Scoperto che Leonardo da Vinci poteva essere affetto da ADHD.


Si sa, Leonardo da Vinci ha prodotto alcune delle opere più iconiche al mondo, ma la lista dei progetti che non è riuscito a portare a termine è abbastanza lunga: ciò potrebbe essere dovuto non solo per via di contrattempi ed imprevisti della storia, ma probabilmente anche a causa della Sindrome da Iperattività e Deficit di Attenzione, (nota anche con la sigla ADHD), di cui l'artista potrebbe aver sofferto. O almeno questo è quanto hanno fatto sapere Marco Catani e Paolo Mazzarello del King's College London, che in occasione del 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci hanno pubblicato uno studio sulla rivista Brain, il quale suggerisce la suddetta patologia come la migliore spiegazione dell'incapacità del genio toscano di ultimare i suoi progetti. In pratica in questa ricerca gli scienziati hanno mostrato anche alcune prove a supporto della loro ipotesi, attingendo a resoconti storici delle pratiche e del comportamento del lavoro di Leonardo da Vinci: oltre a spiegare la sua procrastinazione cronica, l'ADHD, infatti, avrebbe potuto rappresentare un fattore della straordinaria creatività e delle conquiste dell'artista. Al riguardo lo stesso Marco Catani ha spiegato: "Sebbene sia impossibile fare una diagnosi post-mortem per qualcuno vissuto 500 anni fa, sono certo che l'ADHD è l'ipotesi più convincente e scientificamente plausibile per spiegare la difficoltà di Leonardo nel finire i suoi lavori. I documenti storici mostrano che Leonardo impiegava fin troppo tempo per pianificare i suoi progetti, ma mancava di perseveranza. L'ADHD potrebbe spiegare aspetti del temperamento di Leonardo e del suo genio stranamente inconstante". Tra l'altro, sempre secondo le testimonianze, le difficoltà di Leonardo da Vinci nel rispettare i compiti erano presenti fin dall'infanzia: fonti biografiche e contemporanee mostrano che l'artista era costantemente in movimento, spesso saltando da un compito all'altro, e, proprio come molti di coloro che soffrono di ADHD, dormiva molto poco e lavorava continuamente giorno e notte facendo solo cicli rapidi di brevi pisolini. Ad ogni modo, oltre ai resoconti di comportamenti irregolari e progetti incompleti, esistono anche prove indirette che suggeriscono come il cervello di Leonardo da Vinci fosse organizzato diversamente rispetto alla media: innanzitutto era mancino e probabilmente era dislessico e con l'emisfero cerebrale destro dominante nei processi linguistici; tutte caratteristiche comuni tra le persone con ADHD. In ogni caso il lato probabilmente più caratteristico e tuttavia dirompente della mente dell'artista era la sua vorace curiosità, che spingeva la sua creatività ed allo stesso tempo lo distraeva. In merito a ciò Marco Catani ha suggerito che l'ADHD può avere effetti positivi, (come, ad esempio, il vagabondaggio mentale, che può alimentare la creatività e l'originalità), che, nonostante siano utili nelle fasi iniziali del processo creativo, possono essere un ostacolo quando l'interesse si sposta su qualcos'altro. Comunque sia a tal proposito lo studioso ha, infine, concluso dichiarando: "C'è un malinteso prevalente sul fatto che l'ADHD sia tipico dei bambini con comportamenti anomali e con bassa intelligenza, destinati ad una vita travagliata. Al contrario, la maggior parte degli adulti che vedo nella mia clinica riferiscono di essere stati dei bambini intelligente ed intuitivi, ma hanno sviluppato sintomi di ansia e depressione più tardi nella vita per non aver raggiunto il loro potenziale. È incredibile che Leonardo si considerasse come qualcuno che ha fallito nella vita. Spero che il caso di Leonardo dimostri che l'ADHD non è legato ad un QI basso o alla mancanza di creatività, ma piuttosto alla difficoltà di beneficiare dei talenti naturali. Spero che l'eredità di Leonardo possa aiutarci a cambiare parte dello stigma intorno all'ADHD".

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