A quanto pare a dar vita a quella che oggi è la crosta terrestre sarebbe stata un terribile pioggia di meteoriti avvenuta circa 4,2 miliardi di anni fa; o almeno questa è una nuova teoria avanzata da alcuni ricercatori della Curtin University, guidati da Tim Johnson, tramite uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Nature Geoscience, che potrebbe spiegare l'origine delle enigmatiche rocce ricche di silice, (note anche come felsiche), ritrovate in Canada, in quella che viene considerata come la più antica formazione rocciosa terrestre. In pratica si tratta di un'ipotesi che si contrappone a quella tradizionale, che vede l'origine del manto terrestre come effetto dell'attività vulcanica, ed a quella proposta circa un anno fa, secondo cui l'attuale crosta terrestre sarebbe il frutto alla catastrofica collisione tra la Terra e Theia, (un pianeta ipotetico delle dimensioni di Marte e coinvolto tra l'altro in una delle teorie sulla formazione della Luna). In sostanza, secondo gli scienziati australiani, le alte temperature necessarie a fondere la crosta terrestre poco profonda sarebbero state causate proprio da diversi meteoriti caduti sulla Terra poco dopo la sua formazione: tutto ciò avrebbe sciolto la crosta primitiva, (ricca di ferro e composta principalmente da rocce scure e povere di silice, dette mafiche), e formato le rocce di granito che si possono trovare tuttora in alcune parti del pianeta. Al riguardo lo stesso Tim Johnson ha spiegato: "Il nostro modello dimostra che le rocce dell'Acasta River derivano dallo scioglimento di quelle pre-esistenti, basaltiche e ricche di ferro, che si sono formate sugli strati più alti della crosta della Terra primitiva". Inoltre, secondo i risultati ottenuti dagli studiosi, le rocce originali, povere di silice, devono essersi parzialmente sciolte a basse pressioni. Tuttavia per generare le prime rocce ricche di silice deve esserci stato un evento così potente e speciale da generare temperature molto elevate, come, appunto, il riscaldamento causato da una pioggia di meteoriti. A tal proposito il ricercatore ha, infatti, proseguito dichiarando: "Abbiamo usato gli equilibri di fase e la modellazione degli elementi di traccia per dimostrare che le rocce dell'Acasta River sono state prodotte dalla fusione parziale delle rocce mafiche originali a pressioni molto basse. Sarebbe stato necessario qualcosa di speciale per produrre le temperature di 900 °C che servono a generare queste prime rocce felsiche a pressioni così basse, e questo presumibilmente significa un evento drastico: molto probabilmente l'intenso riscaldamento causato dai bombardamenti di meteoriti. Stimiamo che le rocce entro i 3 km più alti della crosta mafica si sarebbero sciolte nel produrre le rocce che vediamo oggi. Pensiamo che queste antiche rocce felsiche sarebbero state molto comuni, ma dopo 4 miliardi di anni e lo sviluppo della tettonica a placche, non ne rimane quasi nessuna. Crediamo che queste rocce possano essere gli unici resti sopravvissuti di una raffica di impatti extraterrestri che hanno caratterizzato i primi 600 milioni di anni di storia della Terra". Ad ogni modo commentando tale ricerca Balz Kamber, scienziato del Trinity College Dublin, ha, infine, affermato: "L'idea di far sciogliere il felsico con impatti grandi o giganti sembra plausibile considerando la natura ad alta energia di questi eventi e le antiche superfici butterate di altri pianeti e Lune dell'intero Sistema Solare. Tuttavia il regime implicito di temperatura-pressione potrebbe anche consentire la fusione della crosta superficiale al di sotto di un mare fuso e surriscaldato. In altre parole, una conseguenza indiretta dell'impatto stesso".
A quanto pare a dar vita a quella che oggi è la crosta terrestre sarebbe stata un terribile pioggia di meteoriti avvenuta circa 4,2 miliardi di anni fa; o almeno questa è una nuova teoria avanzata da alcuni ricercatori della Curtin University, guidati da Tim Johnson, tramite uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Nature Geoscience, che potrebbe spiegare l'origine delle enigmatiche rocce ricche di silice, (note anche come felsiche), ritrovate in Canada, in quella che viene considerata come la più antica formazione rocciosa terrestre. In pratica si tratta di un'ipotesi che si contrappone a quella tradizionale, che vede l'origine del manto terrestre come effetto dell'attività vulcanica, ed a quella proposta circa un anno fa, secondo cui l'attuale crosta terrestre sarebbe il frutto alla catastrofica collisione tra la Terra e Theia, (un pianeta ipotetico delle dimensioni di Marte e coinvolto tra l'altro in una delle teorie sulla formazione della Luna). In sostanza, secondo gli scienziati australiani, le alte temperature necessarie a fondere la crosta terrestre poco profonda sarebbero state causate proprio da diversi meteoriti caduti sulla Terra poco dopo la sua formazione: tutto ciò avrebbe sciolto la crosta primitiva, (ricca di ferro e composta principalmente da rocce scure e povere di silice, dette mafiche), e formato le rocce di granito che si possono trovare tuttora in alcune parti del pianeta. Al riguardo lo stesso Tim Johnson ha spiegato: "Il nostro modello dimostra che le rocce dell'Acasta River derivano dallo scioglimento di quelle pre-esistenti, basaltiche e ricche di ferro, che si sono formate sugli strati più alti della crosta della Terra primitiva". Inoltre, secondo i risultati ottenuti dagli studiosi, le rocce originali, povere di silice, devono essersi parzialmente sciolte a basse pressioni. Tuttavia per generare le prime rocce ricche di silice deve esserci stato un evento così potente e speciale da generare temperature molto elevate, come, appunto, il riscaldamento causato da una pioggia di meteoriti. A tal proposito il ricercatore ha, infatti, proseguito dichiarando: "Abbiamo usato gli equilibri di fase e la modellazione degli elementi di traccia per dimostrare che le rocce dell'Acasta River sono state prodotte dalla fusione parziale delle rocce mafiche originali a pressioni molto basse. Sarebbe stato necessario qualcosa di speciale per produrre le temperature di 900 °C che servono a generare queste prime rocce felsiche a pressioni così basse, e questo presumibilmente significa un evento drastico: molto probabilmente l'intenso riscaldamento causato dai bombardamenti di meteoriti. Stimiamo che le rocce entro i 3 km più alti della crosta mafica si sarebbero sciolte nel produrre le rocce che vediamo oggi. Pensiamo che queste antiche rocce felsiche sarebbero state molto comuni, ma dopo 4 miliardi di anni e lo sviluppo della tettonica a placche, non ne rimane quasi nessuna. Crediamo che queste rocce possano essere gli unici resti sopravvissuti di una raffica di impatti extraterrestri che hanno caratterizzato i primi 600 milioni di anni di storia della Terra". Ad ogni modo commentando tale ricerca Balz Kamber, scienziato del Trinity College Dublin, ha, infine, affermato: "L'idea di far sciogliere il felsico con impatti grandi o giganti sembra plausibile considerando la natura ad alta energia di questi eventi e le antiche superfici butterate di altri pianeti e Lune dell'intero Sistema Solare. Tuttavia il regime implicito di temperatura-pressione potrebbe anche consentire la fusione della crosta superficiale al di sotto di un mare fuso e surriscaldato. In altre parole, una conseguenza indiretta dell'impatto stesso".
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