Leonardo da Vinci: Svelato che fu la lesione di un nervo a paralizzargli la mano destra e non un ictus.
Sembra proprio che la paralisi alla mano destra che rallentò il lavoro di Leonardo da Vinci negli ultimi anni della sua vita, (tanto che la Gioconda e diverse altre opere rimasero incompiute per questo motivo), fosse dovuta ad una lesione di un nervo e non di un ictus, come si è sempre pensato finora. O almeno questo è quanto hanno scoperto Davide Lazzeri, (specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva), ed il neurologo Carlo Rossi tramite l'analisi attenta di un disegno del XVI secolo, (conservato a Venezia), i cui risultati sono stati pubblicati in questi giorni sul Journal of the Royal Society of Medicine in occasione del 500° anniversario della morte del genio toscano. In pratica sulla paralisi che colpì Leonardo da Vinci non ci sono dubbi in quanto esistono diverse testimonianze scritte dell'epoca; tra queste quella di Antonio de' Beatis, segretario del Cardinale Luigi D'Aragona, che quando entrambi nel 1517 fecero visita all'artista, (il quale all'epoca era ospite del re di Francia ad Amboise), scrisse: «Anche se da lui per essergli venuta certa paralisi su la destra non ci si può più aspettare cosa buona. Ha ben formato un creato milanese che lavora assai bene. E benché il predetto messer Leonardo non possa colorare con quella dolcezza solita, pure può fare disegni ed insegnare ad altri». Inoltre, come anticipato, circa 10 anni fa alcuni ricercatori, (fra cui Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci), avevano suggerito che la causa della suddetta infermità era dovuta ad un ictus causato a sua volta della sua alimentazione vegetariana. Si trattava di un'ipotesi che aveva trovato conferma, secondo gli stessi autori, nel fatto che Leonardo da Vinci morì 2 anni dopo, (per la precisione il 2 Maggio 1519, appunto, esattamente 500 anni fa), per un cosiddetto "parossismo", vale a dire un episodio di una malattia non ben definita che oggi si potrebbe definire come una patologia del cuore o del cervello che si era aggravata anche per via della la vecchiaia del maestro toscano. Tuttavia la suddetta analisi più dettagliata di un disegno ad ematite, (detta anche a sanguigna), conservato, (e non esposto al pubblico), nelle Gallerie dell'Accademia di Venezia, attribuito ad Ambrogio Figino, (artista Lombardo del XVI secolo), nonché lo stesso disegno che aveva portato alla diagnosi di paralisi post ictus, ha fatto emergere un'altra interpretazione della malattia. In sostanza partendo da alcuni documenti gli autori hanno ricostruito che il disegno è la riproduzione di un busto di marmo con l'effige di Leonardo da Vinci: un'opera che era andata perduta nella quale il genio toscano appare vecchio e sofferente con la mano destra sostenuta da una fasciatura. Al riguardo Davide Lazzeri ha spiegato: "Piuttosto che il ritratto di una tipica mano deformata dalla spasticità muscolare successiva ad un ictus ischemico, pensiamo che la diagnosi alternativa sia quella di paralisi del nervo ulnare, con un atteggiamento tipico della mano che sembra essere più verosimile. Probabilmente una sincope o uno svenimento potrebbero aver causato un trauma all'arto superiore destro di Leonardo, culminando in una paralisi del nervo ulnare. Nervo che dalla spalla arriva fino alla mano e che gestisce i muscoli determinanti in alcuni movimenti della mano". Tra l'altro questa nuova teoria sarebbe avvalorata dal fatto che l'infermità alla mano destra non era associata a deterioramento cognitivo o ad altre disturbi motori: in quel periodo Leonardo da Vinci ha, infatti, continuato ad insegnare e disegnare con la mano sinistra, attività che non sarebbe riuscito a portare a termine nel 1517 in caso di un ictus ischemico non trattato con terapia antiaggregante ed in assenza di un controllo dettagliato dei fattori di rischio cardiovascolari; sintomi o segni che in ogni caso Antonio de' Beatis avrebbe annotato sul proprio diario. Comunque sia, se da un lato Leonardo da Vinci non perse mai l'abilità del disegno eseguito con la mano sinistra e istruì i suoi allievi fino alla sua morte, i due studiosi hanno, infine, concludono sottolineando come la paralisi della mano destra, come già detto, potrebbe aver impedito all'artista di tenere in mano un pennello per ritoccare o concludere importanti opere pittoriche che aveva portato con sé in Francia e citate dallo stesso Antonio de' Beatis come, ad esempio, Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino, il San Giovanni Battista e soprattutto la Gioconda.
Di seguito il suddetto disegno:
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