A quanto pare nel cervello esiste una sorta di "rete fognaria" dove l'organo scarica, (o per meglio dire drena), i suoi rifiuti e che potrebbe aiutare a comprendere meglio come agiscono determinate patologie, (come, ad esempio, la sclerosi multipla), e di conseguenza permettere lo sviluppo di terapie mirate e più efficaci. In pratica si tratta di un'incredibile scoperta effettuata da alcuni ricercatori del National Institute of Neurological Disorders and Stroke, in collaborazione con il National Cancer Institute e l'Università della Virginia, i quali hanno sfruttato coloranti e risonanze magnetiche per far emergere questo inedito sistema, dal funzionamento del tutto simile a quello presente in molti altri organi: si basa, infatti, sui vasi linfatici, il sistema di drenaggio per eccellenza che trasporta il cosiddetto liquido interstiziale dei vari tessuti all'interno dell'organismo. Ad ogni modo la scoperta di questa "rete fognaria" non è stata casuale: della sua esistenza si ipotizza sin dal 1816, quando l'anatomista Paolo Mascagni si accorse di un particolare processo di essiccamento nei vasi linfatici dei cadaveri che stava esaminando. Tuttavia sono serviti ben 199 anni prima di avere una prima conferma ufficiale scoperta nel cervello di alcuni topi: ciò ha dato il via poi alla suddetta indagine sugli esseri umani, coordinata dal neurologo e radiologo Daniel S. Reich ed i cui risultati sono stati pubblicati in questi giorni sulla rivista eLife. In sostanza questa rete linfatica identificata dai ricercatori si trova nella meninge più spessa ed esterna del cervello, (la cosiddetta dura madre), la quale avvolge anche il midollo spinale. Inoltre, come già anticipato, per osservare il sistema di drenaggio in azione gli scienziati hanno coinvolto 5 volontari sani, ai quali sono state iniettate delle sostanze in grado di "illuminare" i vasi linfatici e renderli visibili con una risonanza magnetica: il primo agente di contrasto è stato il gadobutrolo, (con molecole troppo grandi per entrare nel cervello ma sufficientemente piccole per passare nella dura madre); mentre per il controllo incrociato è stato usato un secondo colorante che non poteva attraversare il sistema linfatico, facendo così emergere una differenza rispetto al primo e dunque determinare l'esistenza del sistema di drenaggio, che "smaltisce" cellule morte ed altri rifiuti. Al riguardo lo stesso Daniel S. Reich ha dichiarato: "Sono rimasto veramente sorpreso. All'università medica ci è stato insegnato che il cervello non ha alcun sistema linfatico. Da anni sappiamo come i fluidi entrano nel cervello, ma ora possiamo finalmente vedere che, analogamente agli altri organi dell'organismo, il liquido cerebrale può essere drenato attraverso il sistema linfatico". Comunque sia adesso i ricercatori vorrebbero effettuare ulteriori studi per confermare tale scoperta e per capire bene se questo sistema funziona allo stesso modo nei pazienti malati di sclerosi multipla e di altre patologie neuroinfiammatorie: un'informazione che potrebbe aiutare a formulare, infine, nuovi percorsi terapeutici.
Di seguito alcune immagini:
...ed due brevi video ottenuti grazie alle risonanze magnetiche:
Commenti
Posta un commento