Scoperto che l'ossitocina potrebbe avere un ruolo anche nel rapporto con gli altri all'interno di un gruppo.


A quanto pare l'ossitocina, il neurotrasmettitore noto per essere "l'ormone dell'amore" poiché è in grado di regolare i legami sociali, (primo fra tutti quello tra madre e figlio/a), avrebbe un ruolo anche nella regolazione dei rapporti di cooperazione tra gli individui all'interno di un gruppo. O almeno questa è la conclusione a cui sono giunti alcuni ricercatori dell'Università di Neuchâtel, durante un loro recente studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. In pratica, come già noto, l'ossitocina è prodotta dai neuroni dell'ipotalamo ed entra in gioco soprattutto durante la gravidanza e l'allattamento: principalmente questo ormone ha, infatti, la funzione di stimolare le contrazioni dell'utero nelle ultime fasi della gravidanza, ed anche di indurre la produzione del latte materno; senza contare che è stato osservato che anche durante i rapporti sessuali l'ossitocina gioca un ruolo per niente secondario. Ad ogni modo l'attenzione gli scienziati svizzeri si è concentrata sull'eventuale impatto che l'ossitocina  può avere sulla tendenza dell'individuo a cooperare oppure no, cercando di valutare se questa orientasse anche le conversazioni all'interno di un gruppo. In sostanza per far ciò gli studiosi hanno ideato una sorta di "caccia all'uovo" in cui i partecipanti, (divisi in coppie), dovevano trovare quante più uova possibili contenenti una vite di colore rosso o blu. Inoltre ciascun giocatore, (assegnato in modo casuale a due diversi gruppi, per cui i membri delle coppie potevano far parte dello stesso gruppo), avrebbe ricevuto un franco svizzero per ogni uovo raccolto. Così facendo i ricercatori hanno potuto osservare quando i giocatori decidevano di cooperare o meno e che tipo di conversazioni avevano tra di loro: durante il test ciascun "cacciatore" era, infatti, libero di scegliere se collaborare oppure no con il proprio partner e se fare affidamento al senso di lealtà degli altri membri dello stesso gruppo. In ogni caso al termine dell'esperimento gli scienziati hanno prelevato un campione di saliva da tutti i partecipanti ed hanno misurato i livelli di ossitocina per valutarne l'impatto: in questo modo si è visto che, in presenza di maggiori livelli di questo ormone, la tendenza a collaborare era più alta ma solo tra chi faceva parte dello stesso gruppo. Al riguardo Jennifer McClung, principale autrice della ricerca in questione ha spiegato: "Gli alti livelli di ossitocina non avevano effetto su due persone affiliate a diversi gruppi. Sebbene avessero un elevato livello di questo ormone, i membri di differenti gruppi cacciavano da soli piuttosto che condividere gli obiettivi ed aiutarsi". Tra l'altro da questo studio è emerso anche che l'oggetto delle conversazioni tra partner variava a seconda dell'affiliazione: se facevano parte dello stesso gruppo, i giocatori con valori più alti del neurotrasmettitore parlavano meno di scopi individuali e più dello scopo dell'altro, (tuttavia senza offrire supporto); mentre al contrario se erano membri di diversi gruppi, (sempre con livelli ormonali alti), tendevano di più a discutere, infine, di obiettivi individuali.

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