Scoperto che nel Medioevo lo Stromboli generò 3 tsunami, uno dei quali visto anche da Francesco Petrarca.
Sembra proprio che il crollo del fianco nord-occidentale dello Stromboli scatenò ben 3 tsunami che nel Medioevo raggiunsero le coste della Campania e pare anche che il vulcano possa essere ancora potenzialmente in grado di generare nuovi tsunami altrettanto violenti. O almeno questo è quanto hanno fatto sapere di recente alcuni ricercatori dell'Università di Pisa, (in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l'Università di Modena-Reggio Emilia, l'Università di Urbino, l'Istituto di studi del Mediterraneo antico del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la City University of New York, l'American Numismatic Society e l'Associazione Preistoria Attuale), tramite uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports. In pratica uno di questi tsunami, (avvenuti nel periodo compreso fra il 1343 ed il 1456), ha anche avuto un testimone d'eccezione: il poeta Francesco Petrarca, che in una lettera da Napoli parlò di aver assistito ad "una strana tempesta". Al riguardo, infatti, lo stesso poeta scrisse: «Non si può pingere con pennello, né scrivere con parole quella, ch'io vidi jeri, la qual vince ogni stile, cosa unica ed inaudita in tutte l'età del mondo (...) questa di Napoli sarà materia de versi miei, benché non si può dire di Napoli, ma universale per tutto il mare Tirreno e per l'Adriatico; a me pare chiamarla Napolitana, poiché contra mia voglia mi ha ritrovato in Napoli (...) non posso scriverla a pieno, persuadetevi questo, che la più orribile cosa non fu vista mai (...) mi risvegliò un romore ed un terremoto, non solo aperse le finestre e spense il lume ch'io soglio tenere la notte, ma commosse dai fondamenti la camera, dove io stava: essendo dunque in cambio del sonno assalito dal timore della morte vicina, uscii nel Chiostro del Monastero, ov'io abito, e mentre tra le tenebre l'uno cercava l'altro, e non si potea vedere, se non per benefizio di qualche lampo, cominciammo a confortare l'un l'altro (...). Sarebbe troppo lunga Istoria, s'io volessi contare l'orrore di quella notte infernale; e benché la verità sia molto maggiore di quello che si potesse dire, io dubito che le parole mie pareranno vane: che gruppi d'acqua? che venti? che tuoni? che orribile bombire del Cielo? che orrendo terremoto? che strepito spaventevole di mare? e che voci di tutto un sì gran popolo? Parea che per arte magica fosse raddoppiato lo spazio della notte, ma al fine pur venne l'aurora». In sostanza si trattava, appunto, del principale dei 3 tsunami, avvenuto nel 1343 e che, secondo gli esperti, è quasi certamente riconducibile alla grave devastazione dei porti di Napoli ed Amalfi: lo stesso Francesco Petrarca, che si trovava in missione come ambasciatore inviato nella città partenopea da Papa Clemente VI, raccontò l'accaduto nella suddetta epistola al cardinal Giovanni Colonna, descrivendo il maremoto come una misteriosa quanto violenta tempesta marina avvenuta il 25 Novembre di quell'anno e che aveva causato l'affondamento di numerose navi nel porto di Napoli. Ad ogni modo in merito a ciò Antonella Bertagnini, una delle principali autrici della ricerca in questione, ha dichiarato: "L'identificazione di Stromboli come la sorgente dei maremoti avvenuti in quel periodo è stata possibile grazie ad un lavoro interdisciplinare che ha messo in campo competenze vulcanologiche ed archeologiche. Era noto che l'isola fosse capace di produrre tsunami di piccola scala, (analoghi a quello osservato il 30 Dicembre 2002). Questo lavoro porta però alla luce, per la prima volta, la capacità del vulcano di produrre, anche in tempi relativamente recenti, tsunami di scala nettamente superiore e potenzialmente in grado di raggiungere aree costiere anche molto distanti". Ed ha, infine, concluso spiegando: "Incrociando metodologie, tecniche e competenze diverse, lo studio ha permesso anche di rivelare come nella prima metà del 1300 l'isola di Stromboli fosse abitata e rivestisse un ruolo importante come snodo del traffico navale dei crociati provenienti dalle coste italiane, spagnole e greche. A seguito dei crolli responsabili della generazione delle onde di tsunami e di una contemporanea e particolarmente intensa attività eruttiva del vulcano, l'isola fu abbandonata a partire dalla metà del 1300 e fino alla fine del 1600, quando iniziò il suo ripopolamento. La scoperta conferma, quindi, il pericolo da tsunami generato dallo Stromboli nel Tirreno Meridionale, sebbene una sua precisa quantificazione richieda ulteriori studi mirati al riconoscimento e alla caratterizzazione di questo fenomeno su un periodo temporale più esteso".
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