Secondo un recente studio, la Luna sarebbe scossa da terremoti e si starebbe restringendo.


Sembra proprio che la Luna si sta progressivamente restringendo e sia scossa da terremoti; o almeno questo è quanto hanno scoperto alcuni ricercatori del Center for Earth and Planetary Studies, del NASA Marshall Space Flight Center, del Wheaton College, dell'Università del Maryland e dell'Università della Columbia Britannica, attraverso uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Nature Geoscience. In pratica si tratta di una ricerca basata sulle simulazioni fatte usando i dati dei sismometri installati sulla Luna dalle missioni Apollo e sulle immagini raccolte nel 2010 dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter, (nota anche con la sigla LRO), della NASA, e la quale ha mostrato come il satellite naturale della Terra si sia gradualmente "essiccato", (assottigliandosi di circa 45 metri), lasciando sulla superficie migliaia di dirupi chiamati faglie inverse: un processo che però non è stato poi così veloce, (in quanto avvenuto nell'arco di centinaia di milioni di anni), e che sembra continuare ancora oggi. In sostanza per comprendere come questo sia accaduto gli scienziati hanno utilizzato un algoritmo per analizzare, appunto, i dati sismici raccolti dalle missioni Apollo tra gli anni '60 e '70: così facendo è stato possibile individuare l'epicentro di 28 terremoti, (rinominati "lunamoti"), registrati tra il 1969 ed il 1977, che sulla Terra avrebbero raggiunto una magnitudo compresa tra 2 e 5. Successivamente gli studiosi hanno sovrapposto questi dati con le immagini della sonda LRO, ed hanno osservato che, (anche se a causare questi lunamoti potrebbe essere l'impatto con asteroidi o movimenti interni del satellite terrestre), almeno 8 di questi sismi sono stati causati esclusivamente dal movimento delle faglie e sono avvenuti quando la Luna si trovava all'apogeo, (ossia quando era al punto della sua orbita più lontano dalla Terra, oppure era molto vicina ad esso). Al riguardo Thomas Watters, uno dei principali autori dello studio, ha spiegato: "Pensiamo che sia molto probabile che questi otto terremoti lunari siano stati prodotti dallo scivolamento e dalla tensione delle faglie, creatosi quando la crosta lunare è stata compressa dalla contrazione globale e dalle forze mareali". Ad ogni modo, come già anticipato e sempre secondo quanto scoperto dai ricercatori, terremoti simili a quelli osservati starebbero scuotendo il suolo lunare tutt'ora; difatti a tal proposito lo stesso scienziato ha proseguito affermando: "La nostra analisi dà la prima prova che queste faglie sono ancora attive e probabilmente producono terremoti oggi mentre la Luna continua a raffreddarsi e restringersi gradualmente. Alcuni di questi terremoti possono essere abbastanza forti, intorno a livello 5 sulla scala Richter. È molto probabile che le faglie siano ancora attive oggi: non si vede spesso la tettonica attiva da nessuna parte eccetto la Terra, quindi è molto eccitante pensare che queste faglie possano ancora produrre terremoti". Mentre Nicholas Schmerr, un altro dei principali autori della ricerca, ha, infine, dichiarato: "Abbiamo scoperto che alcuni dei terremoti registrati dalle missioni Apollo sono avvenuti molto vicino alle faglie viste nell'immagini riprese dalla missione LRO. È molto probabile che queste faglie siano ancora attive. Questi risultati ci dicono che dobbiamo tornare sulla Luna. Con le missioni Apollo abbiamo imparato molto, ma abbiamo solo scalfito la superficie. Con i moderni sismometri potremmo capire molto di più sulla geologia lunare".

Di seguito l'immagine di una faglia inversa lunare:
https://i.imgur.com/EjBQO5w.jpg

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