Scoperto che il successo dipende in parte anche dai geni.


A quanto pare il segreto per una vita di successo si nasconde anche nella genetica di ogni individuo e per la precisione in una manciata di geni il cui effetto è visibile fin da bambini, (ad esempio, nella capacità di imparare a leggere precocemente e nell'avere ottimi risultati nei primi anni di scuola), e che, anche se da soli ovviamente non bastano per diventare persone vincenti, di sicuro permettono di avere una marcia in più, indipendentemente dal contesto sociale di appartenenza. O almeno queste sono le conclusioni a cui è arrivato un gruppo internazionale di ricercatori, guidato da Daniel Belsky dalla Duke University, grazie ad un'analisi dei dati di 5 studi longitudinali condotti su 20.000 persone tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Nuova Zelanda, ed i cui risultati sono stati pubblicati nelle scorse settimane sulla rivista PNAS. In pratica gli scienziati hanno utilizzato le diverse variazioni genetiche di ogni individuo per generare un cosiddetto "punteggio poligenico", vale a dire un numero basato, in questo caso, sul possesso di marcatori genetici che si ritengono essere associati al successo educativo e di altro tipo. In altre parole il "peso" delle varianti genetiche associate al successo è stato tradotto, appunto, in un punteggio, il quale è stato usato come parametro per confrontare le diverse persone in base ai traguardi raggiunti nella vita (ad esempio il livello di istruzione, la carriera professionale e lo stipendio). Ad ogni modo così facendo gli scienziati hanno osservato che, come era del tutto prevedibile, le persone con punteggi più alti e quindi con maggiore successo erano quelle cresciute in famiglie più ricche e con genitori più istruiti. Tuttavia, controllando questi fattori, gli studiosi hanno scoperto che questi soggetti avevano maggiori probabilità di ottenere risultati migliori, (in termini di occupazione, ricchezza, posizione sociale e livello di istruzione), rispetto ai genitori ed ai fratelli, al di là del contesto sociale in cui erano cresciuti. Al riguardo lo stesso Daniel Belsky ha spiegato: "Al giorno d'oggi ci sono centinaia di variazioni individuali in tutto il genoma umano che sono approssimativamente associate ai risultati educativi. Anche se i bambini nati in famiglie più abbienti tendevano ad avere punteggi poligenici leggermente più alti, nel nostro studio i punteggi più alti hanno predetto il successo, indipendentemente dal tipo di condizioni in cui un bambino è cresciuto". In ogni caso un altro modo in cui i ricercatori hanno tentato di controllare i potenziali fattori di confusione è stato confrontando direttamente i fratelli, in particolare i gemelli eterozigoti, in quanto generalmente i gemelli hanno un'educazione ed una classe sociale simili. Per farla breve così facendo gli studiosi hanno scoperto che nel caso in cui uno dei gemelli aveva ottenuto un punteggio poligenico più alto, questo aveva anche più probabilità di avere un maggiore successo in età avanzata. Inoltre altri metodi di confronto hanno dimostrato che punteggi poligenici più elevati nelle madri spesso si traducono in un livello più alto di istruzione per i propri figli. Ad ogni modo i ricercatori hanno fatto sapere che i loro risultati mostrano come la correlazione genetica con il successo non sia una coincidenza, sottolineando tuttavia che per il momento queste differenze spiegano solo una piccola quantità di variazione nella mobilità sociale. A tal proposito Daniel Belsky ha concluso affermando: "Nel nostro studio non c'è nulla che affermi che queste varianti genetiche siano un fattore predittivo più potente dei risultati rispetto agli ambienti familiari". Insomma, secondo gli autori dello studio in questione, questi "geni del successo" agiscono come una sorta di motore che avvia l'ascensore sociale; anche se in realtà la loro spinta risulta essere, infine, abbastanza contenuta: questi geni contano, infatti, soltanto per il 4% nelle differenze osservate, appunto, in merito alla mobilità sociale.

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