Dimostrato che gli estrogeni potrebbero migliorare i sintomi del morbo di Parkinson.


Sembra proprio che il trattamento con estrogeni selettivi al cervello possa migliorare i sintomi della malattia di Parkinson; o almeno questo è quanto hanno scoperto alcuni ricercatori della Harvard Medical School tramite uno studio condotto su modello murino, pubblicato in questi giorni sulla rivista JNeurosci ed i cui risultati potrebbero aiutare a spiegare le differenze nel morbo di Parkinson tra maschi e femmine, e portare a trattamenti a base di estrogeni. In pratica, come già noto, questo disturbo è caratterizzato dalla morte dei neuroni coinvolti nel movimento, la quale può essere parzialmente causata da mutazioni geniche a carico della proteina α-sinucleina. Tuttavia gli scienziati hanno osservato che, mentre la forma mutata e più corta dei cluster proteici nei neuroni ne provoca la morte, quella più lunga produce una sorta di resistenza all'aggregazione del Parkinson. In altre parole gli studiosi pensano che gli estrogeni siano in grado di proteggere i neuroni del movimento dalla patologia in questione, ma il modo in cui essi lo fanno resta ancora un mistero da risolvere. Inoltre, considerando che i pazienti più sensibili alla malattia di Parkinson, (ovvero uomini e donne in post andro o menopausa), hanno bassi livelli di estrogeni, il trattamento con questi ormoni potrebbe essere, appunto, un modo efficace per ritardare e ridurre i sintomi della malattia. Ad ogni modo, come già anticipato, per arrivare a tali conclusioni i ricercatori hanno trattato i modelli murini del morbo di Parkinson con estrogeni cerebrali selettivi ed hanno confrontato le prestazioni motorie degli esemplari maschi e femmine sia prima che dopo il trattamento: così facendo, oltre al fatto che le femmine di topo mostravano normalmente sintomi meno gravi in ​​età avanzata, hanno constatato che gli estrogeni somministrati durante l'esperimento avevano migliorato ulteriormente i sintomi degli animali malati. Tra l'altro gli scienziati hanno anche visto che nei topi maschi il trattamento con estrogeni aveva ridotto la disgregazione e l'accumulo di sinucleina ed aveva aiutato ad alleviare i sintomi più gravi; il che suggerisce, appunto, che gli estrogeni potrebbero essere, infine, un'opzione di trattamento praticabile per i pazienti affetti dal Parkinson, soprattutto per quelli con bassi livelli di tali ormoni steroidei.

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