In questi giorni in Rete è emerso un nuovo brevetto targato Sony, il quale ha alimentato i diversi rumor riguardanti la possibile retrocompatibilità delle future console del colosso nipponico dell'intrattenimento. In pratica si tratta di un documento di ben 280 pagine intitolato "Remastering by emulation", depositato presso lo United States Patent and Trademark Office, (noto anche con la sigla USPTO), il 22 Novembre 2016 e pubblicato lo scorso 2 Ottobre. Inoltre, come già anticipato, l'applicazione descritta nel brevetto prevede la rimasterizzazione in diretta delle texture dei vecchi giochi e le replica al volo con delle versioni più brillanti e più adatte a display contemporanei: di conseguenza il software originale verrà riprodotto sul display ad una risoluzione più alta, con asset e texture migliorati. Per farla breve questo significa che una possibile futura PlayStation 5, (che tuttavia non è stata ancora annunciata), potrebbe essere, appunto, retrocompatibile con tutti i giochi delle console precedenti, (ossia la PS4, la PS3, la PS2 e la PS1). Tuttavia potrebbe trattarsi di una retrocompatibilità diversa rispetto a quella che si conosce al giorno d'oggi e che potrebbe essere non solo in grado di riprodurre vecchi giochi ma di riprodurli con grafica addirittura migliorata e "riadattata" per le caratteristiche delle Tv moderne. Ad ogni modo non è tutto: nel brevetto in questione si parla anche di un sistema che sarà in grado di migliorare anche il comparto audio dei giochi, sempre nell'ottica di adattarlo alle televisioni contemporanee. Tra l'altro nelle scorse settimane è emerso anche un altro brevetto riguardante le future console del colosso nipponico: si chiama "Video Frame Rate Compensation Through Adjustment of Vertical Blanking", (depositato il 29 Maggio 2018), e prevede una sorta di hardware V-Sync, (ossia per la sincronizzazione verticale). In altre parole si tratta di una funzione pensata per rendere più nitidi e fluidi i giochi andando a bloccare i fotogrammi, (come, ad esempio, a 30 FPS su uno schermo con frequenza a 30 Hz), in modo da evitare quel fastidioso effetto tearing, (ovvero quando la schermata si "spezza" in due parti), che si crea quando le prestazioni di una scheda grafica superano la velocità di aggiornamento dello schermo: una funzionalità molto conosciuta per i giocatori su Pc, ma ancora meno nota per quelli su console. In ogni caso andrebbe anche detto che considerando la data in cui è stato depositato il primo brevetto la tecnologia in questione potrebbe essere già stata impiegata sulla PlayStation 4: sebbene si parli chiaramente dei giochi delle scorse generazioni, di texture da upscalare per adeguarle a schermi ad alta risoluzione e dell'aggiunta di asset rimasterizzati, nelle 280 pagine non è contenuto nessun riferimento diretto ad una possibile PS5. In sostanza, anche se già all'epoca Sony poteva trovarsi già al lavoro sulla sua prossima console, c'è la possibilità che questo brevetto possa riferirsi in realtà alla procedura già utilizzata per la rimasterizzazione di alcuni classici di PlayStation 1 e PlayStation 2 usciti, appunto, sulla PS4. Comunque sia non è da escludere che l'azienda giapponese decida di impiegare questa tecnologia anche su PlayStation 5, in modo da estendere la retrocompatibilità anche sulla nuova console, il cui annuncio, secondo le varie indiscrezioni, sarebbe previsto, infine, per i primi mesi del 2019.
In questi giorni in Rete è emerso un nuovo brevetto targato Sony, il quale ha alimentato i diversi rumor riguardanti la possibile retrocompatibilità delle future console del colosso nipponico dell'intrattenimento. In pratica si tratta di un documento di ben 280 pagine intitolato "Remastering by emulation", depositato presso lo United States Patent and Trademark Office, (noto anche con la sigla USPTO), il 22 Novembre 2016 e pubblicato lo scorso 2 Ottobre. Inoltre, come già anticipato, l'applicazione descritta nel brevetto prevede la rimasterizzazione in diretta delle texture dei vecchi giochi e le replica al volo con delle versioni più brillanti e più adatte a display contemporanei: di conseguenza il software originale verrà riprodotto sul display ad una risoluzione più alta, con asset e texture migliorati. Per farla breve questo significa che una possibile futura PlayStation 5, (che tuttavia non è stata ancora annunciata), potrebbe essere, appunto, retrocompatibile con tutti i giochi delle console precedenti, (ossia la PS4, la PS3, la PS2 e la PS1). Tuttavia potrebbe trattarsi di una retrocompatibilità diversa rispetto a quella che si conosce al giorno d'oggi e che potrebbe essere non solo in grado di riprodurre vecchi giochi ma di riprodurli con grafica addirittura migliorata e "riadattata" per le caratteristiche delle Tv moderne. Ad ogni modo non è tutto: nel brevetto in questione si parla anche di un sistema che sarà in grado di migliorare anche il comparto audio dei giochi, sempre nell'ottica di adattarlo alle televisioni contemporanee. Tra l'altro nelle scorse settimane è emerso anche un altro brevetto riguardante le future console del colosso nipponico: si chiama "Video Frame Rate Compensation Through Adjustment of Vertical Blanking", (depositato il 29 Maggio 2018), e prevede una sorta di hardware V-Sync, (ossia per la sincronizzazione verticale). In altre parole si tratta di una funzione pensata per rendere più nitidi e fluidi i giochi andando a bloccare i fotogrammi, (come, ad esempio, a 30 FPS su uno schermo con frequenza a 30 Hz), in modo da evitare quel fastidioso effetto tearing, (ovvero quando la schermata si "spezza" in due parti), che si crea quando le prestazioni di una scheda grafica superano la velocità di aggiornamento dello schermo: una funzionalità molto conosciuta per i giocatori su Pc, ma ancora meno nota per quelli su console. In ogni caso andrebbe anche detto che considerando la data in cui è stato depositato il primo brevetto la tecnologia in questione potrebbe essere già stata impiegata sulla PlayStation 4: sebbene si parli chiaramente dei giochi delle scorse generazioni, di texture da upscalare per adeguarle a schermi ad alta risoluzione e dell'aggiunta di asset rimasterizzati, nelle 280 pagine non è contenuto nessun riferimento diretto ad una possibile PS5. In sostanza, anche se già all'epoca Sony poteva trovarsi già al lavoro sulla sua prossima console, c'è la possibilità che questo brevetto possa riferirsi in realtà alla procedura già utilizzata per la rimasterizzazione di alcuni classici di PlayStation 1 e PlayStation 2 usciti, appunto, sulla PS4. Comunque sia non è da escludere che l'azienda giapponese decida di impiegare questa tecnologia anche su PlayStation 5, in modo da estendere la retrocompatibilità anche sulla nuova console, il cui annuncio, secondo le varie indiscrezioni, sarebbe previsto, infine, per i primi mesi del 2019.
Commenti
Posta un commento