A quanto pare adesso la Via Lattea ha una mappa un po' più completa: dopo decenni di tentativi è stato, infatti, misurato per la prima volta il suo punto più distante; o almeno questo è quanto hanno annunciato alcuni ricercatori del Max Planck Institute for Radio Astronomy, guidati da Alberto Sanna, i quali hanno pubblicato uno studio sulla rivista Science. In pratica per giungere a tale risultato i ricercatori hanno utilizzato la tecnica della parallasse trigonometrica, (fondata su un principio piuttosto semplice che permette di effettuare la misura diretta della distanza di una stella o di una regione stellare basandosi interamente sulla geometria e le dimensioni dell'orbita terrestre), la quale offre risultati più accurati in termini di misurazioni, ed analizzato i dati raccolti nel 2014 e nel 2015 con la rete di radiotelescopi Very Long Baseline Array, (nota anche con la sigla VLBA), della National Science Foundation. Così facendo è stato possibile misurare, appunto, una distanza di oltre 66.000 anni luce, (quasi il doppio rispetto ai dati raccolti in passato), la quale riguarda una lontanissima regione, chiamata G007.47+00.05, che si trova sul lato opposto della Via Lattea rispetto alla Terra ed al Sole e nella quale si formano nuove stelle. Al riguardo lo stesso Alberto Sanna ha spiegato: "Questo metodo, puramente geometrico, consiste nel misurare lo spostamento apparente di un oggetto astronomico nel piano del cielo, dovuto a due diversi punti di osservazione dello stesso oggetto, in particolare, quando la Terra si trova ai due estremi dell'orbita attorno al Sole. Inoltre le nostre misurazioni permettono un'accurata determinazione della curva di rotazione della Via Lattea, che dipende, ad esempio, dalla quantità di materia oscura nell'alone galattico. Quello che si osserva è che la Via Lattea ruota più velocemente di quanto si pensasse, e confrontando questa curva di rotazione con quella di Andromeda (M31), si ricava che le due galassie sono molto più simili di quanto si pensasse in precedenza". Mentre ha poi concluso dichiarando: "Questo punto è ben oltre il centro della Galassia, che è distante da noi più di 27.000 anni luce. Il precedente record era di "soli" 36.000 anni luce. Questa nuova misura era approssimativamente uguale alla dimensione angolare di una pallina da baseball sulla superficie della Luna, con un'incertezza equivalente alle dimensioni di un penny". In questo modo abbiamo dimostrato che è possibile mappare l'intera estensione della Via Lattea ed avere un'idea di come è fatta. Standoci noi dall'interno, infatti, non possiamo vederla come facciamo con altre galassie dall'esterno". Comunque sia le osservazioni effettuate con i radiotelescopi VLBA consentono di poter misurare "facilmente" la distanza delle stelle appena nate nel Via Lattea, (comprese quelle più periferiche): nelle cosiddette regioni "incubatrici", infatti, si formano molecole di acqua e metanolo che agiscono come amplificatori naturali dei segnali radio. In sostanza questo effetto, (noto come Maser), rende i segnali radio brillanti e facilmente osservabili con i radiotelescopi e considerato che nella Via Lattea esistono molteplici regioni in cui la formazione stellare è ancora attiva, in futuro sarà facile captare il loro segnale per rendere, infine, più precisi i "confini" della mappa galattica.
Di seguito alcune immagini:
...ed un video che riassume il tutto:
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