A quanto pare la magnetosfera di Urano si apre e si chiude ogni giorno, consentendo o bloccando il passaggio del vento solare; o almeno questo è quanto ha scoperto in questi giorni un gruppo di planetologi, guidati da Xin Cao e Carol Paty, della School of Earth and Atmospheric Science presso il Georgia Institute of Technology, tramite uno studio condotto grazie ai modelli informatici basati sui dati raccolti ben 30 anni fa, (ovvero quando nell'orbita del "pianeta azzurro" la sonda Voyager 2 della NASA), e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Geophysical Research: Space Physics. In pratica, lanciata il 20 Agosto 1977 da Cape Canaveral, la sonda della NASA è l'unica sonda ad aver raggiunto il gelido pianeta che si trova a circa 3 miliardi di chilometri da Sole. Inoltre, prima di affrontare il suo viaggio verso lo spazio profondo, (che sta continuando tutt'oggi), Voyager 2 effettuò un cosiddetto "flyby" su Urano nel 1986, durante il quale scattò diverse foto iconiche del pianeta: moltissimi degli studi condotti su Urano sono legati proprio a questo storico passaggio, e non è un caso che molti scienziati stiano spingendo per lo sviluppo di un apposito modulo orbitante, il quale potrebbe partire nel giro di un ventennio. Ad ogni modo, sfruttando i suddetti vecchi dati, (in associazione con alcune osservazioni visive di Hubble), gli studiosi americani hanno, appunto, svelato l'unicità della magnetosfera di Urano. In sostanza, secondo il suddetto gruppo di planetologi, il peculiare sistema di apertura e chiusura, presente anche sul campo magnetico terrestre, (anche se in una modalità completamente distinta), si deve alle caratteristiche del pianeta, definito un vero e proprio "incubo geometrico". Difatti a differenza degli altri pianeti del Sistema Solare, Urano è adagiato su un fianco, con il proprio asse di rotazione praticamente perpendicolare al piano orbitale ed a causa di questa posizione insolita, (che mostra al Sole uno dei poli per metà del periodo di rivoluzione), il campo magnetico è fuori centro ed inclinato di 60 gradi rispetto all'asse e si muove molto rapidamente. Al riguardo lo stesso Carol Paty ha spiegato: "Urano è un incubo geometrico. Il campo magnetico si muove molto velocemente, come un bambino che ruzzola giù da una collina facendo capriole. Quando il vento solare magnetizzato incontra questo campo nel modo giusto, può riconnettersi e la magnetosfera del pianeta si apre e si chiude, per poi riaprirsi nel giro di poche ore su base quotidiana". Mentre Xin Cao ha dichiarato: "La maggior parte degli esopianeti che sono stati scoperti sembrano essere anche giganti di ghiaccio. Forse quello che vediamo su Urano e Nettuno è la norma per i pianeti: magnetosfere molto uniche e campi magnetici meno allineati. Comprendere come queste complesse magnetosfere proteggano gli esopianati dalla radiazione stellare è di fondamentale importanza per studiare l'abitabilità di questi mondi appena scoperti". Tra l'altro, come già spiegato, quando la magnetosfera di Urano si apre permette il passaggio del vento solare, ed a causa dei fenomeni di riconnessione magnetica sull'atmosfera si originano spettacolari aurore, delle quali tuttavia si hanno ancora scarse informazioni; motivo per il quale la speranza degli scienziati risiede, appunto, in un nuovo orbiter, dedicato esclusivamente allo studio del pianeta in questione.
A quanto pare la magnetosfera di Urano si apre e si chiude ogni giorno, consentendo o bloccando il passaggio del vento solare; o almeno questo è quanto ha scoperto in questi giorni un gruppo di planetologi, guidati da Xin Cao e Carol Paty, della School of Earth and Atmospheric Science presso il Georgia Institute of Technology, tramite uno studio condotto grazie ai modelli informatici basati sui dati raccolti ben 30 anni fa, (ovvero quando nell'orbita del "pianeta azzurro" la sonda Voyager 2 della NASA), e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Geophysical Research: Space Physics. In pratica, lanciata il 20 Agosto 1977 da Cape Canaveral, la sonda della NASA è l'unica sonda ad aver raggiunto il gelido pianeta che si trova a circa 3 miliardi di chilometri da Sole. Inoltre, prima di affrontare il suo viaggio verso lo spazio profondo, (che sta continuando tutt'oggi), Voyager 2 effettuò un cosiddetto "flyby" su Urano nel 1986, durante il quale scattò diverse foto iconiche del pianeta: moltissimi degli studi condotti su Urano sono legati proprio a questo storico passaggio, e non è un caso che molti scienziati stiano spingendo per lo sviluppo di un apposito modulo orbitante, il quale potrebbe partire nel giro di un ventennio. Ad ogni modo, sfruttando i suddetti vecchi dati, (in associazione con alcune osservazioni visive di Hubble), gli studiosi americani hanno, appunto, svelato l'unicità della magnetosfera di Urano. In sostanza, secondo il suddetto gruppo di planetologi, il peculiare sistema di apertura e chiusura, presente anche sul campo magnetico terrestre, (anche se in una modalità completamente distinta), si deve alle caratteristiche del pianeta, definito un vero e proprio "incubo geometrico". Difatti a differenza degli altri pianeti del Sistema Solare, Urano è adagiato su un fianco, con il proprio asse di rotazione praticamente perpendicolare al piano orbitale ed a causa di questa posizione insolita, (che mostra al Sole uno dei poli per metà del periodo di rivoluzione), il campo magnetico è fuori centro ed inclinato di 60 gradi rispetto all'asse e si muove molto rapidamente. Al riguardo lo stesso Carol Paty ha spiegato: "Urano è un incubo geometrico. Il campo magnetico si muove molto velocemente, come un bambino che ruzzola giù da una collina facendo capriole. Quando il vento solare magnetizzato incontra questo campo nel modo giusto, può riconnettersi e la magnetosfera del pianeta si apre e si chiude, per poi riaprirsi nel giro di poche ore su base quotidiana". Mentre Xin Cao ha dichiarato: "La maggior parte degli esopianeti che sono stati scoperti sembrano essere anche giganti di ghiaccio. Forse quello che vediamo su Urano e Nettuno è la norma per i pianeti: magnetosfere molto uniche e campi magnetici meno allineati. Comprendere come queste complesse magnetosfere proteggano gli esopianati dalla radiazione stellare è di fondamentale importanza per studiare l'abitabilità di questi mondi appena scoperti". Tra l'altro, come già spiegato, quando la magnetosfera di Urano si apre permette il passaggio del vento solare, ed a causa dei fenomeni di riconnessione magnetica sull'atmosfera si originano spettacolari aurore, delle quali tuttavia si hanno ancora scarse informazioni; motivo per il quale la speranza degli scienziati risiede, appunto, in un nuovo orbiter, dedicato esclusivamente allo studio del pianeta in questione.
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