DLK1, il gene "dentista" che potrebbe portare allo sviluppo di un nuovo meccanismo per riparare i denti.


Si sa, le cellule staminali sono la chiave per la guarigione delle ferite, poiché si sviluppano in tipi di cellule specializzate in tutto il corpo, e sembra proprio che ciò possa valere anche per i denti; o almeno questo è quanto hanno dimostrato alcuni ricercatori dell'Università di Plymouth attraverso uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Nature Communications e che potrebbe portare allo sviluppo di una nuova potenziale soluzione grazie ad un gene chiamato DLK1, che migliora l'attivazione delle cellule staminali e la rigenerazione dei tessuti nella guarigione dei denti. In pratica gli scienziati hanno scoperto una nuova popolazione di cellule staminali mesenchimali, (ovvero quelle che compongono il tessuto scheletrico, come muscoli ed ossa), in un modello di incisivo di topo in continua crescita ed hanno dimostrato che queste contribuiscono alla formazione della dentina dentale, vale a dire il tessuto duro che copre il corpo principale dei denti. In sostanza, come già anticipato, il lavoro degli studiosi ha mostrato che quando queste cellule staminali vengono attivate, inviano segnali alle cellule madri del tessuto per controllare il numero di cellule prodotte, appunto, per mezzo dell'effetto del gene molecolare DLK1. Inoltre nella stessa ricerca gli studiosi hanno anche dimostrato che questo gene è stato in grado di migliorare l'attivazione delle cellule staminali e la rigenerazione dei tessuti in un modello di guarigione delle ferite dei denti: si tratta di un meccanismo che potrebbe fornire una nuova soluzione per la riparazione dei denti, affrontando problemi come il decadimento e lo sbriciolamento dentale, (meglio noto come carie), ed il trattamento del trauma. Al riguardo Bing Hu, uno dei principali autori, ha spiegato: "Nonostante attualmente siano necessari ulteriori studi per convalidare questi risultati per le future applicazioni cliniche, (al fine di accertare la durata e la dose del trattamento appropriate), questi primi passi in un modello animale sono entusiasmanti. Le cellule staminali sono così importanti, poiché, in futuro, potrebbero essere utilizzate dai laboratori per rigenerare i tessuti che sono stati danneggiati o persi a causa di malattie; quindi è fondamentale capire come funzionano". Ed ha poi proseguito affermando: "Scoprendo entrambe le nuove cellule staminali che formano il corpo principale di un dente e stabilendo il loro uso vitale di DLK1 nella rigenerazione del tessuto, abbiamo compiuto passi importanti nella comprensione della rigenerazione delle cellule staminali. In questa fase il nostro lavoro ha avuto luogo in modelli di laboratorio e devono essere fatti ulteriori lavori prima di poterli usare sugli esseri umani. Ma comunque si tratta di un grande passo in avanti nella medicina rigenerativa che potrebbe avere enormi implicazioni per i pazienti in futuro". Mentre Christopher Tredwin, altro principale autore dello studio in questione, ha, infine, commentato: "Siamo molto entusiasti dei recenti progressi nel gruppo del dottor Bing Hu. Questo nuovo lavoro, insieme ad un recente documento di grande impatto pubblicato su The EMBO Journal, (che tratta di un altro tipo di cellule staminali nel dente: cellule staminali epiteliali), pone Plymouth in primo piano per quanto riguarda la ricerca mondiale sulle cellule staminali dentali e cranio-facciali e la medicina rigenerativa. Prevediamo che presto i ricercatori forniranno ai pazienti odontoiatrici tempi migliori e soluzioni convenienti ai gravi problemi ai denti, (dai traumi alla carie)".

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