A quanto pare l'insonnia potrebbe essere l'anticamera di una maggior desiderio di dolci; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere alcuni ricercatori della Michigan State University tramite uno studio pubblicato recentemente su Food Quality and Preference, secondo il quale questa inclinazione sembra essere simile sia nei maschi che nelle femmine: i risultati hanno, infatti, confermato quelli di un precedente lavoro che aveva coinvolto solo partecipanti donne. In pratica dormire a sufficienza, (tra 7 e 9 ore per un adulto da 18 a 64 anni di età), è un'abitudine che rappresenta un corretto stile di vita: basti pensare all'impatto positivo sulla funzione immunitaria, alla riduzione dei livelli di stress e al contributo che dà alla prevenzione di malattie croniche. Inoltre essere ben riposati permette di essere efficienti e produttivi a scuola o sul posto di lavoro ed aiuta tra le varie cose a regolare anche l'umore. Motivo per il quale quando il sonno non è ottimale sorgono i rischi per la salute: nel corso degli anni, infatti, l'insonnia è stata correlata ad un maggior rischio cardiovascolare o di insorgenza di diabete; mentre la privazione di sonno si associa all'aumento della pressione arteriosa, all'infiammazione ed alla disregolazione della glicemia. Tra l'altro in passato diversi studi hanno sottolineato il legame tra la riduzione delle ore di sonno e le abitudini alimentari scorrette; non a caso il sonno influenza 2 ormoni che regolano l'appetito: la grelina, (che lo stimola), e la leptina, (che lo contiene). In sostanza dormendo poco i livelli del primo ormone aumentano mentre quelli del secondo diminuiscono portando così ad una maggiore voglia di cibo; motivo per cui capita che chi ha difficoltà a dormire a lungo può tendere a mangiare di più: l'insonnia è quindi nemica del controllo del peso corporeo. Per di più, secondo quanto hanno spiegato gli autori della ricerca, un insieme crescente di dati sta suggerendo come il sonno sia in grado di influenzare anche la percezione sensoriale. Per arrivare a tali conclusioni gli studiosi hanno coinvolto 51 uomini in salute, con un Indice di massa corporea inferiore a 30 kg/m2, (quindi non obesi), ed hanno monitorato il loro sonno con degli elettrodi per due giorni: è stata misurata l'attività elettrica del cervello per valutare quanto avessero dormito ma anche quante ore avessero trascorso in una fase di sonno leggero ed in una fase di sonno profondo. Successivamente i partecipanti sono stati sottoposti a dei test in laboratorio dove hanno assaggiato delle soluzioni con diverse concentrazioni di zuccheri: i risultati, come già anticipato, hanno indicato che meno gli individui dormivano e più desideravano gli zuccheri. Tuttavia, ad essere correlata ad una maggiore voglia di dolci non era solo la durata generale del sonno ma anche la minore durata della fase REM, (un periodo caratterizzato, tra l'altro, da una riduzione dell'attività motoria e percettiva e da un incremento di quella cerebrale, oltre ad essere la fase in cui tendenzialmente si sogna). Insomma, quanto è emerso nello studio è stato valutato coerentemente con i dati riferiti alle donne ricavati da un precedente studio e, come già detto, si è scoperto che sia maschi che femmine insonni mostravano una voglia simile di zuccheri. Ad ogni modo riuscire ad assestare una buona routine del sonno è essenziale per il benessere ed anche per evitare cattive abitudini alimentari: le insidie si nascondono nell'arco della giornata ed in particolare nelle ore precedenti il momento in cui ci si mette a letto. Inoltre se fare attività fisica rientra in uno stile di vita salutare, fare sport troppo tardi potrebbe interferire con il sonno, così come l'assunzione di bevande alcoliche, di caffeina e di cibi elaborati, ricchi di grassi o troppo speziati. Comunque sia, come hanno consigliato anche i ricercatori, sarebbe anche utile creare un ambiente ideale per il sonno, con un letto confortevole e spegnere i dispositivi elettronici nelle ore prima di chiudere gli occhi.
