Un popolare proverbio recita «Una mela al giorno leva il medico di torno», ma a quanto pare anche le arance non sono da meno: secondo un recente studio, condotto da alcuni ricercatori del Westmead Institute for Medical Research e pubblicato sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition, questi frutti sarebbero, infatti, in grado di aiutare a ridurre significativamente il rischio di degenerazione maculare; patologia che colpisce la retina causando una perdita progressiva della visione centrale ed è una delle principali cause di cecità, (solo in Australia, ad esempio, colpisce una persona su sette di età superiore ai 50 anni). In pratica per arrivare a tali conclusioni gli scienziati hanno analizzato la dieta di 2.000 ultra-cinquantenni per un periodo di ben 15 anni, (nell'ambito del Blue Mountains Eye Study, ossia uno dei più grandi studi epidemiologici al mondo iniziato nel 1992 e che ha misurato i fattori di dieta e stile di vita contro gli effetti sulla salute ed una serie di malattie croniche), concentrandosi principalmente sul legame tra cibo assunto ed il deterioramento della vista legato all'età. Così facendo hanno rilevato, appunto, una stretta correlazione della malattia al consumo di arance: in particolare hanno osservato che le persone che mangiavano almeno una porzione di arance ogni giorno risultavano avere un rischio ridotto di oltre il 60% di sviluppare una degenerazione maculare tardiva. Al riguardo Bamini Gopinath, epidemiologa dell'Università di Sydney, nonché principale autrice della ricerca in questione, ha spiegato: "Essenzialmente abbiamo scoperto che le persone che mangiano almeno una porzione di arancia ogni giorno hanno un rischio ridotto di sviluppare la degenerazione maculare rispetto a chi non mangia mai le arance. Anche mangiare una arancia una volta alla settimana sembra offrire vantaggi significativi. I dati mostrano che i flavonoidi trovati nelle arance sembrano aiutare a proteggere da questa malattia". Ed ha poi proseguito dichiarando: "Fino ad ora la maggior parte delle ricerche si è concentrata sugli effetti dei nutrienti comuni come le vitamine C, E ed A sugli occhi. La nostra ricerca è diversa perché ci siamo concentrati sulla relazione tra flavonoidi e degenerazione maculare. I flavonoidi sono potenti antiossidanti presenti in quasi tutti i tipi di frutta e verdura e hanno importanti benefici anti-infiammatori per il sistema immunitario. Abbiamo esaminato cibi comuni che contengono flavonoidi come tè, mele, vino rosso ed arance. Significativamente i dati non hanno mostrato una relazione tra le altre fonti alimentari che proteggono gli occhi dalla malattia". Ad ogni modo, nonostante abbia definito questi risultati eccitanti ed innovativi, la studiosa ha anche sottolineato che la sua è ancora una ricerca preliminare e che saranno necessari ulteriori studi concentrati sul legame fra arance e degenerazione maculare. Difatti a tal proposito la stessa Bamini Gopinath ha, infine, concluso affermando: "La nostra ricerca mira a capire perché si verificano le patologie degli occhi, nonché le condizioni genetiche ed ambientali che possono minacciare la vista".
Un popolare proverbio recita «Una mela al giorno leva il medico di torno», ma a quanto pare anche le arance non sono da meno: secondo un recente studio, condotto da alcuni ricercatori del Westmead Institute for Medical Research e pubblicato sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition, questi frutti sarebbero, infatti, in grado di aiutare a ridurre significativamente il rischio di degenerazione maculare; patologia che colpisce la retina causando una perdita progressiva della visione centrale ed è una delle principali cause di cecità, (solo in Australia, ad esempio, colpisce una persona su sette di età superiore ai 50 anni). In pratica per arrivare a tali conclusioni gli scienziati hanno analizzato la dieta di 2.000 ultra-cinquantenni per un periodo di ben 15 anni, (nell'ambito del Blue Mountains Eye Study, ossia uno dei più grandi studi epidemiologici al mondo iniziato nel 1992 e che ha misurato i fattori di dieta e stile di vita contro gli effetti sulla salute ed una serie di malattie croniche), concentrandosi principalmente sul legame tra cibo assunto ed il deterioramento della vista legato all'età. Così facendo hanno rilevato, appunto, una stretta correlazione della malattia al consumo di arance: in particolare hanno osservato che le persone che mangiavano almeno una porzione di arance ogni giorno risultavano avere un rischio ridotto di oltre il 60% di sviluppare una degenerazione maculare tardiva. Al riguardo Bamini Gopinath, epidemiologa dell'Università di Sydney, nonché principale autrice della ricerca in questione, ha spiegato: "Essenzialmente abbiamo scoperto che le persone che mangiano almeno una porzione di arancia ogni giorno hanno un rischio ridotto di sviluppare la degenerazione maculare rispetto a chi non mangia mai le arance. Anche mangiare una arancia una volta alla settimana sembra offrire vantaggi significativi. I dati mostrano che i flavonoidi trovati nelle arance sembrano aiutare a proteggere da questa malattia". Ed ha poi proseguito dichiarando: "Fino ad ora la maggior parte delle ricerche si è concentrata sugli effetti dei nutrienti comuni come le vitamine C, E ed A sugli occhi. La nostra ricerca è diversa perché ci siamo concentrati sulla relazione tra flavonoidi e degenerazione maculare. I flavonoidi sono potenti antiossidanti presenti in quasi tutti i tipi di frutta e verdura e hanno importanti benefici anti-infiammatori per il sistema immunitario. Abbiamo esaminato cibi comuni che contengono flavonoidi come tè, mele, vino rosso ed arance. Significativamente i dati non hanno mostrato una relazione tra le altre fonti alimentari che proteggono gli occhi dalla malattia". Ad ogni modo, nonostante abbia definito questi risultati eccitanti ed innovativi, la studiosa ha anche sottolineato che la sua è ancora una ricerca preliminare e che saranno necessari ulteriori studi concentrati sul legame fra arance e degenerazione maculare. Difatti a tal proposito la stessa Bamini Gopinath ha, infine, concluso affermando: "La nostra ricerca mira a capire perché si verificano le patologie degli occhi, nonché le condizioni genetiche ed ambientali che possono minacciare la vista".
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