Scoperto che un'igiene eccessiva potrebbe favorire lo sviluppo della leucemia infantile.


A quanto pare la leucemia linfoblastica acuta, (una delle forme di cancro più comune nei bambini nota anche con la sigla LLA o più generalmente leucemia infantile), potrebbe essere scatenata anche dal mancato contatto con i microbi nel primo anno di vita per via dell'eccessiva igiene; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere un gruppo di ricercatori del Centre for Evolution and Cancer, guidati da Mel Greaves, tramite uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Reviews Cancer, secondo il quale questa grave malattia potrebbe persino essere prevenuta. Naturalmente l'eccessiva igiene rappresenta soltanto uno dei fattori concatenati alla base del cancro: l'infezione che colpisce dopo il primo di anno di vita trascorso, appunto, in un ambiente troppo pulito è solo una sorta di "goccia che fa traboccare il vaso"; mentre il principale fattore è una specifica mutazione genetica che avviene durante lo sviluppo uterino. Per farla breve un'igiene ossessiva impedirebbe al sistema immunitario di svilupparsi a dovere, e se si palesano le giuste condizioni, c'è il rischio concreto che i bambini si ammalino. In pratica per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno ha eseguito un'approfondita revisione degli studi sulla patologia in questione condotti negli ultimi 30 anni, facendo emergere quella che, secondo loro, è la chiave per comprenderla e sconfiggerla. Al riguardo lo stesso Mel Greaves ha spiegato: "Ho trascorso più di 40 anni a studiare la leucemia infantile ed in questo lasso di tempo ci sono stati enormi progressi nella nostra comprensione della sua biologia e del suo trattamento. Oggi circa il 90% dei casi guarisce. Ma mi ha sempre colpito il fatto che mancasse qualcosa di importante, che ci fosse una lacuna nelle nostre conoscenze: perché o come i bambini altrimenti sani sviluppano la leucemia linfoblastica acuta e se questo cancro sia prevenibile". In sostanza i risultati ottenuti dallo studioso e dal suo team hanno suggerito la presenza di una evidente causa biologica: una vasta serie di infezioni che colpisce un sistema immunitario non pronto ad affrontare la minaccia. A tal proposito Mel Greaves ha proseguito affermando: "Questa ricerca è il culmine di decenni di lavoro, ed alla fine fornisce una spiegazione credibile su come si sviluppa la più diffusa forma di leucemia infantile". Inoltre uno degli aspetti più interessanti rilevati dai ricercatori inglesi sta nel fatto che i bambini dei Paesi industrializzati risultano essere più predisposti a sviluppare questa malattia rispetto a di quelli delle aree più povere; il che, sempre secondo il suddetto studio, non dipende dall'inquinamento o dalle radiazioni elettromagnetiche, (considerate come "miti persistenti" sulla leucemia), ma bensì dal fatto che, come già anticipato, i bambini sono sempre più tenuti in ambienti troppo sterili e puliti. Non a caso anche il microbiologo Jack Gilbert, direttore del Centro Microbioma dell'Università di Chicago, in un altra ricerca aveva dichiarato: "Mantenere la propria casa sterilizzata come un ospedale per tutelare la salute dei bambini non solo è un errore, ma è addirittura controproducente proprio per l'impatto negativo sul sistema immunitario". Comunque sia lo stesso Mel Greaves ha, infine, concluso sottolineando: "I genitori non devono assolutamente sentirsi in colpa della malattia dei figli, dato che ci sono anche altri fattori che la influenzano, (tra cui anche la casualità). Inoltre non devono allarmarsi perché in ogni caso la leucemia linfoblastica acuta interessa un bambino su 2.000. Inoltre sulla base dei risultati ottenuti vorrei incoraggiare i genitori a favorire il contatto sociale dei figli piccoli con gli altri bambini, (in particolar modo con quelli più grandi), e di essere meno scrupolosi".

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