Sembra proprio che contrariamente a quanto si era creduto finora la lebbra potrebbe non aver avuto origine in Cina oppure in Estremo Oriente, ma in Europa; o almeno questo è quanto hanno scoperto alcuni ricercatori del Max Planck Institute for the Science of Human History, dell'Università di Tubinga, dell'Scuola politecnica federale di Losanna e dell'Università di Zurigo che in queste settimane hanno pubblicato uno studio sulla rivista scientifica PLOS Pathogens. In pratica, come già noto, la lebbra, (nota anche come morbo di Hansen), è una malattia infettiva cronica, che, anche se ad oggi viene considerata rara, (ma non del tutto debellata: ancora oggi, infatti, in molti Paesi soprattutto nelle regioni equatoriali provoca oltre 200.000 nuovi casi l'anno), in Europa, fino al XVI secolo, era un vero e proprio flagello. Tuttavia gli scienziati hanno condotto delle analisi su circa 90 scheletri di età medievale, (ossia risalenti al 400-1400 d.C.), con le tipiche deformazioni del morbo ed hanno rilevato che nel Medioevo europeo erano presenti molti più ceppi di lebbra di quanto finora si pensasse. Entrando un po' più nei dettagli grazie ai risultati ottenuti dai suddetti frammenti ossei gli studiosi hanno potuto ricostruire ben 10 genomi del Mycobacterium leprae, (ossia il batterio responsabile della lebbra), ed hanno scoperto che le ipotesi precedenti sull'origine e la diffusione della malattia sono molto più complesse di quanto si pensava: nel Medioevo, infatti, tutti questi ceppi erano già presenti nel vecchio continente. Inoltre durante questo studio sono stati trovati più ceppi nello stesso cimitero, il che ha evidenziato la diversità dei ceppi di lebbra che all'epoca circolavano in tutta Europa. Al riguardo Johannes Krause, uno dei principali autori dello studio ha spiegato: "Abbiamo trovato molta più diversità genetica nell'Europa antica del previsto. Per di più abbiamo scoperto che tutti i ceppi di lebbra conosciuti erano presenti nell'Europa medievale, suggerendo che nell'antichità la lebbra potesse essere già diffusa in tutta l'Asia ed in Europa oppure che potrebbe aver avuto origine nell'Eurasia Occidentale". Tra l'altro uno dei genomi di lebbra ricostruito dai ricercatori proveniva da Great Chesterford e risale al 415-545 d.C: si tratta del più antico genoma ad essere stato sequenziato finora e proviene da uno dei più antichi casi conosciuti di lebbra nel Regno Unito. Oltretutto è interessante notare che questo ceppo è lo stesso che si trova nei moderni scoiattoli rossi e va a supportare l'ipotesi che gli scoiattoli ed il commercio delle pellicce di scoiattolo siano stati un fattore nella diffusione della lebbra tra gli umani in Europa durante il periodo medievale. A tal proposito Verena Schuenemann, una delle coordinatrici dello studio in questione, ha dichiarato: "La dinamica della trasmissione del Mycobacterium leprae nella storia umana non è completamente risolta: la caratterizzazione e l'associazione geografica dei ceppi più ancestrali sono cruciali per decifrare l'esatta origine della lebbra. Nonostante abbiamo alcuni documenti scritti di casi di lebbra che precedono l'era comune, nessuno di questi è stato ancora confermato a livello molecolare". Comunque sia adesso il sequenziamento di così tanti genomi antichi ha portato ad una nuova stima per l'età del Mycobacterium leprae rispetto agli studi precedenti, stabilendo che la sua età è più vecchia di almeno qualche migliaio di anni. A tal proposito lo stesso Johannes Krause ha, infine, concluso affermando: "Avere più genomi antichi in un'analisi di datazione recente porterà a stime più accurate. Il passo successivo sarà la ricerca di casi osteologici di lebbra ancora più vecchi di quelli attualmente disponibili, utilizzando metodi ben consolidati per l'identificazione di potenziali casi".
Di seguito alcuni dei resti ossei analizzati:
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