Dimostrato che nelle persone anziane la rabbia può essere più dannosa della tristezza.


A quanto pare la rabbia potrebbe essere più pericolosa della tristezza per la salute delle persone anziane; o almeno questo è quanto hanno dimostrato alcuni ricercatori della Concordia University attraverso uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Psychology and Aging, secondo il quale l'ira potrebbe aumentare le probabilità di soffrire di infiammazioni croniche e delle malattie che vi sono associate, (come, ad esempio, patologie cardiache, artrite e cancro). Al riguardo Meaghan A. Barlow, una delle principali autrici, ha spiegato: "Invecchiando, molte persone semplicemente non riescono più a svolgere le attività che eseguivano in passato, oppure possono sperimentare la perdita di un coniuge o il declino della loro mobilità fisica, e questo le porta ad arrabbiarsi. Il nostro studio ha mostrato che la rabbia può favorire lo sviluppo di malattie croniche, mentre la tristezza no". In pratica per giungere a queste conclusioni gli scienziati hanno esaminato lo stato di salute di 226 persone di età compresa tra 59 e 93 anni, che sono state suddivise in due gruppi, (giovani anziani, ovvero quelli di età compresa tra 59 a 79 anni; ed anziani in età avanzata), e che per più di una settimana sono state invitate a completare dei brevi questionari diretti a valutare i loro stati emotivi. Ad ogni modo dopo aver confrontato le risposte dei volontari con le loro condizioni sanitarie, gli studiosi hanno osservato che la rabbia poteva risultare positiva per i giovani anziani, perché poteva stimolarli a perseguire degli obiettivi. Tuttavia dopo gli 80 anni quest'emozione diventava dannosa per la salute, perché, come già anticipato, risultava essere associata all'infiammazione cronica e di conseguenza allo sviluppo di patologie croniche. Mentre la tristezza non era correlata a questi problemi di salute: secondo gli stessi ricercatori, l'infelicità potrebbe aiutare gli anziani ad adattarsi più facilmente al declino fisico e cognitivo associato all'età, perché potrebbe indurli a rinunciare al perseguimento degli obiettivi che per loro non sono più raggiungibili. Motivo per il quale gli autori della ricerca hanno affermato che il loro lavoro dimostra che non tutte le emozioni negative risultano essere nocive, e che alcune potrebbero rivelarsi addirittura utili in determinate circostanze. A tal proposito la stessa Meaghan A. Barlow ha, infine, concluso dichiarando: "La rabbia è un'emozione che fornisce energia e che può spingere le persone a perseguire gli obiettivi. I giovani anziani possono utilizzare la rabbia come carburante per superare le sfide della vita e le perdite legate all'età, aiutandoli a restare più sani. La rabbia diventa problematica al raggiungimento degli 80 anni, perché a quest'età molte esperienze divengono perdite irreversibili ed alcuni dei piaceri della vita risultano al di fuori della loro portata. Se comprendiamo meglio quali emozioni negative sono nocive, non dannose o addirittura benefiche per le persone anziane, possiamo insegnare loro come affrontare la perdita in modo sano. Questo potrebbe aiutarli a liberarsi dalla rabbia".

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