Scoperto un possibile legame tra le sostanze chimiche dei prodotti per la cura personale e la pubertà precoce.
Sembra proprio che le bambine esposte, prima della nascita, ad alcune sostanze chimiche comunemente presenti nei dentifrici, nei trucchi, nei saponi ed in altri prodotti per la cura personale potrebbero andare incontro alla pubertà precoce; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere alcuni ricercatori dell'Università della California, Berkeley tramite uno studio longitudinale pubblicato in questi giorni sulla rivista Human Reproduction. In pratica per arrivare a tale conclusione gli scienziati hanno analizzato i dati raccolti nell'ambito dello studio Center for the Health Assessment of Mothers and Children of Salinas, (noto anche con la sigla CHAMACOS), il quale ha seguito 338 bambini da prima della nascita fino all'adolescenza proprio per documentare in che quantità le prime esposizioni ambientali influiscano sullo sviluppo infantile. In sostanza, come noto, negli ultimi 20 anni gli studi hanno dimostrato che le ragazze, (e forse i ragazzi), hanno sperimentato la pubertà ad età sempre più giovani: si tratta di una notizia preoccupante, poiché la pubertà precoce è stata collegata ad un aumentato rischio di malattie mentali, cancro al seno ed alle ovaie nelle ragazze e cancro ai testicoli nei ragazzi. Entrando un po' più nei dettagli gli studiosi della UC Berkeley School of Public Health hanno scoperto che le figlie di madri che risultavano avere livelli più elevati di dietilftalato e triclosano nei loro corpi durante la gravidanza hanno sperimentato la pubertà in giovane età: la stessa tendenza non è stata però osservata nei ragazzi. Insomma, come risaputo, il dietilftalato è spesso usato come stabilizzante nelle fragranze e nei cosmetici; mentre l'agente antimicrobico triclosano, (che la Food and Drug Administration ha vietato di utilizzare nel sapone per le mani nel 2017 perché è risultato essere inefficace), è ancora usato in alcuni dentifrici. Al riguardo Kim Harley, una delle principali autrici della ricerca, ha affermato: "Sappiamo che alcune delle cose che mettiamo sui nostri corpi entrano nei nostri corpi, o perché passano attraverso la pelle o li respiriamo o li ingeriamo inavvertitamente. Abbiamo bisogno di sapere come queste sostanze chimiche stanno influenzando la nostra salute". Difatti i ricercatori sospettano che molte sostanze chimiche presenti nei prodotti per la cura personale possano interferire con gli ormoni naturali nell'organismo e precedenti studi hanno dimostrato che l'esposizione a queste sostanze chimiche può alterare lo sviluppo riproduttivo nei ratti: i prodotti chimici implicati includono gli ftalati, (che si trovano spesso in prodotti come profumi, saponi e shampoo), i parabeni, (i quali sono usati come conservanti nei cosmetici), ed i fenoli, (che includono, appunto, il triclosano). Tuttavia finora pochi studi hanno esaminato come queste sostanze chimiche potrebbero influenzare la crescita dei bambini umani; non a caso in merito a ciò la stessa Kim Harley ha proseguito dichiarando: "Volevamo sapere quale effetto l'esposizione a queste sostanze chimiche ha durante alcune finestre critiche di sviluppo, che includono prima della nascita e durante la pubertà". Per farla breve lo studio CHAMACOS ha reclutato donne incinte che vivevano nelle comunità agrituristiche, (in primo luogo comunità latine della Salinas Valley, nella California centrale), tra il 1999 ed il 2000; mentre lo scopo principale della suddetta ricerca era esaminare l'impatto dell'esposizione ai pesticidi sullo sviluppo infantile: gli scienziati hanno tuttavia sfruttato l'opportunità per esaminare anche gli effetti di altre sostanze chimiche. Difatti gli studiosi hanno misurato le concentrazioni, appunto, di ftalati, parabeni e fenoli nei campioni di urina prelevati dalle madri due volte durante la gravidanza e dai bambini all'età di 9 anni. Successivamente hanno seguito la crescita dei bambini, (per la precisione 159 ragazzi e 179 ragazze), dai 9 fino ai 13 anni per tracciare i tempi delle pietre miliari dello sviluppo che segnano le diverse fasi della pubertà. Così facendo si è osservato che la stragrande maggioranza di campioni di urina di madri e bambini, (ovvero oltre il 90%), mostrava concentrazioni rilevabili di tutte e tre le classi di sostanze chimiche, con l'eccezione del triclosano presente in circa il 70% di essi. Tra l'altro i ricercatori hanno anche scoperto che ogni volta che le concentrazioni di dietilftalato e triclosano nell'urina della madre raddoppiavano, i tempi dello sviluppo si sono spostavano in avanti di circa un mese. Inoltre anche le bambine che avevano un'alta concentrazione di parabeni nelle loro urine all'età di 9 anni avevano avuto una pubertà in giovane età. Tuttavia a tal proposito Kim Harley ha precisato: "Per il momento non è chiaro se le sostanze chimiche stiano causando il cambiamento in questione, oppure se le ragazze che hanno raggiunto la pubertà in precedenza avessero maggiori probabilità di iniziare ad utilizzare prodotti per la cura personale in giovane età. Nonostante siano necessarie ulteriori ricerche, le persone dovrebbero essere consapevoli del fatto che ci sono sostanze chimiche nei prodotti per la cura personale che potrebbero disturbare gli ormoni nei nostri corpi". Ed ha, infine, concluso spiegando: "I consumatori che sono preoccupati per le sostanze chimiche presenti nei prodotti per la cura personale possono adottare misure pratiche per limitare la loro esposizione. C'è stata una crescente consapevolezza delle sostanze chimiche nei prodotti per la cura personale e della domanda dei consumatori per prodotti con livelli più bassi di sostanze chimiche. Risorse come il database Skin Deep dell'Environmental Working Group o l'applicazione Think Dirty possono aiutare i consumatori più esperti a ridurre la loro esposizione".
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