Dimostrato che l'uso eccessivo dello smartphone può creare uno squilibrio nella chimica del cervello.


Che un eccessivo utilizzo dello smartphone possa avere conseguenze sulla salute non è di certo una novità, ma a quanto pare quest'abitudine/dipendenza potrebbe anche creare uno squilibrio nella composizione chimica del cervello, aumentando il rischio di sviluppare disturbi del sonno, ansia e depressione; o almeno questo è quanto ha fatto sapere un recente studio presentato da alcuni ricercatori dell'Università della Corea in occasione della conferenza annuale della Radiological Society of North America, (nota anche con la sigla RSNA), che si è svolta dal 26 Novembre al 1 Dicembre a Chicago. In pratica durante la loro ricerca gli scienziati hanno coinvolto 19 giovani dell'età media di 15,5 anni, a cui era stata diagnosticata una dipendenza da Internet o da smartphone, e 19 ragazzi delle stessa età che non facevano un uso eccessivo del computer e/o del telefonino: a tutti i partecipanti è stato chiesto di svolgere un test standardizzato per valutare la gravità della loro dipendenza e che prevede domande mirate a verificare la misura in cui l'utilizzo di Internet e dello smartphone influisce sulla routine quotidiana, sulla vita sociale, sulla produttività, sul sonno e sui sentimenti. Inoltre gli scienziati hanno utilizzato la spettroscopia con risonanza magnetica, (conosciuta anche con la sigla MRS), per misurare la composizione chimica del cervello dei partecipanti ed hanno poi invitato 12 volontari "smartphone-dipendenti" a seguire una terapia cognitivo-comportamentale per 9 settimane, programmata sulla base di un trattamento diretto a contrastare la dipendenza dal gioco d'azzardo. Così facendo i ricercatori coreani hanno scoperto che, come già anticipato, gli adolescenti affetti da smartphone-dipendenza mostravano livelli significativamente più alti di depressione, ansia, insonnia ed impulsività. Tra l'altro i risultati della MRS hanno evidenziato come nel cervello dei giovani dipendenti fosse presente principalmente uno squilibrio tra 2 neurotrasmettitori: l'acido γ-amminobutirrico, (noto anche come GABA ed inibisce o rallenta i segnali cerebrali), ed il glutammato-glutammina, (conosciuto anche con la sigla GLX ed aumenta l'attività elettrica dei neuroni). In sostanza, secondo gli scienziati, questo sbilanciamento potrebbe essere correlato allo sviluppo di diversi effetti collaterali, compresi, appunto, disturbi del sonno, depressione ed ansia. Ad ogni modo anche se hanno precisato che è necessario condurre ulteriori studi per comprendere le implicazioni cliniche dei risultati ottenuti, i ricercatori hanno ipotizzato che l'aumento di GABA nella corteccia cingolata anteriore dei giovani dipendenti da Internet e smartphone potrebbe essere correlato alla perdita della capacità d'integrare e regolare i dati cognitivi ed emotivi. Comunque sia lo studio in questione ha dimostrato che una cura "disintossicante" potrebbe essere efficace: nei soggetti che avevano seguito la suddetta terapia comportamentale-cognitiva il rapporto tra GABA e GLX risultava essere, infine, tornato nella norma.

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