Scoperto che l'ADHD potrebbe aumentare il rischio di sviluppare il Parkinson ed altre patologie simili.


Sembra proprio che i soggetti affetti da Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività, (meglio noto con la sigla ADHD), potrebbero avere un rischio più alto di sviluppare il Morbo di Parkinson ed altre patologie simili; o almeno questo è quanto hanno scoperto di recente alcuni ricercatori dell'University of Utah Health durante un loro studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Neuropsychopharmacology. In pratica per arrivare a tali conclusioni gli scienziati si sono serviti dello Utah Population Database, (noto anche come UPDB e che contiene informazioni mediche e dello stile di vita di oltre 11 milioni di persone che vivono o hanno vissuto nello Stato), ed hanno esaminato i dati raccolti nell'arco di ben 20 anni. Così facendo hanno constatato che i pazienti affetti da ADHD avevano più del doppio delle probabilità di sviluppare il Parkinson e malattie ad insorgenza precoce simili, (ossia in una fascia d'età compresa tra i 21 ed i 66 anni), rispetto agli individui dello stesso sesso e della stessa età non colpiti dall'ADHD. Tra l'altro i ricercatori hanno anche osservato che questo rischio era da 6 ad 8 volte superiore per quei pazienti con ADHD a cui erano stati prescritti i classici farmaci psicostimolanti usati per trattare la patologia: tra questi il metilfenidato, (commercializzato spesso con i nomi Ritalin, Concerta, Daytrana, Metadate e Metilina), i sali di anfetamina misti, (venduti con il nome Adderall), ed il dexmetilfenidato, (distribuito con il nome Focalin). Inoltre utilizzando l'UPDB gli studiosi sono anche riusciti a compilate una lista di persone affette da ADHD, consistente in ben 31.769 pazienti: di questi 4.960 erano stati trattati con i suddetti psicostimolanti, (per essere precisi 2.716 avevano assunto sali di anfetamina misti, 1.941 avevano preso il metilfenidato e 303 avevano usato entrambi). Al riguardo Glen Hanson, autore senior dello studio in questione, ha spiegato: "La Malattia di Parkinson è comunemente considerata una malattia neurodegenerativa associata all'invecchiamento. Questa potrebbe essere la prima volta in cui si scopre che una malattia infantile ed il suo trattamento possono essere collegati ad un'espressione geriatrica di questo disturbo neurodegenerativo". Mentre Karen Curtin, principale autrice della ricerca, ha dichiarato: "Se dovessimo seguire 100.000 adulti, in un anno ci aspetteremmo che 1 o 2 persone sviluppino la Malattia di Parkinson prima dei 50 anni. Se dovessimo seguire 100.000 adulti a cui invece è stato prescritto il trattamento per l'ADHD, stimiamo che in oltre un anno 8-9 pazienti svilupperanno la Malattia di Parkinson prima dei 50 anni". Ad ogni modo oltre a tenere conto delle differenze di genere ed età, lo studio in questione ha controllato gli effetti dei disturbi psicotici e dell'uso del tabacco, (sono stati esclusi i pazienti con una storia di abuso di droghe e/o alcool), che potrebbero essere associati al Parkinson indipendentemente dall'ADHD. Tuttavia il team di scienziati non è stato in grado di tenere conto di altri fattori che potrebbero contribuire allo sviluppo del Morbo di Parkinson, (tra cui trauma cranici, lesioni cerebrali e tossine ambientali). Per di più gli studiosi hanno sottolineato come i pazienti affetti da una più grave forma di ADHD potrebbero avere intrinsecamente un rischio più elevato di sviluppare malattie del motoneurone, (come, appunto, il Parkinson); anche se hanno evidenziato che per scoprire se ciò possa essere un risultato diretto dei farmaci psicostimolanti oppure no saranno necessari studi futuri che permettano di raggiungere una conclusione più definitiva. Difatti, secondo lo stesso Glen Hanson, i risultati di questo studio dovrebbero essere considerati preliminari, in quanto potrebbero essere limitati dall'errata classificazione di alcuni soggetti in realtà non affetti da ADHD, dalle persone a cui è stata diagnosticata la patologia al di fuori dello Utah, dalla mancata o errata diagnosi dei sintomi della Malattia di Parkinson e dalla mancanza di informazioni sulla durata dell'uso e sul dosaggio dei farmaci prescritti per trattare il disturbo. Non a caso questa ricerca si è basata su osservazioni passate che hanno riportato un legame tra l'abuso di anfetamine e l'insorgenza del Morbo di Parkinson, confermato poi da altri gruppi di studio. Comunque sia a tal proposito Glen Hanson, ha, infine, concluso affermando: "Credo che il trattamento sia ancora un beneficio, specialmente per i bambini che non riescono a controllare i sintomi dell'ADHD. I farmaci dovrebbero essere presi in considerazione caso per caso".

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