Sembra proprio che gli Homo erectus si siano estinti in parte anche perché erano "pigri"; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere di recente alcuni ricercatori dell'Australian National University, (nota anche con la sigla ANU), guidati da Ceri Shipton, attraverso uno studio pubblicato alcune settimane fa sulla rivista PLOS ONE. In pratica grazie ai dati emersi dai lavori di scavo effettuati nel 2014 in un sito archeologico nella penisola arabica, (per la precisione quello di Saffaqah, nell'Arabia Saudita centrale), e risalente alla prima Età della pietra, (ossia al Paleolitico), gli scienziati australiani hanno scoperto che questi ominidi utilizzavano "strategie di minimo sforzo" per la produzione di utensili e la raccolta di risorse: questa "pigrizia", accompagnata all'incapacità di adattarsi ad un clima in continuo cambiamento, ha probabilmente avuto un ruolo importante, appunto, nell'estinzione della specie. Al riguardo lo stesso Ceri Shipton ha spiegato: "In realtà non sembrano essersi spinti molto. Ho come la sensazione che non fossero esploratori che guardavano oltre l'orizzonte. Non avevano lo stesso senso di meraviglia che abbiamo noi ad oggi. Questo lo si vede anche dal modo in cui fabbricavano gli utensili e raccoglievano le risorse: per realizzare i loro strumenti di pietra avrebbero usato qualunque pietra trovassero intorno al loro accampamento, che erano per lo più di qualità relativamente bassa rispetto a quelle utilizzate successivamente dai produttori di strumenti di pietra di altre epoche". Mentre in merito all'analisi effettuate nel suddetto sito archeologico ha dichiarato: "Nel sito che abbiamo osservato c'era un grande sperone roccioso di pietra di buona qualità a poca distanza da una piccola collina. Ma piuttosto che risalire la collina avrebbero semplicemente usato qualunque cosa fosse rotolata giù e giaceva a terra. Quando abbiamo studiato questo sperone roccioso, infatti, non abbiamo rilevato alcun segno di attività, nessun artefatto e nessuna estrazione della pietra. Sapevano che era lì, ma siccome avevano abbastanza risorse adeguate sembrano aver pensato: «perché preoccuparsi?»". Insomma, si tratta di un comportamento che va in contrasto con i costruttori di utensili di pietra di epoche successive, compresi i primi Homo sapiens ed i Neanderthal, i quali stavano scalando montagne pur di trovare pietra di buona qualità e la trasportavano su lunghe distanze. A tal proposito Ceri Shipton ha, infine, concluso affermando: "Non solo erano pigri, ma erano anche molto prudenti. I campioni di sedimenti hanno mostrato che l'ambiente intorno a loro stava cambiando, ma loro continuavano a fare esattamente le stesse cose con i loro strumenti. Non c'è stata alcuna progressione tecnologica ed i loro strumenti non sono mai stati ritrovati molto lontani da questi letti di fiume ormai aridi. Penso che alla fine l'ambiente sia diventato troppo secco per loro; il che ha contribuito alla scomparsa della specie".
Sembra proprio che gli Homo erectus si siano estinti in parte anche perché erano "pigri"; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere di recente alcuni ricercatori dell'Australian National University, (nota anche con la sigla ANU), guidati da Ceri Shipton, attraverso uno studio pubblicato alcune settimane fa sulla rivista PLOS ONE. In pratica grazie ai dati emersi dai lavori di scavo effettuati nel 2014 in un sito archeologico nella penisola arabica, (per la precisione quello di Saffaqah, nell'Arabia Saudita centrale), e risalente alla prima Età della pietra, (ossia al Paleolitico), gli scienziati australiani hanno scoperto che questi ominidi utilizzavano "strategie di minimo sforzo" per la produzione di utensili e la raccolta di risorse: questa "pigrizia", accompagnata all'incapacità di adattarsi ad un clima in continuo cambiamento, ha probabilmente avuto un ruolo importante, appunto, nell'estinzione della specie. Al riguardo lo stesso Ceri Shipton ha spiegato: "In realtà non sembrano essersi spinti molto. Ho come la sensazione che non fossero esploratori che guardavano oltre l'orizzonte. Non avevano lo stesso senso di meraviglia che abbiamo noi ad oggi. Questo lo si vede anche dal modo in cui fabbricavano gli utensili e raccoglievano le risorse: per realizzare i loro strumenti di pietra avrebbero usato qualunque pietra trovassero intorno al loro accampamento, che erano per lo più di qualità relativamente bassa rispetto a quelle utilizzate successivamente dai produttori di strumenti di pietra di altre epoche". Mentre in merito all'analisi effettuate nel suddetto sito archeologico ha dichiarato: "Nel sito che abbiamo osservato c'era un grande sperone roccioso di pietra di buona qualità a poca distanza da una piccola collina. Ma piuttosto che risalire la collina avrebbero semplicemente usato qualunque cosa fosse rotolata giù e giaceva a terra. Quando abbiamo studiato questo sperone roccioso, infatti, non abbiamo rilevato alcun segno di attività, nessun artefatto e nessuna estrazione della pietra. Sapevano che era lì, ma siccome avevano abbastanza risorse adeguate sembrano aver pensato: «perché preoccuparsi?»". Insomma, si tratta di un comportamento che va in contrasto con i costruttori di utensili di pietra di epoche successive, compresi i primi Homo sapiens ed i Neanderthal, i quali stavano scalando montagne pur di trovare pietra di buona qualità e la trasportavano su lunghe distanze. A tal proposito Ceri Shipton ha, infine, concluso affermando: "Non solo erano pigri, ma erano anche molto prudenti. I campioni di sedimenti hanno mostrato che l'ambiente intorno a loro stava cambiando, ma loro continuavano a fare esattamente le stesse cose con i loro strumenti. Non c'è stata alcuna progressione tecnologica ed i loro strumenti non sono mai stati ritrovati molto lontani da questi letti di fiume ormai aridi. Penso che alla fine l'ambiente sia diventato troppo secco per loro; il che ha contribuito alla scomparsa della specie".
Commenti
Posta un commento