intestino, fornendo un effettivo anche un beneficio fisiologico in chi li assume. Inoltre sebbene vi siano diversi studi contrastanti sui reali effetti, (in particolar modo su potenziali benefici alle funzioni del sistema immunitario), nel 2011 l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha vietato alle imprese di pubblicizzare i propri probiotici con affermazioni del tipo "aumentano le difese immunitarie". Ciò nonostante questi microorganismi possono comunque essere utili per chi soffre di determinati disturbi intestinali, ed in caso di somministrazione di antibiotici, può esserne consigliata l'assunzione per evitare possibili proliferazioni del batterio Clostridium difficile, il quale è un patogeno. Ad ogni modo è stato proprio partendo da queste premesse che a Chan Mei Zhi Alcine, (una studentessa al quarto anno della facoltà di Scienze Alimentari e Programma Tecnologico del suddetto ateneo, la quale da anni, ogni giorno, assume probiotici attraverso i latticini), è venuta in mente l'idea di creare l'insolita bevanda in questione. In sostanza entrando un po' più nel dettaglio, per arrivare a tale risultato i ricercatori hanno dovuto mettere a punto una procedura alquanto complessa, in quanto la presenza nella birra degli acidi del luppolo limita di norma la crescita e la sopravvivenza dei probiotici. Difatti, dopo circa 9 mesi di test, gli scienziati singaporiani hanno deciso di utilizzare il Lactobacillus paracasei L26, un microrganismo già naturalmente presente nell'intestino, (che, tra l'altro, potrebbe essere coinvolto nella regolazione del sistema immunitario), il quale è risultato essere capace di usare gli zuccheri presenti nel mosto di malto per produrre un acido lattico che ha conferito alla birra un sapore aspro e deciso. Al riguardo, come già anticipato, questi "novelli birrai" hanno affermato che il loro prodotto, (che impiega circa un mese per fermentare ed ha una gradazione alcolica al 3,5%), può favorire la salute dell'intestino e rafforzare le difese immunitarie. Ed, anche se la scienza ufficiale ha più volte espresso dubbi sulla reale efficacia dei probiotici, (soprattutto se somministrati alle persone sane, senza squilibri intestinali), questa particolare birra è senza dubbio interessante: a prescindere dall'efficacia della bevanda, nel mercato sempre più consistente delle birre artigianali anche questa bionda "arricchita" potrebbe trovare una sua fetta di estimatori. Infatti, nonostante possa sembrare sembrare un controsenso legare potenziali effetti benefici ad un prodotto alcolico, (tenendo presenti tutti i rischi del consumo non responsabile), il team di ricercatori si è detto sicuro che una volta in commercio la birra probiotica sarà, infine, ben accolta dagli appassionati della bevanda.
A quanto pare di recente un gruppo di ricercatori dell'Università Nazionale di Singapore è riuscito a creare e brevettare la prima birra probiotica al mondo, che contiene ceppi vivi di un batterio naturalmente presente nell'intestino umano: un prodotto che, secondo le intenzioni degli studiosi, oltre ad essere di gradimento agli amanti di birre artigianali, fornirà anche un prezioso contributo alla salute dell'intestino. In pratica, come noto, i probiotici, dei veri e propri microorganismi che vivono naturalmente nel nostro intestino crasso, possono essere inseriti sia in prodotti alimentari come lo yogurt, (lactobacilli e bifidobatteri), che in alcuni integratori per contrastare diarrea e simili. Tuttavia, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, per essere considerati realmente devono essere in grado di persistere e moltiplicarsi all'interno dell'intestino, fornendo un effettivo anche un beneficio fisiologico in chi li assume. Inoltre sebbene vi siano diversi studi contrastanti sui reali effetti, (in particolar modo su potenziali benefici alle funzioni del sistema immunitario), nel 2011 l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha vietato alle imprese di pubblicizzare i propri probiotici con affermazioni del tipo "aumentano le difese immunitarie". Ciò nonostante questi microorganismi possono comunque essere utili per chi soffre di determinati disturbi intestinali, ed in caso di somministrazione di antibiotici, può esserne consigliata l'assunzione per evitare possibili proliferazioni del batterio Clostridium difficile, il quale è un patogeno. Ad ogni modo è stato proprio partendo da queste premesse che a Chan Mei Zhi Alcine, (una studentessa al quarto anno della facoltà di Scienze Alimentari e Programma Tecnologico del suddetto ateneo, la quale da anni, ogni giorno, assume probiotici attraverso i latticini), è venuta in mente l'idea di creare l'insolita bevanda in questione. In sostanza entrando un po' più nel dettaglio, per arrivare a tale risultato i ricercatori hanno dovuto mettere a punto una procedura alquanto complessa, in quanto la presenza nella birra degli acidi del luppolo limita di norma la crescita e la sopravvivenza dei probiotici. Difatti, dopo circa 9 mesi di test, gli scienziati singaporiani hanno deciso di utilizzare il Lactobacillus paracasei L26, un microrganismo già naturalmente presente nell'intestino, (che, tra l'altro, potrebbe essere coinvolto nella regolazione del sistema immunitario), il quale è risultato essere capace di usare gli zuccheri presenti nel mosto di malto per produrre un acido lattico che ha conferito alla birra un sapore aspro e deciso. Al riguardo, come già anticipato, questi "novelli birrai" hanno affermato che il loro prodotto, (che impiega circa un mese per fermentare ed ha una gradazione alcolica al 3,5%), può favorire la salute dell'intestino e rafforzare le difese immunitarie. Ed, anche se la scienza ufficiale ha più volte espresso dubbi sulla reale efficacia dei probiotici, (soprattutto se somministrati alle persone sane, senza squilibri intestinali), questa particolare birra è senza dubbio interessante: a prescindere dall'efficacia della bevanda, nel mercato sempre più consistente delle birre artigianali anche questa bionda "arricchita" potrebbe trovare una sua fetta di estimatori. Infatti, nonostante possa sembrare sembrare un controsenso legare potenziali effetti benefici ad un prodotto alcolico, (tenendo presenti tutti i rischi del consumo non responsabile), il team di ricercatori si è detto sicuro che una volta in commercio la birra probiotica sarà, infine, ben accolta dagli appassionati della bevanda.
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