Scoperto che il cervello "aggiorna" le sue mappe come un GPS.


A quanto pare il cervello ha bisogno di "aggiornare" costantemente le sue mappe in modo simile ad un navigatore satellitare e lo fa grazie ad un circuito della memoria fondamentale per favorire la capacità di adattamento che aiuta a ricordare in modo specifico solo i nuovi luoghi man mano che vengono scoperti; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere alcuni ricercatori del RIKEN-MIT, guidati da Akiko Wagatsuma, i quali di recente hanno pubblicato uno studio sulla rivista PNAS. In pratica ogni volta che si entra in una stanza o si va da qualche parte il cervello viene "travolto" da una marea di informazioni sensoriali: se si tratta di un luogo già conosciuto, molte di queste informazioni sono già presenti nella memoria di lunga durata; mentre se si tratta un luogo completamente nuovo, il cervello crea un nuovo ricordo quasi immediatamente. Al riguardo Susumu Tonegawa, direttore del Centro per la genetica dei circuiti neurali del RIKEN-MIT, Premio Nobel per la medicina nel 1987, nonché uno dei principali autori della ricerca in questione, ha spiegato: "Abbiamo una notevole capacità di memorizzare determinate caratteristiche di un'esperienza in un posto completamente nuovo. Un'abilità che risulta essere cruciale per adattarsi al mondo che cambia costantemente". Inoltre, come già anticipato, tramite il loro studio i ricercatori hanno scoperto come e dove avviene tutto ciò: esiste una piccola area del cervello, (chiamata locus coeruleus e posta nel tronco encefalico), che si attiva in risposta agli stimoli sensoriali nuovi e comunica con un'altra area del cervello, (chiamata CA3 e situata nell'ippocampo), inviandole l'ordine di rilasciare la dopamina. Così facendo nell'ippocampo si viene a creare una nuova "casella" dove verrà conservato il ricordo del luogo nuovo: si tratta di un meccanismo unico, specifico per la memoria spaziale di lunga durata, e che molto probabilmente si è evoluto per aiutare gli animali a sopravvivere, permettendogli di ricordare gli ambienti nuovi senza sprecare energia nel ricordare i posti familiari. A tal proposito la stessa Akiko Wagatsuma ha concluso dichiarando: "Quando siamo esposti ad informazioni sensoriali, inconsciamente scegliamo cosa ricordare. Per la sopravvivenza di un animale, alcune cose vanno ricordate, mentre altre, più familiari, possono essere dimenticate". Comunque sia per il momento resta ancora da capire con precisione come faccia il locus coeruleus a distinguere un ambiente nuovo con uno già conosciuto.

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