Come molti sapranno, quando nel 2010 è stato pubblicato "Michael", l'album postumo di Michael Jackson, un gran numero di fan dell'indiscusso Re del Pop aveva espresso dei forti dubbi in merito all'autenticità di alcuni brani in esso contenuti: dubbi che nel 2014 si sono trasformati in una vera e propria causa collettiva, (visibile per intero a fine articolo), guidata una fan di nome Vera Serova e presentata in tribunale contro i produttori Eddie Cascio e James Porte, e la casa di produzione Angelikson Productions LLC, accusati di aver creato 3 canzoni false per poi venderle attraverso l'etichetta Sony Music. In pratica ad essere imputati sono i brani "Breaking News", "Keep Your Head Up" e "Monster", i quali, secondo l'accusa, non sarebbero autentici, in quanto cantati da un imitatore di Michael Jackson, (tale Jason Malachi). All'epoca la Sony ed un avvocato del patrimonio del Re del Pop avevano difeso vigorosamente l'autenticità di queste canzoni, citando direttori di voci, ingegneri e musicologi, i quali avevano affermato che i brani in questione sono cantati da Michael Jackson. Tuttavia in questi giorni, mentre il procedimento è ancora in corso, gli imputati sono stati chiamati in tribunale per discutere se le note di copertina dell'album sono protette dal Primo Emendamento: qui, secondo alcune fonti, uno degli avvocati del patrimonio del Re del Pop avrebbe detto la frase "anche se la voce non era quella di Michael Jackson"; il che è bastato per scatenare nuovamente il caos. Difatti sin da subito alcune testate giornalistiche hanno fatto passare quella frase come l'ammissione da parte di Sony che in effetti le canzoni in questione fossero state simulate, e successivamente molti altri siti hanno riportato le informazioni contenute in quella notizia come fatti veri e propri. Ad ogni modo a fare un po' di chiarezza in merito a questo malinteso è intervenuto Zia Modabber, un avvocato che rappresenta sia la Sony che il patrimonio del Re del Pop, il quale ha precisato: "Nessuno ha ammesso che Michael Jackson non abbia cantato quelle canzoni. L'udienza di Martedì riguardava la questione se il Primo Emendamento proteggesse Sony Music ed il patrimonio, e non si è pronunciata sulla questione di chi è la voce sulle incisioni". In ogni caso c'è da prendere in considerazione il fatto che di recente sia Sony che il patrimonio del Re del Pop hanno difeso la loro causa con meno entusiasmo che in passato: lo scorso Dicembre, ad esempio, entrambe le parti avevano fatto sapere che se da un lato potrebbe essere possibile che le canzoni siano false, dall'altro loro non dovrebbero essere ritenuti responsabili di frodi, in quanto hanno acquistato i brani "incriminati" dai suddetti due produttori, basandosi solo sulla loro parola. Inoltre c'è da dire che, stando all'accusa ed alle 41 pagine di verbale redatto dall'audiologo forense George Papcun, né Eddie Cascio né James Porte è mai riuscito a provare che in quelle canzoni ci fosse davvero il contributo del Re del Pop; considerando che neppure quest'ultimo ne ha mai scritto nei suoi appunti, che contengono le bozze di circa 30 canzoni a cui stava lavorando prima di morire. Ma non è tutto poiché diversi collaboratori storici di Michael Jackson hanno anche notato l'assenza dei tipici schiocchi di dita e battiti di piedi con cui il cantante era solito accompagnarsi quando registrava le sue parti; senza contare il fatto che in questi anni è stato più volte chiesto ai produttori di fornire le tracce alternative di queste canzoni, ma i due hanno dichiarato di averle cancellate. Comunque sia una decisione del tribunale sulla colpevolezza dell'etichetta è prevista entro i prossimi 90 giorni: qui il giudice Ann I. Jones, (che presiede la Corte Suprema di Los Angeles), dovrà, infine, decidere una volta per tutte se si è trattato effettivamente di una frode contro i consumatori sia da parte di Sony Music e del patrimonio del Re del Pop, che da parte dei produttori Eddie Cascio e James Porte, oppure no.
Di seguito la suddetta causa collettiva:
...ed i 3 brani "incriminati":
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