Dimostrato che migliaia di anni fa il Deserto del Sahara era verde e popolato.


Sembra proprio che ci sia stato un tempo, compreso fra i tra 12.000 ed i 5.000 anni fa, in cui realmente il Deserto del Sahara era popolato e coperto di vegetazione rigogliosa; o almeno questo è quanto è emerso dalla ricostruzione del DNA della storia delle migrazioni umane attraverso quello che oggi è uno dei deserti più grandi del mondo, effettuata da un gruppo internazionale di biologi, coordinato da Fulvio Cruciani, dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", i quali hanno pubblicato uno studio sulla rivista Genome Biology. In pratica si tratta di una prospettiva che finora non era mai stata analizzata e che ha evidenziato come il pool genetico maschile delle popolazioni nord-africane e sub-sahariane sia stato plasmato da antiche migrazioni umane trans-sahariane. Inoltre questa ricerca costituisce un importante contributo al progresso conoscitivo sull'evoluzione umana ed in particolare sul ruolo del cosiddetto "Green Sahara" nel popolamento dell'Africa. Difatti durante il cambiamento climatico dell'Olocene, (ovvero tra 12.000 e 5.000 anni fa), il Sahara era una terra fertile, (da cui "Green Sahara"), e dunque non rappresentava una barriera geografica per eventuali spostamenti umani tra l'Africa sub-sahariana e le coste mediterranee del continente. Ad ogni modo per analizzare il popolamento di questa regione e ricomporre il puzzle dell'evoluzione umana nel Sahara, i ricercatori hanno utilizzato un'innovativa tecnica di sequenziamento genetico, (nota come Next Generation Sequencing), con la quale hanno analizzato circa 3.3 milioni di basi nel DNA di 104 individui, selezionati mediante uno screening di migliaia di campioni. In particolar modo gli scienziati si sono concentrati sul cromosoma Y, ossia quello trasmesso dal padre ai soli figli maschi, ed hanno identificato quasi 6.000 varianti geniche, la metà delle quali mai descritte in precedenza: i dati mostrano che le caratteristiche genetiche delle popolazioni maschili nord-africane e sub-sahariane sono state plasmate da antiche migrazioni. Tra l'altro studiando la variabilità genetica di queste varianti in 145 popolazioni africane ed eurasiatiche è stato possibile evidenziare massicce migrazioni umane avvenute sia attraverso il Deserto del Sahara, (prima della desertificazione), che attraverso il Bacino del Mediterraneo. Al riguardo Eugenia D'Atanasio, uno dei principali autori dello studio, ha spiegato: "Il cromosoma Y viene trasmesso dal padre ai soli figli maschi, fornendo quindi una prospettiva solo "al maschile" dell'evoluzione umana recente. Il confronto dei dati dell'Y con quelli relativi al DNA mitocondriale, (trasmesso lungo la linea materna), ed agli autosomi, (trasmessi da entrambi i genitori), ha evidenziato differenze dei due sessi nel plasmare la variabilità genetica del Nord Africa, con un contributo femminile recente riconducibile alla tratta araba degli schiavi ed un contributo maschile più antico, che risale principalmente al periodo del cosiddetto «Green Sahara»". Mentre Beniamino Trombetta, co-autore dello studio, ha, infine, concluso dichiarato: "Questa analisi ha anche evidenziato massicci spostamenti avvenuti attraverso il Bacino del Mediterraneo, che hanno coinvolto antichi movimenti di popolazioni umane dall'Europa all'Africa e viceversa, mostrando come i contatti tra queste due regioni siano sempre avvenuti fin dai tempi preistorici".

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