A quanto pare l'insonnia potrebbe essere l'anticamera di una maggior desiderio di dolci; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere alcuni ricercatori della Michigan State University tramite uno studio pubblicato recentemente su Food Quality and Preference, secondo il quale questa inclinazione sembra essere simile sia nei maschi che nelle femmine: i risultati hanno, infatti, confermato quelli di un precedente lavoro che aveva coinvolto solo partecipanti donne. In pratica dormire a sufficienza, (tra 7 e 9 ore per un adulto da 18 a 64 anni di età), è un'abitudine che rappresenta un corretto stile di vita: basti pensare all'impatto positivo sulla funzione immunitaria, alla riduzione dei livelli di stress e al contributo che dà alla prevenzione di malattie croniche. Inoltre essere ben riposati permette di essere efficienti e produttivi a scuola o sul posto di lavoro ed aiuta tra le varie cose a regolare anche l'umore. Motivo per il quale quando il sonno non è ottimale sorgono i rischi per la salute: nel corso degli anni, infatti, l'insonnia è stata correlata ad un maggior rischio cardiovascolare o di insorgenza di diabete; mentre la privazione di sonno si associa all'aumento della pressione arteriosa, all'infiammazione ed alla disregolazione della glicemia. Tra l'altro in passato diversi studi hanno sottolineato il legame tra la riduzione delle ore di sonno e le abitudini alimentari scorrette; non a caso il sonno influenza 2 ormoni che regolano l'appetito: la grelina, (che lo stimola), e la leptina, (che lo contiene). In sostanza dormendo poco i livelli del primo ormone aumentano mentre quelli del secondo diminuiscono portando così ad una maggiore voglia di cibo; motivo per cui capita che chi ha difficoltà a dormire a lungo può tendere a mangiare di più: l'insonnia è quindi nemica del controllo del peso corporeo. Per di più, secondo quanto hanno spiegato gli autori della ricerca, un insieme crescente di dati sta suggerendo come il sonno sia in grado di influenzare anche la percezione sensoriale. Per arrivare a tali conclusioni gli studiosi hanno coinvolto 51 uomini in salute, con un Indice di massa corporea inferiore a 30 kg/m2, (quindi non obesi), ed hanno monitorato il loro sonno con degli elettrodi per due giorni: è stata misurata l'attività elettrica del cervello per valutare quanto avessero dormito ma anche quante ore avessero trascorso in una fase di sonno leggero ed in una fase di sonno profondo. Successivamente i partecipanti sono stati sottoposti a dei test in laboratorio dove hanno assaggiato delle soluzioni con diverse concentrazioni di zuccheri: i risultati, come già anticipato, hanno indicato che meno gli individui dormivano e più desideravano gli zuccheri. Tuttavia, ad essere correlata ad una maggiore voglia di dolci non era solo la durata generale del sonno ma anche la minore durata della fase REM, (un periodo caratterizzato, tra l'altro, da una riduzione dell'attività motoria e percettiva e da un incremento di quella cerebrale, oltre ad essere la fase in cui tendenzialmente si sogna). Insomma, quanto è emerso nello studio è stato valutato coerentemente con i dati riferiti alle donne ricavati da un precedente studio e, come già detto, si è scoperto che sia maschi che femmine insonni mostravano una voglia simile di zuccheri. Ad ogni modo riuscire ad assestare una buona routine del sonno è essenziale per il benessere ed anche per evitare cattive abitudini alimentari: le insidie si nascondono nell'arco della giornata ed in particolare nelle ore precedenti il momento in cui ci si mette a letto. Inoltre se fare attività fisica rientra in uno stile di vita salutare, fare sport troppo tardi potrebbe interferire con il sonno, così come l'assunzione di bevande alcoliche, di caffeina e di cibi elaborati, ricchi di grassi o troppo speziati. Comunque sia, come hanno consigliato anche i ricercatori, sarebbe anche utile creare un ambiente ideale per il sonno, con un letto confortevole e spegnere i dispositivi elettronici nelle ore prima di chiudere gli occhi.
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