A quanto pare la serotonina non è soltanto in grado di influenzare l'umore, ma potrebbe anche aumentare la plasticità cerebrale, favorendo e migliorando l'apprendimento; o almeno questo è quanto ha scoperto di recente un team di ricercatori dell'University College London e del Champalimaud Centre for the Unknown durante uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, nel quale è stato mostrato come la velocità con cui si apprendono nuove informazioni risulta essere modulata, appunto, dalla stimolazione del cosiddetto "ormone della felicità". In pratica, come già noto, la serotonina, (una sostanza utilizzata dalle cellule del sistema nervoso per comunicare tra loro), svolge un ruolo essenziale nei meccanismi cognitivi funzionali e disfunzionali e sia associata all'elaborazione di aspetti come la punizione e la ricompensa. Inoltre da tempo ormai questo neurotrasmettitore costituisce uno dei principali bersagli dei cosiddetti inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, (o SSRI), vale a dire psicofarmaci che vengono impiegati per trattare diverse condizioni psichiatriche, (come la depressione maggiore, il disturbo ossessivo-compulsivo, gli attacchi di panico, l'ansia generalizzata, il disturbo post-traumatico da stress e perfino la bulimia ed il disturbo da alimentazione incontrollata). Tuttavia, come già anticipato, nel corso della suddetta ricerca gli studiosi inglesi e spagnoli hanno rilevato che "l'ormone della felicità" potrebbe anche essere in grado di migliorare le capacità di apprendimento. In sostanza per arrivare a tali conclusioni gli scienziati hanno modificato geneticamente i neuroni di un gruppo di topi, (tramite una tecnica chiamata optogenetica), in modo da potenziare/controllare la produzione di serotonina e li hanno poi sottopostosti ad una serie di esperimenti che prevedevano il raggiungimento di un premio, (costituito da acqua): utilizzando un modello matematico, hanno osservato che gli animali erano in grado di apprendere più facilmente il percorso che conduceva alla ricompensa quando nel loro cervello veniva rilasciato il neurotrasmettitore. In particolare i ricercatori hanno rilevato che il tasso di apprendimento, (ossia la velocità con cui i topi imparavano le nuove informazioni), veniva modulato dalla stimolazione di questa sostanza: la capacità di apprendere il modo per ottenere il premio era, infatti, significativamente più veloce quando veniva stimolato il rilascio della serotonina; il che, secondo gli scienziati , significa che l'aumento di tale sostanza sarebbe, appunto, in grado di accelerare il processo di apprendimento. Ad ogni modo alla luce di questi risultati, gli autori dello studio in questione si sono detti quasi sicuri che il trattamento con gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina potrebbe essere impiegato insieme alla psicoterapia cognitivo-comportamentale per migliorare le condizioni delle persone affette da disturbi psichiatrici. Difatti al riguardo gli studiosi hanno, infine, spiegato: "I nostri risultati suggeriscono che la serotonina è in grado di aumentare la plasticità del cervello, influenzando il tasso di apprendimento. Questo potrebbe far sì che, ad esempio, il trattamento con un SSRI risulti essere più efficace se combinato con la cosiddetta terapia cognitivo-comportamentale, la quale incoraggia i pazienti a cambiare abitudini".
A quanto pare la serotonina non è soltanto in grado di influenzare l'umore, ma potrebbe anche aumentare la plasticità cerebrale, favorendo e migliorando l'apprendimento; o almeno questo è quanto ha scoperto di recente un team di ricercatori dell'University College London e del Champalimaud Centre for the Unknown durante uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, nel quale è stato mostrato come la velocità con cui si apprendono nuove informazioni risulta essere modulata, appunto, dalla stimolazione del cosiddetto "ormone della felicità". In pratica, come già noto, la serotonina, (una sostanza utilizzata dalle cellule del sistema nervoso per comunicare tra loro), svolge un ruolo essenziale nei meccanismi cognitivi funzionali e disfunzionali e sia associata all'elaborazione di aspetti come la punizione e la ricompensa. Inoltre da tempo ormai questo neurotrasmettitore costituisce uno dei principali bersagli dei cosiddetti inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, (o SSRI), vale a dire psicofarmaci che vengono impiegati per trattare diverse condizioni psichiatriche, (come la depressione maggiore, il disturbo ossessivo-compulsivo, gli attacchi di panico, l'ansia generalizzata, il disturbo post-traumatico da stress e perfino la bulimia ed il disturbo da alimentazione incontrollata). Tuttavia, come già anticipato, nel corso della suddetta ricerca gli studiosi inglesi e spagnoli hanno rilevato che "l'ormone della felicità" potrebbe anche essere in grado di migliorare le capacità di apprendimento. In sostanza per arrivare a tali conclusioni gli scienziati hanno modificato geneticamente i neuroni di un gruppo di topi, (tramite una tecnica chiamata optogenetica), in modo da potenziare/controllare la produzione di serotonina e li hanno poi sottopostosti ad una serie di esperimenti che prevedevano il raggiungimento di un premio, (costituito da acqua): utilizzando un modello matematico, hanno osservato che gli animali erano in grado di apprendere più facilmente il percorso che conduceva alla ricompensa quando nel loro cervello veniva rilasciato il neurotrasmettitore. In particolare i ricercatori hanno rilevato che il tasso di apprendimento, (ossia la velocità con cui i topi imparavano le nuove informazioni), veniva modulato dalla stimolazione di questa sostanza: la capacità di apprendere il modo per ottenere il premio era, infatti, significativamente più veloce quando veniva stimolato il rilascio della serotonina; il che, secondo gli scienziati , significa che l'aumento di tale sostanza sarebbe, appunto, in grado di accelerare il processo di apprendimento. Ad ogni modo alla luce di questi risultati, gli autori dello studio in questione si sono detti quasi sicuri che il trattamento con gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina potrebbe essere impiegato insieme alla psicoterapia cognitivo-comportamentale per migliorare le condizioni delle persone affette da disturbi psichiatrici. Difatti al riguardo gli studiosi hanno, infine, spiegato: "I nostri risultati suggeriscono che la serotonina è in grado di aumentare la plasticità del cervello, influenzando il tasso di apprendimento. Questo potrebbe far sì che, ad esempio, il trattamento con un SSRI risulti essere più efficace se combinato con la cosiddetta terapia cognitivo-comportamentale, la quale incoraggia i pazienti a cambiare abitudini".
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