Sanakht, il faraone affetto da gigantismo umano proporzionato.


A quanto pare i resti di colui che si presume essere stato Sanakht, faraone appartenente alla III dinastia egizia e morto nel 2.715 a.C., "custodivano" quello che potrebbe essere il più antico caso di macrosomia, (vale a dire il cosiddetto "gigantismo umano proporzionato"); o almeno questo è quanto ha fatto sapere un recente lo studio condotto da un team di ricercatori dell'Università di Zurigo, in collaborazione con alcuni colleghi australiani ed olandesi, e pubblicato su The Lancet. In pratica molti miti nascono attorno alla figura del gigante, tuttavia le leggende epiche come quelle dei giganti norvegesi molto probabilmente sono ispirate ad una vera patologia: appunto, la macrosomia. In sostanza, come già anticipato, si tratta di una disfunzione abbastanza rara dovuta all'eccessiva produzione dell'ormone della crescita, (ossia la somatotropina), che si risolve attorno al ventesimo anno di età e che provoca una crescita esagerata del corpo, fino al 15-20% in più rispetto ad una persona normale ma tuttavia corretta nelle proporzioni, (a differenza dell'acromegalia, dove le proporzioni non vengono rispettate). Ad ogni modo del faraone in questione si conosce ben poco: non è noto con esattezza quando è nato o quando ha regnato né quali erano i confini del regno e fino ai primi anni del XX Secolo, (quando un gruppo di archeologi trovò nel sud dell'Egitto i resti di colui che successivamente è stato identificato, appunto, come Sanakht), non se ne conosceva neppure il luogo di sepoltura. Tuttavia grazie al suddetto nuovo studio si è scoperto che il faraone aveva un'altezza di circa 187 centimetri: non molto rispetto ai tempi d'oggi ma certamente un'altezza alquanto insolita per un uomo di quell'epoca. Difatti al riguardo Michael Habicht, egittologo dell'Istituto di Medicina Evoluzionistica dell'ateneo svizzero nonché coautore della ricerca, ha affermato: "I vari studi sulle mummie egizie hanno mostrato come l'altezza media degli uomini di alto rango, in quell'epoca, era di circa 170 centimetri". Tra l'altro andrebbe preso in considerazione che i re egiziani potevano godere di una migliore alimentazione e quindi di una salute migliore rispetto alla popolazione e agli stessi cortigiani; il che potrebbe avere influito sulla loro crescita fisica, come nel caso di Ramses II, vissuto più di 1.000 anni dopo Sanakht, il quale era poco più alto della media, ovvero 175 centimetri. In tal proposito lo stesso Michael Habicht ha precisato: "Molte persone di bassa statura facevano però parte della corte reale. Le ragioni di questa preferenza non sono note. Tuttavia i presunti resti di Sanakht sono stati ritrovati in una "tomba d'élite" e questo fa pensare che non ci fossero comunque stati pregiudizi sociali verso i casi di gigantismo". Mentre gli altri ricercatori hanno, infine, concluso spiegando: "L'analisi delle ossa di Sanakht hanno mostrato tracce di crescita esuberante, ossia chiari segni di gigantismo. È una scoperta importante, perché finora rappresenta il più antico caso noto di questo disordine della crescita: nessun altro reperto contemporaneo o precedente ai resti di quest'uomo ha, infatti, rivelato segni di macrosomia".

Di seguito le immagini del teschio di Sanakht:
http://www.thelancet.com/cms/attachment/2101184112/2079923501/gr1_lrg.jpg

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